Il Tirrenia punta tutto sul rinnovamento: “Pronti a fare il meglio”

Il dirigente: “Il miglior colpo per la Prima Categoria? E’ stato l’allenatore Vuono”
E’ ormai diventata una prassi quella del Tirrenia di dare il benvenuto alla squadra dando appuntamento al proprio circolo collocato nel bel mezzo della pineta. Basta poco per capire quale clima aleggia intorno ai litoranei, lo spiega a chiare note nel suo intervento Walter Lorenzoni, una istituzione.
“Sono qui da tredici anni. Sono in famiglia, la considero in questo modo questa società”.
E’ il motivo per cui sono molti anni che si trova qui?
“Il primo anno che arrivai ci allenavamo al centro Coni. Ci sto volentieri, mi spiace stare in un ambiente giovanile. Penso anche di essere utile, ma questo dovete chiederlo alla società”.
Ci sono figure nel calcio che non vanno sotto i riflettori ma sono utilissime.
“Mi occupo della logistica, se manca qualcosa ai ragazzi, al mister, io mi preoccupo della fornitura. Se ci sono dei problemi ne parlo con il direttore sportivo per risolverli”.
Questo tipo di rapporti consolidati dal tempo, nel tempo, vanno a scomparire.
“Non è vero. Non lo so. Perché devi cambiare quando in un ambiente ci stai bene, io ci rimango”
Lei arrivò come preparatore dei portieri.
“Allenavo due squadre di un certo livello in Promozione e in Eccellenza e in più venivo qui”.
Il lavoro però non le mancava?
“L’idea di andarci ad allenare al Centro Coni mi lusingava, eravamo una squadra di Terza Categoria. Noi arrivavamo al Centro quando il Livorno, allora giocava in Serie A, usciva da fare l’allenamento. Per chi ha giocato al calcio, questo faceva piacere”.
Onestamente pensava che questa squadra dalla Terza arrivasse in Prima consolidandosi in questo campionato?
“No. Io l’ho vissuta prima da preparatore e poi quando mi sono reso conto che fisicamente non potevo più svolgere quel ruolo sono diventato dirigente. Era nata con un gruppo di ragazzi di Livorno. I gruppi sono belli, ci siamo divertiti, la squadra è stata ripescata. Era una gestione molto dilettante. Vedevo, pur essendo anch’io un livornese puro, che la mentalità non era adatta per andare in Prima. Non vedevo però quelle condizioni che ci vogliono per vincere un campionato di Seconda Categoria, non c’era la mentalità giusta, non era pronta per vincere il campo”.
E si è reso possibile per una evoluzione societaria?
“Nel passaggio dalla Seconda alla Prima, c’è stato anche il covid. Abbiamo avuto fortuna, c’era il rischio di dovere fare gli spareggi. Poi è arrivato il nostro direttore sportivo Nicola Tortiello, lui ha portato la mentalità giusta per poter fare meglio. Quest’anno ha fatto una cosa bellissima, ha portato Stefano Vuono un tecnico che mi piace”.
Che requisiti ha?
“E’ uno che lavora con i giovani. Ha appena vinto il campionato di Seconda Categoria con La Cella. Ha la giusta mentalità per quello che serve a noi”.
Tanti giovani con Michele Repetto che dovrà fare da chioccia, lei è pronto per questa mansione.
“Per me è un esperienza nuova, sono di Pisa ma tanti anni ho giocato in Lucchesia, vengo dal Capannori, sono stato a Marlia, a Porcari. Mi ha chiamato, il direttore Tortiello e il progetto mi è piaciuto subito. L’idea di un gruppo nuovo. Vengo qui per dare l’esempio, il fatto di trasmettere qualcosa mi ha stimolato fin da subito”.
Integrarti e integrare.
“Mi sento di avere la responsabilità addosso. Ma è anche giusto dopo tanti anni di calcio e far sgravare questa responsabilità ai ragazzi più giovani, in un campionato come quello di Prima Categoria. Vorrà far trasmettere quei valori che altri mi hanno trasmesso”.
Un girone diverso da quello dal quale arrivi.
“Se faranno il girone del mare, con squadre della Lunigiana: quello di Lucca l’ho già giocato con il Porcari e il Marlia”.
Cosa vi aspetterebbe?
“Un campionato impegnativo con buonissime squadre molto fisiche”.
