Mazzeo: “Le imprese indebolite dalla crisi potrebbero essere permeabili alla malavita organizzata”

“Il lavoro dei magistrati a Santa Croce ci ricoda che non dobbiamo mai abbassare la guardi contro le mafie”
Gli effetti economici dell’inchiesta della procura antimafia sul distretto conciario di Santa Croce sono un dei temi su cui cerca di puntare l’attenzione il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, che per altro è stato eletto proprio nel collegio pisano. Non solo Mazzeo cerca di capire nella sul riflessione come si sia arrivati a questo punto e individua una relazione tra il periodo di crisi che si sta vivendo a causa del Covid e il fatto che questo potrebbe rappresentare una certa facilità per la malavita nel penetrare il tessuto economico toscano.
“Il tentativo della malavita di infiltrarsi nell’economia di un territorio – dice infatti Mazzeo- è un pericolo oggettivo e lo è ancora di più in periodi di crisi economica e sociale come quello che stiamo vivendo a causa dalla pandemia. Molte imprese stanno vivendo gravi difficoltà e questa loro debolezza potrebbe renderle più permeabili al rischio di infiltrazioni malavitose. Siamo dunque chiamati a lavorare tutti insieme per scongiurare questo pericolo e per difendere la produzione e l’occupazione di settori che, come nel caso della lavorazione della pelle e dell’edilizia, sono fondamentali per l’economia Toscana e per i suoi livelli occupazionali”.
“Come presidenti dei consigli regionali – spiega Mazzeo – stavamo lavorando ad una proposta di legge, da far approvare nelle rispettive assemblee legislative regionali, per istituire una rete di osservatori sulla presenza della criminalità organizzata nei vari territori. Nei prossimi giorni dovremmo avere il testo finale che poi intendo portare all’attenzione e al voto in Consiglio regionale augurandomi che, su questo terreno, ci sia unanime condivisione”.
“Il mio auspicio – conclude il presidente del consiglio regionale della Toscana – è che il lavoro della magistratura possa fare piena luce in tempi brevi sui presunti illeciti commessi. Sono garantista sempre e con tutti, dobbiamo sempre ricordare che un indagato non è un colpevole e spero che gli amministratori coinvolti possano dimostrare la loro innocenza. Nello stesso tempo credo che l’azione dei magistrati e degli inquirenti metta in evidenza una questione su cui non dobbiamo mai abbassare la guardia: il rischio di una penetrazione della criminalità organizzata in alcuni ambiti economici della nostra regione. La Toscana è da sempre in prima fila nella lotta alle mafie e nella costruzione di una coscienza civile che faccia da anticorpo a questi virus. E’ un’azione che, unendo l’impegno delle istituzioni, di tutte le forze politiche e della società civile, dobbiamo rafforzare ancora di più affinché questo cancro sia estirpato subito, fin dalle sue prime apparizioni”.