Panchine e drappi rossi, video e incontri on line: il Cuoio contro la violenza sulle donne
Manifestazioni e iniziative proposte oggi 25 novembre dai Comuni
Un video che invita le donne a denunciare, tanti incontri, panchine e scarpe rosse per ricordare quei posti lasciati vuoti da donne morte per colpa della mano che una volta, forse, le accarezzava. Lo chiamano amore ma è solo desiderio di possesso, che spesso inizia come un’attenzione e “una sana gelosia” e finisce, troppe volte nel sangue.
Per insegnare alle donne che la violenza non è amore, neppure quando è “solo” verbale, per dirgli che scappare è possibile e convincerle che c’è sempre un’altra soluzione, oggi 25 novembre, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, anche i comuni del comprensorio del cuoio sono scesi in piazza per dire che non sempre la casa è un luogo sicuro e che c’è un modo diverso di trattare ed essere trattati. In questo lockdown che ha intensificato gli screzi in ogni casa, per molte donne e bambini è stato l’inferno, con la porta chiusa da dentro.
A Castelfranco di Sotto
Sulla facciata del palazzo comunale di piazza Bertoncini sono stati esposti lunghi drappi di tessuto rosso alle finestre. I componenti della giunta, insieme ai dipendenti presenti in ufficio, hanno indossato qualcosa di rosso – una maglia, un foulard, un semplice nastro di raso appuntato al petto -, come segnale di vicinanza e solidarietà verso chi ogni giorno soffre per i soprusi di chi crede che la donna sia un oggetto da manipolare a proprio piacimento.
L’Amministrazione ha scelto di celebrare così il 25 novembre, non potendo organizzare eventi pubblici a causa della pandemia in corso. Un tentativo di sensibilizzare la comunità a un problema che riguarda tutti e che spesso si nasconde molto più vicino di quanto si possa credere. “Questo particolare momento di pandemia – per il sindaco Gabriele Toti – ha accentuato il già grave fenomeno di violenza sulle donne. E questo non è accettabile. In molti credono che il problema non li riguardi, invece la disparità di genere è presente in piccole e grandi ingiustizie quotidiane. Facciamoci caso e opponiamoci alla rappresentazione della donna come soggetto da schernire, attaccare, discriminare anche solo a parole. Il linguaggio è il primo veicolo di disuguaglianza. Stiamo attenti a come ci relazioniamo, perché la violenza è anche psicologica e, in molti casi, non è meno grave di quella fisica.
Le donne vittime di violenza devono sapere che non sono sole. Esistono supporti nell’ambito delle politiche sociali, ci sono associazioni, centri specializzati. Ascoltiamo le persone che ci chiedono il loro aiuto, invitiamole a denunciare. Spezziamo il cerchio della violenza. Ricordo il numero per antiviolenza e stalking attivato dalla Regione Toscana 1522”.
“Vorrei rivolgere – ha detto l’assessore alle pari opportunità Chiara Bonciolini – un ringraziamento alla rete di presa in carico di donne vittima di violenza, a tutte le associazioni attive su questo tema, ai centri antiviolenza che quotidianamente affrontano casi difficili. Il problema è culturale e per questo motivo dobbiamo lavorare tanto soprattutto sulle nuove generazioni perché si diffonda una cultura di effettiva parità di genere. Non si può parlare di violenza di genere senza promuovere in modo attivo politiche a sostegno delle donne. Conciliazione di tempi di vita e di lavoro, inserimento lavorativo, autonomia economica delle donne. Tutti elementi senza i quali una donna non può emanciparsi a livello sociale e personale”.
A Santa Croce sull’Arno
Sullo striscione appeso al palazzo comunale c’è scritto: “La pandemia non ferma la violenza sulle donne, 1522 numero antiviolenza e antistalking”. Un altro striscione è appeso alla biblioteca comunale Adrio Puccini, per ricordare alla cittadinanza che il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
“Quest’anno – spiega l’assessore alle pari opportunità Nada Braccini – non è possibile organizzare nessuna manifestazione in presenza, viste tutte le norme di prevenzione anticovid. L’amministrazione comunale ha deciso, quindi, di inaugurare in maniera molto semplice due panchine rosse, che si aggiungono alle tre già presenti sul territorio. La prima in piazza del Popolo, la seconda in via del Bosco”, una donata da Patrizia Ferradini.