E come si potrebbe collocare questo gruppo?
“Una squadra come la nostra giovane preparata bene se è capace di tenere dei ritmi alti può far bene”.
Le linee guida della società quali sono?
“Una idea di rinnovamento, di cambiamento, ripartendo da un gruppo nuovo con tanti che si affacciano alla categoria. Io credo che nel calcio sia fondamentale un ambiente positivo, sano e credo che a Tirrenia tutti i presupposti ci sono”.
Il timone di questa squadra è affidato alla guida tecnica di Stefano Vuono. Lo scorso anno lei si è guadagnato questa categoria vincendo il campionato a La Cella e ora avete preso strade diverse. Perché?
“Avevo dato il massimo, avevo spremuto i giocatori, sinceramente non potevo dare di più. Mi ha fatto piacere la chiamata del Tirrenia, ho parlato con il direttore, ho sposato appieno il progetto”.
Cosa promette?
“Sono qua per lavorare per fare meglio possibile per questa squadra rinnovata per il settanta per cento. Ci apprestiamo a vivere questa stagione da outsider. Vediamo cosa ci dirà il campo. Le premesse sono buone”.
In sostanza cosa è questo progetto?
“Rinnovamento. Sono cambiati molti giocatori, la squadra è stata ringiovanita. C’è Repetto che è nato nel 1986, dopo di lui ci sono ragazzi dal 1998 in poi”.
Qui si presuppone che la scelta su di lei sia caduta per la bravura di allenare i giovani?
“Diciamo di sì. Ho appoggiato appieno le scelte per il ringiovanimento della rosa. Sono fiducioso aspetto solo di iniziare la preparazione per poter lavorare con loro sul campo, per plasmarli. Vediamo in questo campionato dove possiamo arrivare e quali saranno le premesse”.
Squadra molto rinnovata che comporta un tempo maggiore per essere amalgamata?
“Un po’ di tempo ci vorrà. Le caratteristiche dei giocatori le conosco, anche se sono giovani sono chi sono e dove hanno giocato. Ho parlato con gli addetti ai lavori di questi ragazzi. Ho già le idee abbastanza chiare”.
E’ contento della rosa? Le indicazioni che ha dato sono state seguite?
“Abbiamo lavorato in sintonia con la società, se capita una ciliegina uno la prende in considerazione. La rosa va più che bene”.
Le indicazioni sono andate più sui singoli o più sul modulo?
“Io ho sempre giocato con il quattro-tre-tre. Il mercato ci ha portato dei giocatori con determinate caratteristiche, vediamo quale sia il sistema più consono a questa squadra”.
Quale sarebbe allora il sistema più congeniale?
“Un tre, cinque, due gli si sposa di più. Abbiamo dei buoni giocatori sulle fasce, dei buoni centrocampisti con i piedi, tanta esperienza in difesa, secondo me davanti qualche gol lo facciamo”.
Che girone vi aspettate?
“Spero il girone A, quello dello scorso anno. Ci sono molti derby, molte gare con pochi chilometri di distanza. Andare nel girone con le Pistoiesi o con quelle del litorale di Livorno sarebbe più dispendioso da un punto di vista economico e da quello di energie”.
Se fosse confermato il girone, la squadra nettamente favorita sarebbe il San Giuliano.
“Sicuramente, conosciamo i giocatori, conosco bene l’allenatore Lorenzo Roventini. Anche lo scorso anno il Viareggio è riuscito a vincerlo ma in volata con il Romagnano. C’è anche il Capezzano dove sono arrivato il direttore sportivo e qualche giocatore del Romagnano, gli darà filo da torcere. Diciamoci la verità, la favorità è il San Giuliano”.
In una griglia di partenza, dove collocheresti il Tirrenia?
“Non saprei. Direi ai playoff, ai playout direi sempre una bugia. Partiamo e poi vediamo”.
Non vi date un obbiettivo?
“Assolutamente: partita per partita, domenica per domenica. Settimana per settimana. Iniziamo la preparazione e vediamo questi ragazzi giovani. Non tanto per esperienza ma con voglia, grinta, corsa. Sono ragazzi seri che hanno fatto settori giovanili importanti, si può far bene. Non saprei dove collocarmi, spero di essere una sorpresa e lavoreremo per esserlo. Ora non saprei”.
