“La ristorazione dà spazi sicuri nel rispetto delle regole”, appello di Cna Horeca

Che propone la reintroduzione dei voucher e la dilazione di tasse e restituzione crediti
“Questo rischia di essere il colpo di grazia, per questo lanciamo il nostro ultimo Sos, quantomeno per la sopravvivenza dei locali serali e notturni. Le attività di ristorazione danno spazi sicuri nel rispetto delle regole. Non si capisce che chiudendo tutti i locali, i ragazzi si raduneranno altrove creando assembramenti?“. Lo chiede Daniele Fagiolini, ristoratore di San Miniato e presidente Cna Horeca (hotel, ristoranti e caffè) Pisa.
Una richiesta d’aiuto, quella che viene dal settore, finora sempre collaborativo e ligio nel rispetto delle regole per il contenimento del contagio da coronavirus (eccezioni ci saranno anche state, ma come ce ne saranno state ovunque, visto che il contagio non si è fermato se ora la curva dei contagi è tornata a salire). Una richiesta d’aiuto per un settore messo in forte difficoltà certo, ma anche perché “salvare il settore Horeca significa mettere in sicurezza anche il valore per tutto il made in Italy che si porta dietro”.
Così Cna Horeca Pisa lancia tre proposte per la sopravvivenza del settore: modifica delle modalità di restituzione dei crediti concessi per l’emergenza spalmandoli fino a 120 mesi e anche oltre finché non ci sarà una ripresa stabile, reintroduzione dei voucher per le prestazioni di lavoro occasionali e rientro al lavoro in presenza perché se non si riparte non si riaprirà più, consentire il pagamento delle tasse differito in più annualità.
“La diffusione dei contagi sta rapidamente peggiorando – fa notare la coordinatrice di Cna Horeca Pisa Sabrina Perondi -. Ma noi non crediamo che il problema dell’aumento dei contagi venga dal mondo della ristorazione salvo casi di cattiva gestione. Queste restrizioni rischiano di essere l’ultimo Sos, anzi il penultimo. Senza Horeca anche il made in Italy ne subirebbe un colpo durissimo. Certo ci vuole senso di responsabilità per i rischi per la salute e come Cna lo diciamo da sempre e sempre siamo stati impegnati al rispetto delle misure anti covid e pronti ad assumersi ulteriori responsabilità. Attenti però a non superare il punto di non ritorno. Il bonus ristorazione è buona cosa ma non sufficiente, come già avvenuto con il decreto rilancio e il decreto Cura Italia, i benefici sono limitati ad alcuni codici Ateco (non riguarda per esempio le pizzerie a taglio, le pasticcerie, i bar, le rosticcerie) mentre ogni Dpcm ha sempre parlato di ‘ristorazione’ non indicando specifici codici Ateco”.
“Il vero problema – aggiunge il ristoratore Nicola Micheletti – sono i controlli, ancora troppo pochi per far rispettare le regole dappertutto. Basti pensare alle zone centrali controllate a macchia di leopardo, per non parlare delle periferie. E i controlli vanno rivolti non solo ai locali ma anche verso gli avventori, impossibili da contenere per i gestori”
“L’immagine che la ristorazione ha creato dell’Italia – concludono Fagiolini e Micheletti – è quella del saper fare bene e con qualità, è quella di avere i miglior cuochi al mondo, assieme a molte altre eccellenze, paesaggio, arte, città storiche. E’ un’immagine che da sola ha contribuito al benessere di questo paese trascinando la domanda del Made in Italy alimentare e non solo. Se il settore affonda anche la ripresa futura sarà più difficile, quindi va tutelato in tutti i modi, sempre con l’obiettivo della sicurezza dei clienti e di chi ci lavora”.