“Oltre 42mila euro di gas a gennaio”, Empoli chiude la piscina. Sciopero per i 40 dipendenti

Cgil: “Tutto è avvenuto di nascosto”. Forza Italia: “Comunicazione così inattesa e del tutto estemporanea”
L’allarme era stato lanciato dai sindaci al momento in cui le bollette avevano iniziato a salire a fine 2021 (qui). Già a novembre 2021 il gas era aumentato di quasi il 100% rispetto all’omologo periodo di epoca pre covid, salendo al 121% a dicembre e del 172% a gennaio con un trend che non accenna a diminuire data la situazione internazionale.
Il sindaco di Empoli Brenda Barnini di fronte all’impossibilità di continuare a finanziare questi aumenti pena il taglio di altri servizi essenziali erogati dal Comune, ha dovuto prendere la decisione di sospendere l’attività della piscina. “L’amministrazione comunale – spiega – metterà il massimo dell’impegno per riaprire l’impianto nei prossimi mesi. Avevo chiesto in modo informale ad Acquatempra di iniziare a predisporre la chiusura dell’impianto in considerazione delle proiezioni disastrose sulle bollette di gas e luce. Per avere un’idea di cosa stiamo parlando riporto due numeri: a gennaio 2020 per gas e luce la piscina ha speso 18.159 euro, a gennaio 2022, 42.546 euro un aumento insostenibile. Spero che il Governo si renda conto al più presto delle difficoltà dei Comuni.
Le notizie che circolano ad ora sono che ci verrà consentito di usare l’avanzo di gestione dell’anno precedente per pagare le utenze in più. Questo è un provvedimento assolutamente iniquo che non tiene conto del fatto che i Comuni non hanno strumenti per difendersi dalla crisi energetica e hanno vincoli di bilancio da rispettare. Le risorse dell’avanzo dovrebbero servire per fare manutenzioni e interventi sul territorio non per ripianare il disavanzo generato dal caro bollette. La decisione grave di chiudere la piscina è figlia di questo difficile contesto”.
Per le bollette, “Empoli ha previsto 362mila euro per il 2022 ma se il trend del costo dell’energia continuerà la sua corsa, sicuramente la cifra non basterà. Nel bilancio del Comune di Empoli dopo gli anni del covid che sono costati al contribuente un milione di euro, tra fondi comunali e ristori statali, nel 2022 sono stati destinati in favore di Acquatempra per la gestione dell’impianto, altri 362mila euro che se questi aumenti delle bollette continuano, non saranno sufficienti per tenere aperto l’impianto tutti e 12 mesi”.
L’amministrazione comunale si relazionerà nei prossimi giorni con il gestore per capire come affrontare questa fase di crisi. La regolarizzazione del contratto dei dipendenti avvenuta in epoca pre pandemia ha consentito di tutelarli durante il covid facendoli accedere alla cassa integrazione, adesso l’amministrazione si premunirà di sollecitare il gestore per attivare i meccanismi di salvaguardia durante il periodo di chiusura.
La Cgil
Da lunedì 7 marzo l’impianto chiude e, è l’allarme lanciato dalla Cgil, “i 40 dipendenti della società Aquatempra si ritroveranno a vivere i problemi di salari dimezzati, di incertezza del loro futuro, oltre alle pesanti ricadute sui tanti utenti e le società sportive che utilizzano lo sport come elemento di crescita della società. Problemi che non volevamo più vedere visto l’andamento della pandemia, l’arrivo della bella stagione e la situazione della società che con la chiusura rischia il default finanziario.
Il tutto è avvenuto di nascosto, senza nessuna risposta alla richiesta di confronto che sindacato e Rsu hanno avanzato ai Comuni. A sostenere le nostre motivazioni basta sapere che nessun impianto pubblico è stato chiuso in Toscana, o che le iscrizioni stavano tornando ai livelli prepandemia e che la società stava facendo assunzioni, stabilizzazioni e accordi per adeguare il personale alle necessità della società”. Per dire no alla chiusura, le lavoratrici e i lavoratori saranno in presidio sotto al comune di Empoli la mattina di lunedì 7 marzo.
Gandola
“Una doccia fredda per i clienti e una doccia freddissima per i lavoratori” per il consigliere metropolitano di Forza ItaliaCentrodestra per il cambiamentoPaolo Gandola, il coordinatore provinciale di Forza Italia Firenze Paolo Giovannini e Samuele Spini, coordinatore comunale Forza Italia a Empoli.
“Un fatto, quello di una comunicazione così inattesa e del tutto estemporanea, che ha lasciato tutti basiti. Addirittura, pare, che gli utenti siano stati avvisati qualche ora prima degli stessi lavoratori, un fatto inaccettabile e che i responsabili dovranno spiegare. Siamo tutti consapevoli, e non da oggi, delle gravi ripercussioni economiche dell’aumento dell’energia elettrica e del gas sull’intero tessuto economico, industriale e pubblico del nostro Paese ma come è stata gestita la situazione della piscina di Empoli ha dell’inverecondo.
Gli utenti sono stati avvisati a partire da ieri mattina e durante i normali corsi che frequentano, mentre la stragrande maggioranza dei lavoratori solo alle 19,40 di ieri sera. Ma può mai essere questo il modo di gestire in modo trasparente un così grave momento di crisi? Come mai i lavoratori sono stati lasciati all’oscuro della situazione? Come mai gli utenti stessi, soprattutto nell’ottica di valutare dei possibili rinnovi di abbonamenti e corsi, non sono stati avvisati da circa un mese a questa parte, visto che in queste ore la sindaca di Empoli Brenda Barnini si è subito discolpata dell’accaduto, dichiarando che già da alcune settimane aveva comunicato alla società Aquatempra il rischio di uno stop dell’impianto?
Alla Sindaca diciamo, però, di non correre troppo nella direzione di considerarsi del tutto estranea e non corresponsabile di questa situazione di fortissimo disagio per utenti e lavoratori, perché ci teniamo a ricordarle, che la società Aquatempra che oggi descrive come una società esterna non è altro che una partecipata del Comune di Empoli e dei Comuni di Certaldo, Fucecchio, Montespertoli, San Gimignano, Santa Croce sull’Arno, Gambassi Terme, Poggibonsi, Larciano, Lamporecchio e della stessa Unione dei comuni dell’Empolese Valdelsa. Insomma, la Sindaca non si può celare dietro alla scusa di una società esterna al Comune di Empoli per cercare di spiegare questo cortocircuito di informazioni e decisioni prese all’ultimo secondo.
Comprendiamo le estreme difficoltà legate ai costi di gestione, aumentati vertiginosamente in questi mesi ma, allora, di fronte della necessità di dover chiudere sine die un impianto, tanto più se pubblico, si deve altresì lasciare aperta la possibilità agli utenti di ottenere un rimborso economico e non, come detto, un ‘credito non monetizzabile per il periodo non usufruito’. Questo ultimo passaggio sarebbe oltremodo scandaloso e assolutamente inaccettabile. Pensiamo a chi usufruisce dei corsi o delle piscine per tempi limitati in ragione di riabilitazioni o specifiche esigenze temporanee, perché questi cittadini non dovrebbero avere il diritto ad un immediato rimborso, da utilizzare altrove? Ad oggi, fortunatamente, molte piscine private sono ancora aperte, quindi si facciano meno piagnistei e si lavori alacremente affinché tutti gli utenti siano doverosamente rimborsati.
Infine, ma non da ultimo, cosa ne sarà dei lavoratori? Avranno diritto alla cassa integrazione? Insomma, serve chiarezza e serve subito”.