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Ponte a Cappiano in testa alla classifica, mister Marchetti: “Non conta niente, c’è da lottare”

17 gennaio 2020 | 19:13
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Ponte a Cappiano in testa alla classifica, mister Marchetti: “Non conta niente, c’è da lottare”

La vetta è un “dono” del Castelfranco. “Le nostre sono state vittorie più sofferte”

Il Castelfranco ha frantumato il Malmantile, consegnando la testa della classifica al Ponte a Cappiano, a sua volta vincitore con lo Sporting Arno. Di questo nuovo cambio al vertice ne abbiamo parlato con il tecnico del calligiani Massimo Marchetti.

Mister, un bel regalo.
“E’ una goduria momentanea. Anche se come dico io è sempre meglio star su che star giù”.
Come è il panorama dall’alto?
“Ad essere precisi eravamo già stati da soli in testa alla classifica. Però quando avvenne il Malmantile aveva da recuperare la gara con la Stella Rossa rinviata per maltempo. Poi nel recupero si ripresero la testa della classifica. Non era scontato il successo con lo Sporting Arno e così è stato”.

Onestamente, voi per quale risultato avete tifato?
“Il pareggio avrebbe tenuto il Castelfranco con 6 lunghezze di ritardo”.
Quindi, avreste recuperato punti a tutte e due.
“No. Guardi che stiamo parlando di una corazzata. Dopo che hanno pareggiato da noi, hanno inanellato 6 vittorie consecutive schiaccianti, dando dimostrazione di forza. Gli interventi sul mercato dimostrano quanto vogliono salire di categoria. A Castelfranco hanno acquistato giocatori che venivano dalla Promozione”.

Marchetti non si nasconda: anche voi arrivate da 5 vittorie di seguito.
“Per l’amor di Dio, non vogliamo mettere in dubbio nulla. Ma le nostre sono state più sofferte, più rosicate. Loro sono stati degli schiacciasassi. Non c’è dubbio che ce la giocheremo fino all’ultimo. Ma non sto raccontando niente di nuovo. Non faccio altro che confermarvi quello che vi avevo dichiarato d’estate, in tempi non sospetti”.
Che differenze vede tra i due schieramenti?
“Noi abbiamo una rosa più ampia. Loro hanno 12 o 13 giocatori di livello. Per essere dove siamo, abbiamo sputato sangue. Domenica con lo Sporting Arno abbiamo dovuto fare a meno di Cenci, Mandorlini e D’Ambrosio e siamo riusciti a rimpiazzarli. L’unico che non sono riuscito a rimpiazzare è Niccolai. Ha avuto un infortunio come quello occorso a Zaniolo. Si è fatto male alla terza giornata ha provato a rientrare contro il Bientina. Il 12 febbraio sarà costretto a ricorrere all’intervento chirurgico”.

Tra due settimane al “Mediceo” arriverà il Malmantile.
“Ad esser sinceri, io temo di più la gara di domenica. Andremo a Firenze a far visita al Florence. Gare come quella con il Malmantile non hanno bisogno di concentrazione. Sotto quest’aspetto si preparano da sé. Domenica andremo su un campo ostico in casa di una squadra che cerca punti per allontanarsi ulteriormente dalla zona salvezza. Senza nulla togliere al Malmantile, la squadra che c’ha inflitto la prima sconfitta stagionale, nella quale ci fu negato un rigore solare su Andreotti. Squadra ottima con un tecnico esperto che sa quello che dice. Ma tornando alla gara con il Florence vedrete che sarà una gara difficile”.
Mette le mani avanti?
“Pensiamo ad una gara alla volta. Si siamo in testa ma mancano ancora 13 partite”.

Rispetto a Malmantile e Castelfranco, voi avete segnato molto meno, ma vantate la miglior difesa.
“Nelle prime 4 giornate abbiamo incassato 7 gol. Poi fino al 3-3 con il Castelfranco ne abbiamo subite 6. E 13 gol nelle prime 11 gare, 5 nelle ultime 6 gare di campionato. Nei 52 gol realizzati dal Castelfranco ci sono 11 gol segnati alla Butese i 6 rifilati all’Atletico Fucecchio. Le nostre vittorie specialmente le ultime tre di misura. Noi a Buti abbiamo vinto 2-1. Si patisce fino all’ultimo”.
A proposito di ultimo, quando avete saputo che il Castelfranco ha battuto il Malmantile?
“Già a fine primo tempo sapevamo che stavano vincendo 2-0”.

C’è stata euforia quando siete tornati negli spogliatoi al fischio finale?
“Sicuramente essere in testa dà morale. Ma ora non conta niente. E’ chiaro che questo permette di allenarti bene, godiamoci questa cosa. Ma poi si riparte pensando partita per partita. Non siamo una squadra che quando vince arriva negli spogliatoi e urla, dobbiamo sempre portare rispetto agli altri. Non usiamo i social. La società martedì c’ha portato a mangiare una pizza ma finisce lì. Rimaniamo con i piedi a terra. E domenica potrò avere tutti a disposizione. Potendo contare anche sull’apporto del classe ’99 Manetti ex Tuttocuoio in Serie D e Fucecchio in Eccellenza centrocampista che ho visto nella sua prima seduta di allenamento e sono convinto che può darci una grossa mano”.
Questa mossa di mercato testimonia che non volete lasciare nulla al caso?
“Abbiamo perso Ivone per motivi di lavoro. Stiamo rispettando i programmi che la società si era prefissata. Abbiamo parlato di Malmantile e Castelfranco, ma io guardo anche a chi è a ridosso: Casellina, Daytona e Sextum Bientina. Perché la strada è ancora molto lunga punti in palio ce ne sono tanti. Noi compreso le gare amichevoli, con la Coppa e il Campionato abbiamo giocato 23 gare e ne abbiamo perse 2. Il merito di quello che abbiamo ottenuto è dei ragazzi. Per l’ impegno che hanno mostrato per quello che riescono a dare. Quando si esce dal campo bisogna aver sputato sangue, la maglia deve essere fradicia e piena di mota”.

Questi sono motti tipici dei livornesi.
“Sono 16 anni che alleno. Conosco il calcio come le mie tasche. Ho sempre preteso di lottare fino all’ultima goccia. Poi nel calcio per vincere occorrono tanti fattori: fortuna, episodi. Pensando partita per partita. Il Ponte a Cappiano ha un passato glorioso alle spalle e non pensate che sia facile o scontato allenare qui”.
Ha una rosa di 16 giocatori di cui 9 come lui arrivano da Livorno. Gente schietta, che non ha giri di parole, disposta a tutto che non vuole mosche sul naso. In testa al girone c’è una squadra con la maglia biancoceleste il suo nome è Ponte a Cappiano, a 13 chilometri dalla fine. Scusate a 13 gare dal termine. Partita per partita, chilometro per chilometro.