Abiti regali e pugni pesanti, lo spettacolo di Vanni fa centro: vittoria netta

L’incontro col 23enne croato ha palesato la sua costante supremazia, anche tattica
La netta vittoria ai punti di Simone Vanni, capitano della ‘Leonica’ di San Pierino, sul croato Matija Petrinic va al di là del film delle 6 riprese. Il match ha rappresentato l’evento clou della riunione al Palasport di Lastra a Signa organizzata dalla Noble Art Boxing Promotion.
Più di altre volte, il superleggero (64,5 chili al peso), seguito all’angolo dal maestro Vasco Nencioni, dal tecnico Mirco Ricci e da suo fratello Riccardo Vanni, ha destato l’impressione di padronanza assoluta del quadrato. L’incontro col 23enne croato ha palesato la sua costante supremazia, anche tattica, del classe ’91 nato a Capraia Fiorentina, però è emerso un altro aspetto originale dell’atleta giunto al quarto successo di fila nella categoria maggiore. Simone ‘love’ Vanni ha ribadito l’inscindibile legame con la boxe da andare persino oltre lo sviluppo dei round.
Non è un personaggio, anzi tale definizione suonerebbe estranea ai suoi principi, ma andrebbe seguito con più attenzione pure a livello mediatico. Per abitudine, gli organi di informazione si occupano dei campioni o di chi tenta di conquistare un titolo. ‘Quelli bravi avranno il loro spazio’, si giustificano, ma alcune sue prerogative agonistiche, associate a una storia personale comunque interessante, meriterebbero un po’ di attenzione. Ad esempio, il modo in cui il talento cresciuto nella Boxe Pontorme è uscito dallo spogliatoio. Un amico con abito da re gli ha appoggiato la spada sulla testa, come se lo benedisse a pochi istanti dal gong. La scenetta può essere piaciuta o no, ma indica una cifra stilistica, sperimentata nel precedente impegno al palazzetto lastrigiano con Oscar Molteni.
Tolti i panni da nobile, Simone Vanni ha condotto le danze con massimo raziocinio. Nei 18 minuti di contesa, non è mai stato in debito di lucidità o in preda alla tensione. Anzi, nonostante potesse imporsi per k.o., è parso privilegiare la conclusione naturale per immagazzinare le energie per una durata temporale più consistente di quella fissata nel mondo dei dilettanti. Simone Vanni ha tuttavia scagliato pugni pesanti, specie negli ultimi secondi dei parziali, senza la foga di chi vuol ‘buttar giù’ l’avversario a ogni costo. L’abbraccio dopo il verdetto col ragazzo originario di Donja Stubica, abile a mantenere la guardia alta a protezione del volto, ha sancito la stima dell’ideatore della ‘Leonica’ verso chi gli si era opposto in maniera leale. Matija Petrinic aveva pure sperato di pescare il jolly con ‘destri’ improvvisati fuori bersaglio, poi si era arreso con dignità. Simone Vanni potrebbe tornare sul ring il 20 maggio al PalaMatteoli di Firenze. Non detiene cinture da esibire, ma i cronisti sportivi del capoluogo toscano avrebbero una conveniente occasione di scoprirlo dal vivo. Così, per curiosità.