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Cuoiopelli, il sogno continua. Falivena: “Concentrati sull’obiettivo”

9 maggio 2023 | 09:15
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Cuoiopelli, il sogno continua. Falivena: “Concentrati sull’obiettivo”

Gonzalo Negro, bomber della finale playoff: “Ero fiducioso, ma un po’ di fortuna ci vuole sempre”

I cori di gioia nello spogliatoio della Cuoio si fanno sentire. Mister Marselli, saluta cordialmente ricordando che essendo squalificato lascia al suo più stretto collaboratore Roberto Falivena l’analisi della sfida.

Passare dalla disperazione, alla sopravvivenza in cinque minuti, sul gol di Di Paola potevano scorrere i titoli di coda, al rigore che vi ha rimesso in vita?
“Vi dico la verità, in quei trentacinque secondi finche non rimetti la palla al centro e riparti, ti passa davanti tutta l’annata. Però devo dire che i ragazzi c’hanno creduto. Non è facile sopperire ad un gol preso al novantesimo in una finale del genere dove l’avevamo programmata sapendo di poterla portare ai tempi supplementari”

È stata una gara bloccata?
“Nel primo tempo abbiamo fatto le nostre scelte cercando un possesso palla per provare a sfiancali. Primo caldo, campo sintetico, siamo a maggio, abbiamo usato questa strategia per poi spingere nel secondo tempo. Il calcio vive di episodi, noi avevamo battuto sette calci d’angolo e non siamo stati pericolosi, loro ne hanno battuti tre e in uno di questi hanno fatto gol. Poi il gol al corner numero undici lo abbiamo fatto nei supplementari. Bisogna essere bravi e rimanere lucidi per potarsi le situazioni dalla nostra. I ragazzi c’hanno creduto, sfido chiunque dopo il gol. Avere dei ragazzi così è un onore, averli giornalmente, allenarli quotidianamente è bellissimo”.

Perché?
“Non danno niente per scontato e reagiscono a qualunque cosa gli succeda. Sono forti mentalmente. Abbiamo fatto un campionato da vertice per cercare di andare su direttamente non ce la abbiamo fatta. La società, i ragazzi sono stati bravi a ricompattarci per affrontare questi playoff. Lo scorso anno siamo arrivati secondi vincere il girone, siamo stati capaci di ripeterci vuol dire che il lavoro fatto dai ragazzi e dalla società è un lavoro importante ti da una gioia immensa. Poi quelli che vanno in campo sono i ragazzi che devono essere atleticamente e fisicamente pronti”

Il pericolo corso vi ha dato un grande slancio nei supplementari?
“Ci ha dato una grandissima spinta. Siamo rimasti lucidi, c’era il rischio che poteva montarti l’ansia perché non facevi gol. Può succedere qualunque cosa sono partite sull’equilibrio. La nostra forza è stata la lucidità e non ci siamo fatti prendere dalla frenesia nel cercare il gol. Qui ci sono ragazzi che hanno dei mezzi importanti, alcuni possono fare altre categorie. Mettere tutte le teste insieme non è facile. Abbiamo spinto quando dovevamo farlo”

Tutte reti da palla inattiva.
“Lo testimoniano di che tipo di gara è stata. Gli episodi a volte ti danno e altre ti tolgono. Noi ci alleniamo il pomeriggio, abbiamo un altro tipo di forza di gamba su questo campo. È il motivo per cui abbiamo cercato di allungare la partita. Magari altre squadre sarebbero partite con un atteggiamento più aggressivo rispetto a noi, magari anche rischiando. Siamo stati li con pazienza, non abbiamo rischiato niente”

Nella prima parte meglio la Cuoio.
“Sì, pur sbagliando diverse ripartenze, passaggi decisivi sulla tre quarti nostra. In una finale determinate scelte all’ultimo non puoi sbagliarle. Nel secondo tempo abbiamo deciso di mettere Giovanni Benericetti la terza punta”.

All’orizzonte c’è l’ Agazzanese?
“Noi abbiamo mandato qualcuno a vederli. Ma pensavamo molto a noi stessi. Finito il campionato il nostro step era quello di vincere il nostro playoff. Il primo step è andato”

Da qui al 28 maggio c’è tutto il tempo che si vuole?
“Non è semplice, lavorare su tre settimane. La concentrazione può fare brutti scherzi. Abbiamo tempo per lavorare e registrare sulle nostre energie mentali e fisiche”.

