Leonica Boxing Club, tre vittorie al PalaRamini: le racconta il neoprofessionista Simone Vanni

Max Costa, Riccardo Vanni e Lorenzo Giaguaro Guarguaglini si aggiudicano i match davanti all’atleta e tecnico della società
Tre atleti della Leonica Boxing Club sul ring di Empoli nello scorso weekend. A raccontare come è andata è il loro tecnico, il pugile neoprofessionista, classe 1991, Simone Vanni, che ha ‘prestato’ la sua penna alle colonne de Il Cuoio in Diretta.

Sono cresciuto nell’ambiente pugilistico, pieno di storie da ascoltare, aneddoti e frasi fatte su cui potremmo dilungarci ben al di là di un articolo di giornale. I vecchi maestri mi hanno sempre messo in guardia dicendomi che non sarebbe stato facile portare i ragazzi all’angolo e io li ho sempre ascoltati ma non ho mai compreso fino in fondo quello che tentavano di dirmi fino a sabato 22 aprile. Al Palaramini di Empoli la Leonica Boxing Club ha schierato in campo tre dei suoi alfieri migliori.
Max Costa, per i suoi seguaci La volpe, elite di 57 chili, ad oggi imbattuto, incontrava per la seconda volta nel corso della sua breve carriera agonistica Diego Meloni della Boxe Nicchi di Arezzo. Riccardo Vanni per i 60 chili, alla rincorsa di un risultato positivo dopo alcuni incontri che lo avevano visto sconfitto, incontrava Edwin Beljulji della Boxe Cannara ed infine per i 64 chilogrammi Lorenzo Giaguaro Guarguaglini incrociava i guantoni con Steven Barbieri della Boxe Stiava.
Il palazzetto era gremito come non lo vedevo da anni, i posti a bordo ring erano esauriti, le prevendite non più disponibili e sugli spalti si trovava posto con difficoltà solo in piedi. I nostri ragazzi sono stati accolti da un boato tremendo e hanno combattuto come leoni aggiudicandosi tre vittorie su tre incontri disputati.
Come loro tecnico potrei e forse dovrei parlarvi di cosa avremmo potuto fare meglio ma non è mia intenzione, gli incontri li trovate già su YouTube, basta scrivere Empoli Boxe Night Titolo Italiano dei pesi mediomassimi. Voglio invece raccontarvi qualcosa in più sui miei ragazzi, qualcosa che va al di là dei pugili, qualcosa di più personale che racconta gli uomini prima degli atleti.
Max Costa si è avvicinato al pugilato due anni fa per istinto. Il suo inconscio sa bene di cosa ha bisogno, lui ancora no, soffre di attacchi d’ansia e le prime volte che viene in palestra lo accompagna sua madre. La Leonica diventa presto una famiglia, i compagni, persone di cui fidarsi, e gli istruttori amici e mentori da ascoltare e da cui apprendere. I primi sparring fuori dalla palestra sono passi difficili da intraprendere, ma la voglia di superare le proprie difficoltà è sufficiente a convincerlo a insistere e non demordere. Il coraggio col tempo cresce e come per sfidare la paura che tanto lo limita ecco la decisione di salire sul ring, davanti a tutti gli amici empolesi per dimostrare a loro ma soprattutto a se stesso che con le motivazioni giuste tutto è possibile. Con i guantoni alle mani Max sembra combattere contro se stesso, non gli importa chi ha davanti, picchia con la potenza di chi ha davvero intenzione di abbattere i muri dell’insicurezza e con le gambe è veloce e sembra in grado di sfuggire qualsiasi attacco, compreso quello del panico. Spero che presto riesca a vincere l’incontro più importante, che non è quello per il titolo ma quello contro la paura perché ha tutti i mezzi per fare della propria vita un capolavoro, lo stesso capolavoro che regala a tutti ogni volta che indossa i guantoni e sale sul ring.
Per Riccardo Vanni non era un incontro ordinario, era una resa dei conti. Bloccato per problemi fisici non indifferenti e costretto all’inattività era tornato a combattere in condizioni fisiche ma soprattutto mentali discutibili, perdendo ogni incontro. Come tecnico e soprattutto come fratello maggiore era mio dovere interrompere questo bagno di sangue perché ogni incontro perso porta con sé, spesso, oltre alla pesantezza della sconfitta anche danni fisici notevoli. In palestra abbiamo lavorato tanto su alcuni difetti tecnici, ma soprattutto sull’atteggiamento mentale. Per un pugile è fondamentale salire sul ring con lo spirito disciplinato e controllato di un samurai che si prepara alla guerra, salire timidi o insicuri porta inevitabilmente alla sconfitta. Non era mia intenzione farlo combattere, ma la sua volontà di mettersi in gioco per riscattarsi mi ha convinto e a nemmeno un mese dall’evento ho deciso di dargli quest’ultima occasione per riscattarsi e per dimostrare a tutti il suo vero valore. Ha combattuto con onore, con lo spirito guerriero portando a casa un verdetto indiscutibile. Festeggiare con lui e vederlo proclamato vincitore con le braccia al cielo mi ha regalato una felicità doppia rispetto a quando le braccia le alzano a me.
Lorenzo Giaguaro Guarguaglini ormai non è soltanto un portabandiera della società ma si è pure fidanzato con mia sorella gemella ed è inevitabilmente diventato a tutti gli effetti uno di famiglia. Dotato di lunghe leve e stile longilineo ha boxato con eleganza la prima riprese senza rischiare quasi niente. Nella seconda ripresa Barbieri torna sul ring trasformato e con grande mobilità di tronco assedia Lorenzo con un ritmo terrificante e colpi potenti. Quello che non sa ancora e che non mi stancherò mai di ripetere ai miei ragazzi in palestra è che sul ring non sale soltanto il pugile ma anche e soprattutto l’uomo che sei e Guarguaglini è un uomo che non si arrende mai.
La seconda e la terza ripresa Barbieri fa l’impossibile dimostrandosi atleta coriaceo e agguerritissimo per mettere in difficoltà il mio atleta ma tutto ciò non è sufficiente per impensierire un ragazzo che ha avuto vita dura, a cui non è stato mai regalato niente e ha dovuto lottare fin dalla maggiore età per conquistare tutto.
Concludo le mie riflessioni con la convinzione che ognuno nella propria vita combatta quotidianamente per ciò in cui crede, noi della Leonica Boxing Club crediamo fortemente che la boxe renda le persone migliori e con passione ci impegniamo perché in più persone possibili incontrino questo meraviglioso mondo sportivo.