“Andavo a pesca con mio padre”, adesso Cristian è campione del mondo



“Devi sacrificare un po’ tutto. E’ molto importante essere circondato da persone che ti supportino”
“Ho iniziato a pescare con mio padre, anche lui pescatore, all’età di 5 o 6 anni, prima in acque selvatiche (anche dette non commerciali), poi mi sono avvicinato all’agonismo a vent’anni, iniziando a fare le prime gare per una società della zona del Cuoio, poi per la società Valdera Pontedera e infine con Oltrarno Colmic dal 2016 con cui ho vinto”. Cristian Matteoli è il campione italiano di pesca al colpo che insieme al suo team (composto da Jacopo Falsini, Francesco Reverberi, Andrea Fini, Maurizio Fedeli e Filippo Beltrami) ha vinto lo scorso week end in Serbia il campionato mondiale (qui la notizia).
Ma è anche un fucecchiese, che nel comprensorio del Cuoio ancora vive e lavora. Per gli estranei a questo sport, con il termine “pesca al colpo” si intendono molti tipi di pesca che fanno uso di un galleggiante, per segnalare l’abboccata del pesce. Vince chi raggiunge il peso maggiore di pescato. Il proprietario dell’azienda “Il Puma” a Santa Croce sull’Arno ha intrapreso un lungo percorso tra gare e campionati vari fin da giovanissimo per raggiungere questa vittoria a cui punta da molto tempo, quindi molto sudata.
Come lui stesso spiega, “gli allenamenti si svolgono il fine settimana, sabato e domenica. In estate e primavera si trovano campi di gara in tutta Italia, mentre in inverno solo in laghi a pagamento. È ovvio che con dei ritmi simili devi un po’ sacrificare tutto, in primis la famiglia. Fortunatamente ho una donna accanto che ha compreso questa mia passione e mi ha lasciato libero di seguirla e anche uno staff aziendale esperto che mi consente di allontanarmi anche per più giorni. Salendo sempre più in alto, si trovano avversari più spietati quindi è molto importante essere circondato da persone che ti supportino”.
Essere campioni del mondo è un obiettivo sensazionale, soprattutto quando lo sport per cui gareggi comporta molti sacrifici sia familiari, sia lavorativi, ma anche fisici perché richiede di stare anche per molte ore in condizioni climatiche avverse a pescare. La vittoria tanto agognata ripaga di tutto questo, infatti, come afferma Matteoli, “inizialmente neanche capisci cosa hai realizzato poi quando arrivano i messaggi di congratulazioni persino dall’estero, capisci che hai fatto qualcosa di importante. Me lo avessero detto prima, non ci avrei mai creduto. Per questo risultato oltre alla mia famiglia, voglio ringraziare anche lo sponsor tecnico Colmic in particolare il proprietario Andrea Collini che ci ha fornito lo staff e i materiali necessari per questa impresa. Io ho 50 anni, ma alle future generazioni voglio dire di non arrendersi mai, di andare sempre avanti nonostante gli alti e bassi della vita per raggiungere i propri obiettivi”.