Tuttocuoio in D al lavoro per squadra e Leporaia

11 luglio 2017 | 18:46
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Tuttocuoio in D al lavoro per squadra e Leporaia

Da oggi (11 luglio) il Tuttocuoio è iscritto al campionato di serie D. Niente triste epilogo, niente storia che finisce ma, semmai, una nuova avventura che inizia con un giorno d’anticipo rispetto alla scadenza di domani.

Che vede ancora un ruolo fondamentale di Andrea Dolfi, anche se decisamente più defilato e che prende avvio da una serie di buone intenzioni. A partire dallo stadio: il nuovo Tuttocuoio vuole giocare al Leporaia. “Questa mattina ho incontrato il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini che mi ha dato una serie di rassicurazioni – spiega la nuova presidente Paola Coia – E’ stato disponibile e sono certa che manterrà le promesse”. La manager è arrivata al Tuttocuoio quando era ancora in Lega Pro dal settore giovanile. Ha infatti rilevato le quote con un preliminare, da ufficializzare nei prossimi giorni con atto notarile. Ma quel che conta, in questo momento, è lavorare, perché la stagione calcistica è già cominciata e mancano squadra e settore tecnico. Non ci sarà come allenatore, anche se resta un tecnico della società, Nico Scardigli, legato alla nuova presidente.
“Nei prossimi giorni – spiega – incontrerò i giocatori che sono ancora liberi e gli proporrò di restare con noi passando in D. Non so cosa mi diranno, quanto e in quanti sono attaccati alla maglia, ma dobbiamo ripartire da qui. Dal settore giovanile, inoltre, che si è comportato bene. Poi cresceremo, un po’ alla volta, squadra e nuova società, senza strafare ma facendo”. La stessa proposta, quella di cambiare serie ma non maglia, potrebbe arrivare allo staff tecnico, Aringhieri in testa.
Sulle cordate di imprenditori delle quali tanto s’è chiacchierato Coia spiega: “Dolfi ha incontrato tanta gente, alcuni anche con me. Pochi del territorio a dire la verità, ma poi non si concludeva mai. Una delle volte in cui mi ha manifestato la volontà di smettere, perché aveva troppe cose da fare e non ce la faceva più, gli ho detto che ci avrei pensato io. Che non ero Dolfi ma che qualche soldo potevo investirlo. Ha deciso di non mettete il suo Tuttocuoio in mano a uno qualsiasi, anche se, magari, avrebbe potuto permettersi la Lega Pro, ma ha preferito affidarlo a me e farlo ripartire subito, anche se da una serie più bassa”. Nessuna terza categoria, comunque: si parla di D e basta vincere un campionato per risalire. Strana affermazione dopo la tragica retrocessione, ma magari una presa di coscienza che serve a non dare tutte le colpe alla famiglia Dolfi. E a rimboccarsi le maniche davvero, per fare che il Tuttocuoio diventi cosa di Ponte a Egola.

Elisa Venturi