In casa del Volta Mantovana, Castelfranco di Sotto deve vincere

L’esito sarà connesso alla capacità mentale di ciascuna protagonista
Una gara decisiva ha molte chiavi di lettura nel volley femminile, o maschile, nonché in tutte le discipline sportive. Qui la certezza è che Castelfranco di Sotto deve vincere in casa del Volta Mantovana per avere poi la facoltà di contenderle la promozione in serie A2 sabato 3 giugno al PalaBagagli.
Domani, mercoledì 31 maggio, il confronto lombardo toscano inizierà alle 20.30, l’eventuale terzo appuntamento dovrebbe scattare alla stessa ora. Tuttavia simili informazioni sono di contorno poiché l’esito sarà connesso alla capacità mentale di ciascuna protagonista. Le oppositrici di Fgl Zuma non hanno più misteri per i sostenitori del team del Comprensorio del Cuoio. Età media, caratteristiche tecniche, prontezza del coach nello scegliere le mosse, attese d’avvio stagione, già esaudite qualunque sia la conclusione dell’avventura. Del resto, in tali casi, le rivali vanno raffigurate all’interno del rettangolo dove si alternano esultanza e amarezza – forse qualcuno ha pure appreso i loro numeri di scarpe – mettendo in disparte le proprie beniamine che vestono biancoblu.
La perseveranza, però, stuccherebbe poiché la marcata sensazione è che la sfida sarà indipendente dalla prestanza fisica individuale o dalla giornata ispirata di una titolare, su entrambi i fronti. L’interpretazione di un match attraverso la psicologia, comunque, racchiude una cospicua dose di presunzione e la sicurezza di sbagliare alcune valutazioni. La materia grigia non merita di sostituire la potenza di colei che finalizza la manovra offensiva e i salvataggi acrobatici dell’incaricata alla fase difensiva. Dunque, cosa si richiede a un’atleta di questa contesa, da champagne in frigorifero, per esprimersi al meglio? Il trucco è di sgombrare il cervello da qualunque pensiero. In parole diverse, occorre circoscrivere l’attenzione in quale mattonella le avversarie non sono in grado di arrivare.
Nessuna preoccupazione sulla vita che si accorcia, è persino insignificante che il proprio compagno sia in tribuna a soffrire e gioire per il movimento delle cifre sul tabellone. In fondo, è un meccanismo alimentato dall’elettricità, artificiale come tanti strumenti e rapporti interpersonali. Ogni pallavolista è attrice e spettatrice di un suo film. Il regista inquadra il palazzetto deserto con una ragazza assorta nell’alzare la palla sulla verticale. Vuole spedirla al di là della rete nonostante sia l’unica presente. Ma è consapevole di rimuovere i fantasmi del futuro ancora enigmatico. Non ha davanti un muro che la caccerebbe distante dal piacere della libertà.