Lavoro, ambiente, infrastrutture e volontariato: la Toscana secondo Giani
La vice sarà una donna, con competenze in materia ambiente
Il vento è quello freddo dell’allerta meteo in corso. Ma con quel vento a spingerlo e la voce di Cesare Cremonini ad augurargli “Buon viaggio”, Eugenio Giani lancia da San Miniato la sua campagna elettorale alla conquista della Toscana 2020. Lo fa guardandosi attorno dalla torre di Federico della città della sua infanzia. In giacca e cravatta nonostante chi è seduto davanti a lui indossi guanti e cappelli.
Con alle spalle almeno 4 delle 10 province della Toscana. Inizia partendo dal lavoro e cita il Cuoio del comprensorio, ma anche il tessile di Prato e le cartiere di Lucca. “Una Toscana che – dice – nonostante la crisi ha mantenuto un Pil più alto. Bisogna sostenere le esportazioni, bisogna sostenere quelle agro alimentari e quelle della moda della pelle dei prodotti intellettuali”.
E anche l’imprenditorialitá femminile e “Aiutare le imprese nell’accesso al credito”. C’è la Toscana che lavora ma c’è anche quella dell’attenzione ecologica nel discorso di Giani. “Bisogna puntare sulle fonti energetiche rinnovabili, abbiamo il vantaggio della geotermia. Bisogna pensare alle dighe della Garfagnana. I temi dell’ambiente devono puntare ad uno sviluppo sostenibile, bisogna pensare alla mobilità sostenibile nelle città e difendere il suolo”.
Ma senza trascurare le infrastrutture. “Bisogna migliorare il porto di Livorno: oggi una nave della Cina non può attraccare a Livorno. Nella Toscana delle infrastrutture bisogna pensare alle strade: dobbiamo agire e superare i limiti e i semafori”. Poi gli aeroporti che “devono essere modernizzati. Quando parliamo di tutto questo, però, bisogna pensare alle strade da ultimare”.
Salute e volontariato “Devono essere viste insieme. Nella riunione tra le forze politiche è venuta un’idea: bisogna avvicinare le strutture della sanità al territorio. Come farlo sarà una lavoro complessivo e la sinergia con il volontariato è fondamentale in tutto questo”.
In sintesi, “Investire sulla Toscana significa valorizzare la Toscana. Oggi prende forma il cammino conclusivo che ci porterà, borgo per borgo, in Toscana”.
Sul resto della squadra, il candidato presidente anticipa: “La vicepresidente sarà una donna, con competenze in materia di transizione ecologica” e che “Non ci sarà una lista Giani: vorrei che si componesse questa aggregazione delle 18 forze politiche”.
“Io sono soltanto un primus inter pares”, ribadisce Giani una volta arrivato alla Casa culturale di San Miniato Basso, dove lo aspettano quasi mille persone per l’ultimo appuntamento elettorale della giornata. “Ritengo che sia importante non personalizzare la sfida – ha detto il candidato -, ma che le forze politiche e sociali siano sempre presenti. Mancano circa 125 giorni e a ora l’alternativa a noi è una coalizione che non ha un candidato, non ha un programma, ma ha tanta strafottenza. Voglio assessori che appena nominati sappiano già come si fa l’amministratore, perché è nei primi mesi che si dà la linea di indirizzo per tutta la legislatura. Non tollero dirigenti che pensano di essere assessori: le redini le tiene la politica. I dirigenti devono conoscere le leggi per fare, non per bloccare trovando cavilli burocratici”.
Dopo l’ingresso sulle note di Vivere la vita di Mannarino e dopo aver ripreso tutti i punti programmatici, Eugenio Giani ha parlato di cultura. “La cultura – secondo Giani – è elemento cardine in una regione che ha il 25 per cento dei beni culturali di tutta Italia. Dei più di 30 milioni che ogni anno lo Stato prende dagli Uffizi io ritengo che quota parte debbano essere ridistribuiti fra i musei della Toscana. Dobbiamo stimolare la curiosità per la cultura con iniziative innovative”.
Alla presentazione della candidatura erano presenti anche Andrea Marcucci, capogruppo al senato del Partito democratico e Simona Bonafè, segretario regionale.