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Il vescovo Migliavacca: “Il canto di gioia della Pasqua risuoni dove c’è guerra e sofferenza”

17 aprile 2022 | 10:11
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Il vescovo Migliavacca: “Il canto di gioia della Pasqua risuoni dove c’è guerra e sofferenza”

Gli auguri di monsignore Andrea: “Penso anche alle corsie degli ospedali dove si lotta ancora contro la pandemia”

Una Pasqua di pace, che faccia risuonare alleluja, il canto di gioia, anche nei luoghi della disperazione. Da quelli piegati dalla guerra in Ucraina fino alle corsie degli ospedali dove ancora si combatte la pandemia.

E’ questo l’augurio rivolto dal vescovo Andrea Migliavacca a tutti i fedeli della diocesi di San Miniato per la Pasqua.

“La notte di Pasqua, nella suggestiva Veglia in cui si rivive la gioia e l’annuncio della Risurrezione del Signore, dopo l’ascolto delle letture bibliche che narrano la storia della salvezza, il diacono annuncia al vescovo e a tutta l’assemblea, con grande gioia  che finalmente è alleluja – si legge negli auguri del vescovo -. E col canto dell’alleluja si diffonde la notizia del sepolcro vuoto e del Signore che è risorto, è il Vivente. Dal quel grido dell’alleluja, da quel lontano mattino dell’ottavo giorno, dalla meraviglia delle donne che dal sepolcro vuoto corrono dagli Apostoli per portare l’annuncio, la gioia della Pasqua giunge fino a noi, nelle nostre chiese, nelle nostre case. Quel mattino di Pasqua, l’ottavo giorno, l’alleluja della vita squarciò le pietre del sepolcro per raggiungere i cuori degli amici di Gesù, a Gerusalemme e diventare poi l’annuncio portato ad ogni vivente, in ogni luogo”.

“In questa Pasqua del 2022 quali sono i luoghi, i ‘sepolcri’ da cui può sgorgare nuovamente il grido dell’alleluja? Mi par di intravedere corsie di ospedali e terapie intensive, quelle abitate dai malati di sempre e in questi ultimi due anni anche dai malati di Covid-19; e proprio da questi ambienti, dal generoso personale medico e sanitario, come anche dal cuore dei malati scoppia il grido dell’alleluja: è Pasqua. Tra tanti rumori di guerra, di morte e di strage dei vari luoghi della guerra sul nostro pianeta e in particolare dall’Ucraina, dove l’orrore della guerra ha il sapore della mancanza di umanità, si fa strada, si alza, può scoppiare proprio lì il canto dell’alleluja, che è canto di festa e di pace”.

“Un grido, l’alleluja, che cerca di farsi strada anche nel cuore di chi è più lontano dal Signore, ferito nel proprio peccato, toccato da orizzonti di male; si fa strada l’annuncio pasquale, e dai cuori più induriti fino al nostro cuore può sgorgare l’alleluja del Risorto e della vita nuova”, dice il vescovo.

“E tu che mi leggi senti da dove arriva il canto dell’alleluja quest’anno? Lo riconosci? Da dove sta nascendo e in quale luogo c’è bisogno che sia nuovamente annunciato e gridato? Quali pietre sepolcrali può abbattere il grido dell’alleluja? Ascolta bene, ascolta… e scoprirai che quel canto, l’alleluja, sta nascendo anche nel tuo cuore. Al mondo intero e a tutti noi auguriamo che risuoni con forza l’alleluja del Risorto. E se l’alleluja pasquale risuonerà nel tempo della pandemia, nelle guerre e in Ucraina e se sgorgherà anche dai cuori più induriti e da fratelli ormai lontani tra loro e poi dal tuo cuore… allora quel grido, l’alleluja, potrà scoppiare di nuovo anche a Gerusalemme. E se sarà Pasqua a Gerusalemme, come quella prima volta, sarà Pasqua su tutta la terra”.