La ‘guerra’ del liceo: triste romanzo delle scuole del Cuoio

di Valerio Vallini
Erano gli ultimi anni sessanta quando si cominciò a parlare del megacomprensorio: la “Città dei 100.000 abitanti”, poi codificata nel 1972 dall’accordo di tutti i comuni interessati: San Miniato, Santa Croce, Fucecchio, Santa Maria a Monte, Montopoli e Castelfranco di Sotto.
Le linee guida, come illustrava il compianto Bianco Bianchi, allora sindaco di Montopoli, convinto propugnatore della città comprensoriale, dovevano essere di tre tipi: uno che doveva unificare la “Città del cuoio” da Fucecchio a Santa Maria a Monte guardando soprattutto a Ponticelli, attraversando Ponte a Egola e Santa Croce, e nacque un piano urbanistico comprensoriale rimasto quasi lettera morta; il secondo si muoveva in un’ottica socio-sanitaria e considerava i poli ospedalieri di San Miniato e Fucecchio nell’ottica di raggiungere un ospedale unico in pianura; il terzo era prettamente culturale: i poli dovevano essere Montopoli con il suo istituto Falchi e San Miniato con il Santa Chiara e il solenne liceo Marconi.
La cultura, dicevano i compianti Ermanno Barsotti e Marinella Marianelli, che favoleggiava “un campus modello Oxford”, doveva restare sui colli. Intanto però la vita scorreva a valle dove qualcuno avrebbe visto volentieri l’istituto tecnico. Invece no. Si è voluto l’istituto tecnico e il liceo, e si è retto per i capelli finché si è potuto l’esausto liceo magistrale Carducci.
La spinosissima questione dei poli ospedalieri sappiamo com’è finita: ospedale unico a Empoli. Il polo scolastico, dopo rimbalzi fra San Miniato e Montopoli da scriverci un tragicomico romanzo, ha visto l’odissea del liceo Marconi che dalla sede nella Villa Antonini nel 1934, fu trasferito nei primi anni Sessanta in quella che era l’antica Fibbiastri. Tutto bene fin quando, per cedimenti della collina il liceo divenne pericolante e finalmente si scese a valle. La posizione non bella ma baricentrica per tutto il territorio, faceva sperare per la creazione di un polo scolastico da ampliare e migliorare. Il resto è cronaca, cronacaccia dei nostri giorni, con la tegola della sospensione delle lezioni che ha gettato nel caos famiglie, studenti e cittadini.