Calcio scommesse, atti in ritardo: decade il procedimento

25 ottobre 2016 | 09:41
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Calcio scommesse, atti in ritardo: decade il procedimento

Niente processo per la vicenda Dirty Soccer, almeno fino a quando la procura federale non presenterà un’opposizione alle eccezioni sollevate dagli avvocati per un vizio di forma nella notifica degli atti, ritenute fondate in primo grado, dal Tribunale Federale Nazionale della Figc. Con un’eccezione da manuale di diritto, gli avvocati Mattia Grassani e Federico Menichini hanno fatto decadere l’intero procedimento rilevando, in fase dibattimentale, che la procura federale non ha notificato gli atti in tempo utile, con un ritardo di circa una settimana, ai deferiti che quindi hanno visto violato il loro diritto di difesa.

Nello specifico, la conclusione delle indagini è avvenuta il 3 maggio 2016, con possibilità, per gli incolpati, di svolgere attività difensive entro 45 giorni. Successivamente a tale fase, il deferimento doveva essere notificato entro e non oltre il 17 luglio 2016, termine ultimo secondo la scansione procedimentale del Codice di Giustizia Sportiva. Gli atti sono arrivati sui tavoli dei legali solo il 4 agosto.
Lo studio Grassani di Bologna, che nel procedimento rappresenta la società Ac Tuttocuoio 1957 San Miniato Srl, nella pratica con questa eccezione (svolta anche da altri colleghi, quali i difensori di Eugenio Ascari e Andrea Bagnoli) ha fatto decadere l’intero procedimento e i benefici si sono estesi anche agli altri deferiti, oltre 25 persone fisiche, per lo più procuratori di calciatori e 10 società calcistiche che nella stagione 2014-2015 erano iscritte al campionato di Lega Pro. L’accusa aveva ipotizzato durante le indagini, che società e procuratori dei calciatori avessero concorso a creare un meccanismo di combine per trarre indebiti guadagni dal calcio scommesse, alterandone quindi i naturali risultati. Un’indagine durata oltre un anno e che aveva visto arrivare gli uomini della polizia giudiziaria su mandato della Dda anche a perquisire le sedi di alcune società toscane nella primavera 2015. L’eccezione di improcedibilità ha fatto decadere tutto il procedimento. Per questo filone di indagine, che si era mosso tra Ponte a Egola e Pontedera, la procura aveva ipotizzato che Andrea Bagnoli fosse una persona vicina al Tuttocuoio di Dolfi, pur non comparendo nella compagine societaria e che potesse essere uno dei procuratori a conoscenza dei tentativi di alterazione della partita Tuttocuoio-Gubbio del marzo 2015. Patron Dolfi, per dovere di cronaca, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti.
Adesso la procura federale avrà una settimana di tempo per impugnare, alla Corte Federale d’Appello Figc, le eccezioni che hanno di fatto bloccato il dibattimento sul nascere. Nel caso di impugnazione, rimane da capire se la Corte Federale d’Appello intenderà accoglierla o rigettarla, ipotesi questa più accreditata. Se queste due condizioni non dovessero verificarsi, l’intero procedimento che ha tenuto in subbuglio il mondo della Lega Pro per mesi, gettando discredito anche su chi con ogni probabilità, di combine non sapeva e non voleva sapere niente, decadrebbe e con essa la possibilità della procura federale di avviare nuove indagini con queste ipotesi di reato e quindi un procedimento a carico dei deferiti.

Andrea Signorini
Gabriele Mori