“Montanelli non si tocca”, Fucecchio contro i Sentinelli

12 giugno 2020 | 04:00
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“Montanelli non si tocca”, Fucecchio contro i Sentinelli

“Pochi eroi resisterebbero al revisionismo storico condotto a distanza di decenni”

“Come al solito si cerca di strumentalizzare la storia senza nessuna voglia o capacità di contestualizzare, analizzare o fermarsi a conoscere una personalità così importante per la storia del giornalismo e del nostro Paese”. Così il coordinamento comunale di Fratelli d’Italia Fucecchio commenta la richiesta dei Sentinelli di Milano di rimuovere la statua di Indro Montanelli da un parco di Milano.

“Fino alla fine dei suoi giorni – è la motivazione – ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di 12 anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l’aggressione del regime fascista all’Etiopia. Noi riteniamo che sia ora di dire basta a questa offesa alla città e ai suoi valori democratici e antirazzisti e richiamiamo l’intero consiglio a valutare l’ipotesi di rimozione della statua, per intitolare i giardini pubblici a qualcuno che sia più degno di rappresentare la storia e la memoria della nostra città medaglia d’oro della resistenza.

Dopo la barbara uccisione di George Floyd a Minneapolis le proteste sorte spontaneamente in ogni città con milioni di persone in piazza e l’abbattimento a Bristol della statua in bronzo dedicata al mercante e commerciante di schiavi africani Edward Colston da parte dei manifestanti antirazzisti di Black Lives Matter richiamiamo con forza ogni amministrazione comunale a ripensare ai simboli del proprio territorio e a quello che rappresentano”.

Fratelli d’Italia

Per Fratelli d’Italia, però, “il movimento del Black lives Matter non può essere la scusa per l’iconoclastìa all’insegna di quello che il giornalista Daniele dell’Orco chiama, a ragion veduta, il vittimismo storico. Pochi eroi resisterebbero al revisionismo storico condotto a distanza di decenni, è quindi il momento di fermarsi e di non credere alle rivoluzioni giacobine che vogliono azzerare tutto e tutti. Non è la prima volta che assistiamo a vandalismi nei confronti dell’effige milanese di Indro: già l’8 marzo dello scorso anno la sua statua fu infatti imbrattata da un gruppo di femministe radicali.

E’ palese come in certi movimenti moderni (o modernisti?) esista un problema di profonda ignoranza e intolleranza. I fatti motivo del contendere vengono fuori ciclicamente e coinvolgono momenti risalenti alla guerra in Abissinia già affrontati in vita dallo stesso Montanelli, personalità della cui statura morale si sente certamente la mancanza in una scena contemporanea in cui è stata dei giorni scorsi, ad esempio la notizia di (troppo) stretti legami tra pochi giornalisti e magistrati, ognuno troppo poco attento alla propria etica.

Continuiamo ad assistere alle penose crociate del politicamente corretto e rimaniamo in attesa delle eventuali decisioni della giunta milanese. Siamo certi che tali questioni possano essere più importanti di pur leciti interessi di partito, lanciamo perciò un accorato appello al nostro sindaco Alessio Spinelli perché interceda presso il collega amministratore per evitare un’offesa alla memoria e all’identità di noi fucecchiesi e degli italiani tutti”.

Alessio Spinelli

“Indro Montanelli non si tocca” è la posizione del sindaco di Fucecchio. “Siamo di fronte a una follia – dichiara – e mi sorprende che questa richiesta, priva di ogni logica storica e basata su fatti falsi che non trovano alcun riscontro, venga addirittura presa in considerazione. Che a Milano, o in altre città, ci sia qualcuno che, annebbiato dal fanatismo, possa pensare di riscrivere la storia mi sorprende relativamente, quello che mi meraviglia è che ci siano esponenti politici o importanti associazioni culturali che addirittura avvalorino queste posizioni. Bisogna riportare al centro la verità, i fatti come si svolsero e il contesto storico nel quale si verificarono: non ci fu violenza né ci fu alcun atteggiamento razzista da parte di Montanelli che accettò il ‘matrimonio’ con la giovane Destà su proposta dalla popolazione locale e celebrato pubblicamente secondo i costumi abissini.

Un episodio che il grande giornalista mai nascose e che per quanto oggi possa apparire basato su usanze ritenute deprecabili, non aveva niente di occulto o di violento, tanto che la giovane diede al suo primo figlio, che ebbe da un successivo matrimonio, il nome di Indro. Sarebbe stato davvero uno strano modo di evocare la presunta violenza subita da parte di Montanelli. Razzista fu, semmai, il provvedimento fascista che pochi anni dopo proibì i matrimoni misti in nome della superiorità della razza bianca. La statua di Montanelli deve quindi rimanere al suo posto, nella città che lo ha reso grande professionalmente (“Tutto ciò che sono lo devo a Fucecchio, tutto quello che sono diventato lo devo a Milano”), per celebrare il più grande giornalista del ‘900, per la sua indipendenza e per la sua capacità di raccontare i fatti che fu sempre al servizio dei lettori e della libertà di informazione”.

L’opera, storica e giornalistica, di Indro Montanelli è racchiusa negli archivi della Fondazione Montanelli Bassi a Fucecchio, dove si trovano anche i due studi, quello di Roma e di Milano del grande giornalista toscano.
“Invito tutti, anche coloro che vorrebbero rimuovere la statua – conclude il sindaco – a venire a Fucecchio per visitare la Fondazione voluta da Montanelli. Questo li aiuterebbe a comprendere meglio la grandezza del nostro concittadino e a capire come la storia non possa essere riscritta partendo da qualche falsità”.

Forza Italia centrodestra Fucecchio

“Non ci rendiamo conto – dicono i consiglieri comunali di Fucecchio Simone Testai e Sabrina Ramello – di come sia possibile che in un momento drammatico come quello che l’Italia sta vivendo e ancora di più Milano e la Lombardia che tanti morti hanno contato, qualcuno arrivi a simili livelli di strumentalizzazione politica”.

Perché, sottolineano, “L’accusa di razzismo rivolta a Montanelli è priva di significato e assolutamente infondata. Indro Montanelli è stato un grandissimo giornalista ed a lui ogni tributo è dovuto. Da Fucecchio mandiamo a dire a quella associazione di milanesi che Montanelli non si tocca e li invitiamo ad occuparsi dei drammi che oggi, in questi giorni, tanti milanesi stanno vivendo perché senza lavoro, senza mezzi economici, con i contagi da covid che ancora non cessano.

E già che ci sono magari, visto che combattono per i diritti ed i valori democratici, perché non manifestano a favore delle libertà civili dei cittadini di Hong Kong represse dal regime comunista?”.