Torniamo ad oggi. Che cosa le è passato per la testa al fischio finale?
“C’erano le lacrime. Siamo stati sempre in testa, al giro di boa eravamo primi in classifica. La nostra è una società ambiziosa che vuole andare in Serie D. Non è facile perché le pretendenti c’erano. Complimenti al Cenaia. Noi siamo stati uniti, dopo questo piccolo tra virgolette fallimento. Il sogno continua, in questo sport senza quelli non puoi andare avanti. Per andare su ora ci attendono quattro partite, i ragazzi hanno la consapevolezza e sono sereni. Oggi mettiamo un punto sul girone. Ha vinto il Cenaia, siamo forti anche noi che abbiamo vinto i playoff. Siamo contentissimi noi e la società”.

Se siamo qui a parlare del futuro, lo dobbiamo a questo gol arrivato su angolo. Schema provato?
“Con Lorenzo Cavallini avevo avuto da ridire un minuto prima. Lui è ambidestro, ha voluto calciare con il destro due corner. Gli ho detto sei stanco calcia con il tuo piede preferito, lui però è un eclettico ha le sue teorie, Gonzalo è un tempista. Pesavo che potesse riuscire a sbloccarmela un difensore o lui o Lucaccini”.

Perché non un Andolfi?
“Gli avversari lo conoscono bene, sanno i movimenti . I difensori del Perignano con lui hanno giocato due anni insieme non gli lasciano via di scampo. Quando in area si presenta un difensore, non hai le stesse conoscenze”

Tra tutti colori che sono in scesi in campo. Tommaso Andolfi è il calciatore più indicato per rievocare quello che avvenne 2 anni fa a Santa Croce e quello che è accaduto a Pontedera.
“Giocavo nel Fratres vincevamo per due a uno al novantacinquesimo. Venne espulsione Sciapi e subito dopo gol del Cascina che portò la gara ai supplementari, dove perdemmo. Il calcio è così alcune volte ti regala delusioni grosse e ha volte anche immense soddisfazioni come oggi a parti invertite. Sono contentissimo”

Potevate arrendervi al gol di Di Paola.
“C’è stato il palo la palla è tornata indietro Francesco Mariani mi ha visto subito, ero attaccato a Falleni sono riuscito a girarmi e lui mi ha preso. Francesco è stato determinate”.

Non c’è Tapparello e ti devi sobbarcare il reparto offensivo.
“Oggi è stata una partita dove ero solo. Cavallini e Bracci che hanno fatto una partita stupenda sono stati larghi perché dovevano cercare l’uno contro uno. Io ero un po’ isolato, tutta la partita mi sono messo poco in luce, però meno male ero presente nel momento determinate”.

Vorrebbe sottrarsi, per lui le luci della ribalta sono il campo, riusciamo però a catturare Gonzalo Negro, ha una vaga assomiglianza all’uruguaiano Diego Godin, ma lui è argentino per l’esattezza di…
“Cordoba come Paulo Dybala”.

Momento migliore non ci può essere per festeggiare il primo gol stagionale.
“Il più importante. Penso che abbiamo meritato questa vittoria, abbiamo giocato un bel calcio”.

Schema provato?
“No. In questa squadra mancava Tapparello che per noi è un giocatore importantissimo, in settimana abbiamo provato senza di lui”

Raccontaci il gol.
“Sono andato deciso, la partita era chiusa, mancavano pochissimo minuti. Ero fiducioso, un po’ di fortuna ci vuole sempre”

Raccontaci la tua storia.
“Lo scorso anno ero al Montemileto in provincia di Avellino. Tornavo a giocare dopo tre anni per un infortunio al ginocchio stavo giocando in Russia”

Da quanto tempo non segnavi?
“Non ricordo. La prima stagione che giocavo a Napoli all’ Albanova giocavo mediano e li due o tre gol li ho fatti. Ora da difensore centrale l’unico possibilità che ho di farlo è su angolo. Bellissimo”.