
Il fenomeno di società di calcio dilettantistico malsane, piene di debiti e bilanci falsati, sembra essere più diffuso di quanto ci si aspettasse in Italia. Ad oggi chi ha un figlio che gioca a calcio è molto probabile che stia avendo a che fare con realtà di questo tipo senza nemmeno rendersene conto.
L’universo delle società dilettantistiche è una sorta di far west dove la criminalità organizzata trova spazio di manovra e dove vige l’assenza di regole e controlli, il che apre la strada al fenomeno del riciclaggio di soldi sporchi, estorsioni e molto altro ancora.
In Italia solo poche regioni si sono viste solo marginalmente toccate dal fenomeno e una di queste è la Toscana. A parlare di quello che accade è la commissione Parlamentare Antimafia, che in una relazione dedicata al mondo del calcio afferma come oggi “non esiste un controllo a monte sugli assetti societari, sui dati contabili, sulla presenza di finanziamenti-soci, sui bilanci o sui rendiconti delle società dilettantistiche italiane”.
I numeri del calcio dilettantistico
In Italia il calcio è davvero molto praticato a livello dilettantistico e si irradia profondamente in tutti i territori e tutte le province, fino ai piccoli comuni e frazioni di periferia. Sono iscritte alla Lega Nazionale Dilettanti 12618 società e circa 1 milione di giocatori. Questo senza contare i 200 mila dirigenti, le oltre 70 mila squadre e le 620 mila gare ogni anno.
Si tratta di un sistema a tutti gli effetti deregolamentato, come testimoniano alcune audizioni che fanno emergere chiaramente i forti limiti dei sistemi che dovrebbero essere messi a controllo della situazione. Uno dei problemi principali è il fatto che i requisiti fissati dalla Figc non prevedono alcuna verifica sugli assetti proprietari, l’unica cosa importante per il massimo organo di monitoraggio è che le società rispondano a determinati parametri di natura finanziaria.
Le scommesse sul calcio dilettantistico
Il calcio dilettantistico è però protagonista anche e soprattutto in Toscana di un particolare fenomeno, ovvero quello della crescita delle scommesse sulla Serie D. Anche qui però bisogna fare attenzione a chi si vanno a dare i propri soldi. In tanti scommettono online, ma per farlo in sicurezza bisogna scegliere tra i nuovi siti scommesse quelli regolamentati, che per fortuna rappresentano la maggioranza nel settore.
Le scommesse sulla Serie D sembrano essere particolarmente apprezzate dal pubblico, perché molto spesso si ha la possibilità di piazzare una giocata sulla propria squadra del cuore che nella maggior parte dei casi è proprio quella del paese d’origine. A destare preoccupazione però è ancora una volta il fenomeno delle scommesse truccate, ovvero il cosiddetto match fixing.
Il fenomeno del match fixing
Purtroppo sembra che le nuove tecnologie abbiano dato adito al problema del match fixing di espandersi. Si tratterebbe di un vero e proprio business multimiliardario che spesso viene correlato ad attività criminali come il riciclaggio. Il gioco è reso permeabile alle partite truccate a causa della disomogeneità nelle regolamentazioni nazionali, dato che è possibile approvare scommesse senza dimostrare la provenienza dei fondi utilizzati.
Questo è un fenomeno che abbraccia tutte le forme di sport, tuttavia, nel calcio troverebbe un terreno più fertile, ma soprattutto più lucrativo. Nel 2017 si era già fatto un punto della situazione anche grazie a Gabrielli, il capo della polizia che ha parlato di “un settore entrato in fase di crescita” (quello del betting), in particolare nella regione Campania dove si concentra il 20% del totale delle giocate, ma anche la Toscana fa la sua parte in termini di gioco d’azzardo. Alcuni studi testimoniano come l’entità del giro d’affari delle scommesse online e off line tocca i 3 miliardi di euro.
Ma a questi numeri vanno aggiunti anche quelli dei bookmakers di altri Paesi, si stima che si tratti di 53 milioni di euro a partita grazie alle diverse forme di puntate disponibili. Si parla di oltre 73 tipi di scommesse per ogni partita di Serie A e circa 31 per ogni partita del campionato primavera.
Non a caso si contano diverse inchieste nel settore, come quella che nel 2015 a Catania ha coinvolto 50 persone accusate di associazione a delinquere, in una indagine denominata Dirty Soccer per l’appunto. Si parla dunque di un settore poco trasparente, dove bisogna fare attenzione alle scelte che si fanno.