L’artefice del ringiovanimento della rosa è il direttore Nicola Tortiello. C’era bisogno di cambiare così tanto?
“Non sono l’artefice. Io resto dell’idea che questo è un gioco di squadra. A me le individualità non sono mai piaciute. Per me esiste una società, uno staff, una squadra. Si fa tutto insieme. Non mi sentirete mai dire ho fatto, ma invece dirò abbiamo fatto. Se l’ho fatto io non ha importanza. Si lavora sempre in collaborazione. Faccio il direttore sportivo, in sintonia e le decisioni che prendiamo le prendo con la società e le condivido con l’allenatore. Credo di avere la fortuna di avere un buon bagaglio tecnico”.
In che senso?
“Ho fatto l’allenatore e credo di essere un discreto appoggio per il tecnico. Il termine artefice non mi piace. Quest’estate è stata molto dura fare la squadra. Alla luce di quella che è stata la stagione passata. Abbiamo deciso di comune accordo di iniziare un nuovo percorso. Quello che era iniziato tre anni fa. Lo scorso anno ci sono stati dei problemi come possono esserci nel calcio e quest’anno abbiamo deciso di ripartire con un nuovo percorso. L’esempio più lampante è la scelta dell’allenatore”.
Il profilo giusto si usa dire nel calcio di oggi?
“Mi ci sono trovato subito. Abbiamo parlato due ore di calcio. Credo che sia l’allenatore giusto per il nuovo progetto”.
Avete cambiato molto, lei nella passata stagione ha ricoperto il doppio ruolo. Aggiungendo a quello di direttore sportivo quello di allenatore.
“Molto. Forse anche se non ero d’accordo sulla scelta della società dei affidarmi anche la conduzione. Possono confermarlo, lo avevo già rifiutato nella scorsa estate. Per come sono andate le cose, ho riconosciuto alla società il fatto di avere avuto ragione. Per tutto quello che è successo. Questo periodo mi ha aiutato tanto per capire chi doveva andare e chi doveva essere ancora con noi. Abbiamo avuto delle defezioni. Posso dirvi che a Tirrenia, viene e rimane chi ci vuol rimanere. E’ una società diversa rispetto ad altre, ma dove credo stiamo facendo bene in questi anni”.
Un gruppo nuovo. Una torre di Babele da mettere insieme?
“Ci sarà sicuramente”.
E’ un rischio calcolato?
“Con il mister ne abbiamo parlato. Era dovuta questa nuova rivoluzione. Per il bene della società e della squadra. E’ una decisione anche sofferta. La storia ci insegna che le rivoluzioni sono tutte sofferte e nelle quali ci sono dei morti purtroppo. Questo vale anche per il calcio. E’ stata una scelta ponderata di comune accordo con la società. L’allenatore è consapevole. Ho parlato ai ragazzi e chi ha esperienza sa benissimo che avremo delle difficoltà. Ma siamo anche pronti per affrontarle. Non ci spaventa niente. L’allenatore è preparato, pronto. Lo vedo convinto, anche lui non ha problemi. Siamo tutti convinti”.
Il colpo a sensazione, la trattativa più difficile?
“Il colpo più importante e la trattativa più facile è stato quello con Stefano Vuono”.
Ma non lo caricate di troppe aspettative?
“No. Perché a l’esperienza giusta. Qualche colpo c’è stato. Ci sono tanti ragazzi giovani, qualche elemento esperto. Questo è uno sport di squadra, soffermarsi sui singoli non mi è mai piaciuto. I colpi sono stati tutti importanti, il più importante l’allenatore. Con lui mi sono anche scontrato”.
Prima di partire?
“E’ giusto così. Deve essere così. L’importante che il rapporto sia basato sulla fiducia reciproca”.
L’obiettivo qual è?
“Il primo obbiettivo è la permanenza in categoria. Conoscendomi e per quel poco che conosco l’allenatore, cercheremo di arrivare il più in alto possibile. Due anni fa eravamo quasi matematicamente retrocessi e per un punto abbiamo perso i playoff. Lo scorso anno forse dovevamo arrivare più su e invece non abbiamo rispettato le aspettative pur finendolo in maniera molto dignitosa e serena”.
L’input societario lo ha dato il direttore generale Giacomo Corci.
