Geografia del calcio: il potere di acquisto parla inglese. Il calcio provinciale sempre più negli abissi

16 agosto 2017 | 16:11
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L’estate in corso segna un cambiamento epocale, una rottura col passato difficilmente sanabile, un punto di non ritorno che muterà per sempre il futuro del calciomercato. Il pagamento del Psg di 222 milioni di euro per Neymar, un affare da 500 milioni considerato l’interezza dell’operazione, ha alzato notevolmente l’asticella di tutte le prossime operazioni di mercato, da quelle di fascia media alle più alte. Da oggi, tutti si sentiranno in diritto di alzare le quotazioni dei propri top player: perché una Juventus vicecampione d’Europa deve “svendere” Dybala, più giovane del brasiliano, a meno della metà? O ancora, perché il ricco Liverpool dovrebbe “accontentarsi” di 100 milioni per Coutinho, meteora all’Inter, sapendo del capitale che ha da spendere il Barcellona?

Un effetto domino che ha portato inevitabilmente ad un isterismo di mercato, che si riflette anche sul Milan: quasi 200 milioni spesi, per ora, con quasi tutti i giocatori pagati ben sopra la loro quotazione, pagando ingenti commissioni agli agenti per averli subito tra le proprie fila In tutto ciò, chi ne esce delegittimato, è miserabilmente il fai play finanziario. In barba a chi come Inter, Malaga, Fenerbache ed altre società sono state pesantemente condannate in questi anni.
Non è però l’unico aspetto da considerare, in questa rincorsa a spese folli: perché chi era ricco, lo è ancora di più, chi aveva meno ed arrancava oggi non esiste più. È il caso del miracoloso Castel di Sangro, che a fine anni ’90 da un comune dell’Abruzzo di 5 mila abitanti riceveva l’Inter di Baggio, Vieri e Ronaldo contendendole sino all’ultimo i quarti di finale di Coppa Italia, dopo aver assaporato il sogno della serie B.

Oggi tocca anche al Tuttocuoio, società della provincia di Pisa che ha vissuto un lustro in paradiso, dopo che dalla fondazione nel 1957 non aveva mai vissuto il calcio professionistico. Tre stagioni in Lega Pro, una in Seconda Divisione: l’addio al sogno è firmato proprio dal Prato, nei playout dell’ultima stagione, partita tra l’altro sotto inchiesta nell’ambito del calcioscommesse. La società toscana, che ha visto sedersi in panchina anche Cristiano Lucarelli due anni fa, è andata seriamente incontro al rischio di un fallimento in seguito alle dimissioni del presidente Dolfi: adesso la nuova proprietà di Paola Coia cercherà di riportare subito in alto una società che ha vissuto recentemente gli anni più gloriosi della propria storia.
Vicende lontanissime da una geografia del pallone che ha portato l’Inghilterra a dominare totalmente il mercato mondiale, grazie ad un potere di acquisto esponenziale rispetto agli altri campionati europei. La Spagna vive nel mito di Real e Barça, il resto della Liga guarda ed ammira da lontano, non potendo nemmeno avvicinarsi alle cifre monstre dei due club. Psg e Bayern capitalizzano Francia e Germania, con quest’ultima che continua a svuotare le “rivali” dei loro migliori giocatori. Proprio in questa finestra i bavaresi hanno completato l’acquisto più caro della storia: “appena” 41 milioni per Tolisso.
L’Italia offre segnali di ripresa, lenta ma costanti: l’epoca delle sette sorelle è un lontanissimo ricordo.