“Adeguamento delle convenzioni o il sistema crolla”: appello delle Pubbliche assistenze

“Quattro associazioni di volontariato locali hanno sospeso il servizio di stand by e chi è rimasto si è trovato a dover fare il doppio degli interventi”
“Le associazioni resistono con senso di dovere e perché sentono di dover mantenere il rapporto che hanno con la cittadinanza. Ma con i rincari attuali, fino a quando resisteranno? Alcune Misericordie dell’area, che si alternavano nella disponibilità operativa, non sono già più a disposizione della centrale 118 Pistoia Empoli. Di conseguenza, per chi ha deciso di proseguire nonostante tutto, la situazione si è fatta oltremodo complessa”. A lanciare l’allarme sono i presidenti della Pubblica assistenza di Fucecchio Luigi Checchi, Santa Croce sull’Arno Marco Remorini, Castelfranco di Sotto Soccorso Sicuranza, Montopoli Valdarno Edorardo Ceccarelli e Orentano Giuseppe Santosuosso.
“Quando stiamo male – ricordano -, abbiamo un incidente o genericamente abbiamo bisogno di soccorso sanitario, chi ci viene a prendere? L’ambulanza, un presidio nella società attuale decisamente irrinunciabile. Qualcosa che viene dato per scontato ma che tanto scontato non è”. Infatti, “Nella situazione attuale, nel Valdarno, le ambulanze in stand by (disponibilità operativa) sono 7, di cui una con infermiere a bordo della Pubblica Assistenza di Santa Croce e le restanti coi soccorritori. Di queste sette, 4 operano H24 e le altre si alternano. Solo che, negli ultimi mesi, quattro associazioni di volontariato locali hanno sospeso il proprio servizio di stand by, col risultato che chi è rimasto si è trovato a dover fare il doppio degli interventi, con tutte le difficoltà del caso”.
Perché, come ogni cosa gratuita per chi la riceve, c’è un costo da sostenere. “Dalla Regione, per un’ambulanza in stand by pronta a uscire H24 arrivano circa 7.500 euro al mese (oltre ai rimborsi chilometrici). Una cifra che permetteva di pareggiare a malapena le spese fino ad alcuni mesi fa, ma adesso non più. Anche perché, uscendo di più per coprire i servizi che prima erano gestiti da altre associazioni, le ambulanze si rompono di più e andranno incontro alla rottamazione prima, comportando per le Pa ulteriori spese non previste”.
La richiesta di aiuto arriva dalle Pa con un mezzo sempre pronto a partire. “Noi continuiamo a offrire il servizio di stand by, anche se per noi la disponibilità operativa è in rimessa o lo sta diventando sempre più. Le tariffe sono ferme da anni mentre i costi salgono e i volontari sono in difficoltà. Ma se smettiamo anche noi, ci sarà un giorno in cui un paziente che chiama non trova l’ambulanza per soccorrerlo? Noi non vogliamo arrivare a questo punto”.
I presidenti, poi, si pongono un quesito: “I soldi risparmiati per le ambulanze che non sono più in stand by, dove finiscono? Non potrebbero essere investiti in chi invece sta continuando a prestare questo servizio alla popolazione?. In difficoltà sono anche i volontari. Spesso rimangono bloccati in Pronto Soccorso, con turni che si protraggono all’infinito. E con gli interventi che aumentano, accresce anche il loro stress. Se riusciamo con mille difficoltà ad avere ambulanze operative è perché ci sono i volontari: se loro mollano e dobbiamo mettere i dipendenti sulle Bravo, il sistema crolla”.
Da qui la necessità di appellarsi alle istituzioni: “A loro – in primis la Regione e l’Ausl – chiediamo un intervento rapido, perché già il sistema di emergenza urgenza in Toscana si regge sulle spalle delle associazioni di volontariato. Coi soldi che riceviamo per lo stand by, non riusciamo a coprire i costi vivi, per cui serve un adeguamento delle convenzioni anche alla luce della situazione che abbiamo descritto. Noi non possiamo resistere all’infinito”.