“Con Tortiello c’è la massima fiducia. Perché una società funzioni, occorre che ognuno agisca nel suo campo d’azione. Vediamo il calcio alla stessa maniera. Lui sviluppa il progetto della società in maniera autonoma. Gode della massima fiducia”.
Qualche anno fa, la Prima Categoria sembrava un miraggio. Ora siete una realtà.
“Noi facevamo la Terza Categoria, venivamo da un cambio di struttura. Avevamo un campo di gioco, un campo d’allenamento. Facevamo calcio anche in maniera amatoriale. Il nostro primo step, cioè l’arrivo in Seconda Categoria avvenne grazie al merito di Diego Carboni. Portò quella serietà, quell’abnegazione che tutti gli riconoscono. Divenne uno slancio per qualcosa in più. Poi ci siamo più strutturati in Seconda con l’arrivo di Tortiello, siamo cresciuti e sul campo abbiamo conquistato la possibilità di arrivare in Prima. C’ è stata anche l’annata del Covid, annate di sofferenza. Il nostro habitat è la Prima Categoria, campionato che facciamo da qualche anno”.
E’ il massimo per voi giocare questo campionato?
“L’obiettivo è sempre una cosa dinamica. Il nostro di partenza è mantenere la categoria faticando il meno possibile. Ma non vuol dire che se si aprono prospettive migliori, noi non ci tiriamo indietro. Due anni fa abbiamo perso i playoff per un punto. Abbiamo sempre dato tutto, spronando i giocatori e l’allenatore a dare tutto. A noi non ci spaventa nulla”.
Pronti a tutto?
“A giocare i playoff per salire di categoria oppure non ci spaventerebbe auguriamoci di no, dover affrontare i playout per non perderla. Partiamo per mantenere la categoria, poi tutto quello che verrà”.
Se dovessero arrivare i playoff sarebbe il punto più alto.
“Assolutamente. Siamo nati nel 1964, negli ultimi anni è arrivata dov’è. Prima aveva fatto al massimo la seconda per due anni. In Sei annoi siamo andati in Seconda. Siamo una società piccola cerchiamo di darci una struttura da società vera, dove c’è il presidente, dove ognuno è collocato nel proprio ruolo. I ragazzi devono pensare al campo. Abbiamo un accordo con un centro fisioterapico dove vengono seguiti su tutto da un punto di vista infortunistico e di recupero. Non per vantarmi ma questa non è una cosa scontata almeno in Prima Categoria. Siamo una società piccola e cerchiamo di fare le cose seriamente. Per lui è un fiore all’occhiello. Siamo a conduzione familiare, il presidente è mio fratello Giuseppe. Vogliamo darci una linea di condotta seria con tutto e con tutti”.
Rosa 2023-24
Portieri: Mattia Fadda, Gacomo Farnesi dal Pisaovest
Difensori: Marco Benedetti dagli Ospedalieri, Niccolò Castellacci dall’Urbino Taccola, Matteo Genovesi dal Mobilieri Ponsacco lo scorso anno in prestito al San Giuliano Terme, Edoardo Lazzerini dall’Urbino Taccola, Saverio Natali dal San Vincenzo, Filippo Prato, Michele Repetto dal Capannori.
Centrocampisti: Stefano Cappelli dalla juniores litorale, Iacopo Cara dal Calci, Luca De Marchi, Filippo Fantacci dal Calci, Francesco Galati, Matteo Gradi dal San Giuliano, Iacopo Mani, Lorenzo Melani dal Pappiana, Pardini Gabriele dalla juniores Fratres Perignano, Flavio Ruglioni dalla juniores Mobilieri Ponsacco lo scorso anno in prestito al Pisaovest, Marco Salvadori, Tommaso Scuglia dal Pisaovest
Attaccanti: Oscar Ada Esono dal San Giuliano Terme, Francesco Bani dall’Urbino Taccola, Paduano Raffaele
Organigramma
Presidente: Giuseppe Corci
Vicepresidente: Giacomo Corci
Direttore sportivo: Nicola Tortiello
Allenatore: Stefano Vuono
Allenatore dei portieri: Yuri Bonaretti
Collaboratori: Stefano Nicastro e Manuel Vichi
Dirigenti accompagnatori: Riccardo Gherarducci e Walter Lorenzoni
Inizio preparazione 21 agosto
Programma amichevoli
30 agosto a Peccioli
1 settembre a Castelfranco con la Stella Rossa