“La violenza domestica – aggiunge la sindaco Giulia Deidda – è aumentata con il lockdown e le zone rosse. I dati del Ministero dell’Interno lo confermano, purtroppo. È importante diffondere e far conoscere il più possibile il numero antiviolenza e antistalking, il 1522 e condividere le informazioni sui percorsi che si possono attivare per le vittime di violenza, che prima di tutto non devono avere paura di dover affrontare tutto da sole. Ho visto in rete che ci saranno molte iniziative, basta cercare l’hashtag #25novembre per scoprirle. Io ho deciso di fare 91 secondi di silenzio dedicato alle 91 vittime di femminicidio in Italia nel 2020. Un modo per accendere una luce sul tema, che non dev’essere per nessun motivo messo in secondo piano, in questo periodo di emergenza sanitaria, che porta con sé anche altre emergenze. Voglio anche ringraziare Patrizia Ferradini a nome della comunità che io rappresento come sindaco e che lei vive come cittadina e come imprenditrice. La voglio ringraziare perché ritengo che il suo gesto abbia un grande valore, proprio perché è il gesto di una cittadina consapevole, di una donna e di un’imprenditrice che conosce il valore sociale del suo ruolo e del lavoro in genere, come ha dimostrato più volte in questi anni. Grazie a Patrizia e grazie a tutte le donne che in tanti modi ogni giorno sostengono le donne”.
A Montopoli Valdarno
“Abbiamo voluto chiedere a dei nostri concittadini di metterci la faccia e dire no alla violenza sulle donne”. Nasce da qui il video del comune di Montopoli, riproposizione in forma ridotta e fotografica dello spettacolo “Nel nome delle donne”, andato in scena a “La Città del Teatro” nel novembre del 2013 e di cui Donatella Diamanti, allora direttrice artistica del teatro, ha curato anche la drammaturgia.
In quella occasione, quattro uomini diedero voce a frammenti di testimonianze di vittime di abusi e violenze. Come a volersene far carico, ad esibire e rendere pubblica la precisa volontà di manifestare vicinanza alle donne e di condannare fermamente ogni forma di violenza nei loro confronti. La stessa volontà e la stessa condanna la esprimono oggi nel video gli uomini che sorreggono – e, dunque, portano il peso – dei cartelli che ripropongo alcune frasi estrapolate da quei frammenti.
“Vogliamo ringraziare – dicono la vicesindaco e assessora alle pari opportunità Linda Vanni e l’assessore alla Cultura Cristina Scali – l’Associazione Start.tip per la collaborazione e i nostri concittadini che si sono messi subito a disposizione con entusiasmo. La situazione sanitaria non ci ha permesso di svolgere come ogni anno attività e iniziative in occasione di questa data, ma certamente non si è fermato il lavoro che facciamo quotidianamente per combattere la violenza di genere. In un momento come questo è ancora più importante essere presenti. Ringraziamo chi ogni giorno è in prima fila, medici, operatrici e operatori dei centri antiviolenza e forze dell’ordine”.
A Fucecchio
L’amministrazione comunale di Fucecchio, attraverso la commissione delle elette e nominate, in collaborazione con le associazioni di volontariato, con le associazioni di categoria, con i centro antiviolenza e con l’istituto superiore Checchi promuove una serie di iniziative on line.
“Sappiamo che la violenza di genere è prima di tutto un problema culturale – dichiara Sabrina Mazzei, consigliera comunale incaricata alle pari opportunità – e se pensiamo a persone giovanissime, quindi facilmente influenzabili, troviamo nella scuola, come nella famiglia, l’istituzione più adeguata per informare e sensibilizzare al superamento degli stereotipi di genere. Ringrazio il gruppo teatrale studentesco Open Doors, la prof Susanna Pietrosanti, il regista Sergio Bulleri, la dirigente scolastica Genny Pellitteri e tutte le associazioni che mostrano sensibilità e attenzioni sul tema”.
“Il nostro compito – aggiunge la vicesindaco Emma Donnini – è parlare di ciò che sta accadendo intorno a noi, nelle famiglie. Dobbiamo far capire a chi soffre che vivere in un contesto di violenza non è la normalità. Allo stesso tempo dobbiamo utilizzare tutte le potenzialità educative, grazie alla collaborazione delle scuole e del mondo delle associazioni, perché in futuro uomini e donne si trovino insieme a scandalizzarsi di fronte a parole e a gesti violenti. Educhiamo al rispetto e all’amore e avremo donne e uomini pieni di coraggio e di forza”.