Il calcio dei bambini, il libro che nasce a Santa Maria a Monte



L’autore: “Il bambino non va impartito, ma deve tirare fuori da solo il proprio talento”.
“La mia libertà finisce dove comincia la vostra” diceva Martin Luther King. E in queste parole ci sta un mondo: si dice, con una frase, che ciascuno è portatore di una libertà che, tuttavia, non deve prevaricare sulle libertà altrui. Sembrano solo belle parole, ma in realtà sono dati di fatto. Questo l’ha capito Armando Verdino, un giovane di Santa Maria a Monte, che sulle libertà nel mondo calcistico ci ha scritto un libro, sapendo declinare l’aforisma all’esperienza quotidiana. Si intitola Il Calcio dei Bambini: sentieri di libertà, il breve saggio uscito il 29 maggio, prima pubblicazione di Verdino che si è ispirato alla sua esperienza sul campo.
“Ogni capitolo – ha spiegato l’autore – è strutturato per inneggiare alla libertà degli attori intorno al bambino. Il protagonista è il bambino libero di crescere, poi ci sono tutti gli altri. Ci sono le società calcistiche, gli allenatori, i genitori, ognuno portatore di una propria libertà. C’è la libertà di educare, quella di fare esperienza, quella di sbagliare. Una libertà organizzata, non anarchica che considera tutte le parti in causa funzionali alla crescita del bimbo. Per questo il sottotitolo è appunto Sentieri di libertà”.
Verdino ha 35 anni, da 15 è allenatore di calcio per i bambini dai 5 ai 16 anni. Di lavoro fa il divulgatore ambientale nelle scuole e nella natura e la didattica, dice, “fa parte del mio bagaglio culturale”. “Non sono uno scrittore – ha precisato Verdino -, ma mi piace scrivere. Mi piace stare con i bambini cercando di trasmettere loro una mentalità che non sia per forza quella della competitività. Ho scritto questo saggio perché volevo trasmettere ai giovani e ai vecchi allenatori, che magari hanno un’impronta vecchio stampo, ma anche ai genitori una mentalità che sia quella di insegnare qualcosa al bambino: insegnare le competenze calcistiche, certo, ma insegnare anche a stare nel gruppo e avere valori etici e morali”.
Nel libro c’è anche una simpatica descrizione dei personaggi che si trovano nel contesto calcistico reale. Una disamina dei vari tipi di attori in cui tutti coloro che hanno figli che giocano a calcio si sono imbattuti. Verdino prende spunto anche da teorie pedagogiche e didattiche, in alcuni casi rivedendole. In appendice, infine, a rimarcare il fatto che il saggio sia frutto dell’esperienza dell’autore, ci sono due aneddoti, due storie tratte dalla vita di campo che riguardano l’inclusione. La prima riguarda l’apertura del mondo del calcio al settore femminile, la seconda, invece, ha a che fare con il razzismo.
Insomma, il messaggio di fondo è che il calcio dei piccoli, seppur guardando spesso con ammirazione al calcio dei grandi è, in realtà, molto diverso e di conseguenza le aspirazioni, le ambizioni, talvolta le pretese, devono essere altrettanto diverse.