Da Santo Espedito a Sant’Albino, per antiche pievi e castelli

7 maggio 2016 | 19:50
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Da Santo Espedito a Sant’Albino, per antiche pievi e castelli
Da Santo Espedito a Sant’Albino, per antiche pievi e castelli
Da Santo Espedito a Sant’Albino, per antiche pievi e castelli
Da Santo Espedito a Sant’Albino, per antiche pievi e castelli

È facile, percorrendo la Valdegola, in bici o a piedi, imbattersi appena poche centinaia di metri fuori dal centro industriale di Ponte a Egola, in luoghi dove affiorano resti di residenze romane e medievali e una varietà di enigmi ancora oggi insoluti. E’ il territorio dell’antichissima pieve di San Saturnino di Fabbrica al Molino d’Egola di cui restano vestigia in un’abitazione privata.

Nel podere della Canonica, ad un tiro di schioppo del molino Ridolfi-Matteucci, che la famiglia dei Sordi lavorava nel secolo scorso, un tabernacolo ben visibile sul lato destro dell’antica via Maremmana in direzione La Serra, contiene un dipinto misterioso. Si narra che sia stato fatto da un militare americano di stanza al campo del Palagio nel 1944. Rappresenta un Santo Espedito: un santo‑soldato romano venerato ancora oggi nella chiesa di San Juan in Madrid. Che l’artista sia stato un militare ispanico? Ma che poteva sapere della fattoria romana di cui le tracce esistenti (ceramiche e laterizi) si sono trovate una ventina di anni fa a poche centinaia di metri? Fatto sta che Sant’Espedito è rappresentato in quella nicchia a testimonianza di una memoria millenaria. Che il militare-pittore abbia “restaurato” un preesistente dipinto? Ipotesi suggestiva ma tutta da verificare.
Proseguendo dalle parti del molino d’Egola verso Paesante, ci appare in una stretta vallecola, la chiesetta di San Iacopo nel villaggio di sant’Albino, nominata nell’estimo delle chiese lucchesi del 1260 ma esistente già intorno al mille. Il nome San Iacopo riporta alla più famosa chiesa dell’Altopascio con i cavalieri del Tau a presidio delle vie Francigene. Seguendo ancora per la Maremmana passando oltre il Palagio dei Pazzi e sotto Balconevisi, attraversando il ponte del Genovini, e poi dopo un lungo rettilineo oltre il Fornacino, in vista di Corazzano, l’antica Quarantana, ci appare, a mezzo di una costa sulle colline ad est, la romanica pieve di San Giovanni di Corazzano ma di questa parleremo più diffusamente in un’altra occasione.

Valerio Vallini