I carabinieri lo hanno trovato a Galleno di Fucecchio, nella casa che condivide con altri connazionali. Il 24enne è tra le altre persone finite in manette oggi 28 novembre, in un’operazione dei carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Lucca, in collaborazione con i militari delle compagnie di Empoli, Pontedera e Monsummano Terme. Tutti gli indagati sono responsabili, a vario titolo, di numerose cessioni di sostanza stupefacente, cocaina e hashish, avvenute in diverse località del territorio di Altopascio e delle Cerbaie, a favore di innumerevoli clienti di cittadinanza italiana, tossicodipendenti da anni, nei confronti di alcuni dei quali è stato ricostruito un fenomeno di diverse centinaia di cessioni in un arco temporale molto lungo.
I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Lucca per 4 cittadini marocchini e una donna italiana, finita agli arresti domiciliari. Altri 2 cittadini stranieri sono invece indagati in stato di libertà: uno ha l’obbligo di dimora nel comune di Altopascio, con il divieto di allontanarsi dalla propria abitazione dalle 20 alle 7. Sono ancora in atto le ricerche all’indirizzo di due stranieri colpiti da misura cautelare, allo stato irreperibili. Segnalate quali assuntori, una 50ina di persone.
L’indagine dei Carabinieri è stata avviata a gennaio, quando uno dei soggetti oggi in arresto, domiciliato a Vicopisano, è stato controllato ad Altopascio insieme a un cliente ed entrambi sono stati sorpresi in possesso, rispettivamente, di alcune dosi di cocaina e di una banconota da 50 euro. La ricostruzione del circuito relazionale dello straniero ha permesso agli inquirenti, da un alto di acclarare un ingente e regolare fenomeno di spaccio all’indirizzo di un ampia cerchia di assuntori, dall’altro di individuare altri soggetti, ognuno con un proprio bacino di utenti, fornitori di cocaina e hashish, sempre nel comune di Altopascio. Ogni spacciatore, a sua volta, utilizzava diverse utenze telefoniche, sulle quali all’occorrenza veniva contattato dai clienti e che frequentemente provvedeva a sostituire per tentare di eludere eventuali investigazioni in atto. Gli spacciatori, è stato acclarato, erano soliti memorizzare sul proprio telefono i contatti dei clienti abituali, ai quali in occasione di ogni cambio utenza mandavano un messaggio in codice per informarli del nuovo numero sul quale essere in futuro contattati. Analogamente, facevano quando cambiavano località di spaccio o quando si sarebbero dovuti assentare, anche per breve tempo. Alcuni fra i numerosi clienti, segnalati come assuntori nel corso dell’attività, hanno contribuito a ricostruire il fenomeno e i movimenti degli spacciatori, ammettendo altresì di aver provveduto, per godere di un trattamento di favore nell’acquisto della droga, anche a svariate esigenze di carattere logistico degli spacciatori, i quali venivano accompagnati da alcuni acquirenti nei siti di spaccio o ricorrevano ai clienti disponibili per farsi portare da mangiare quando si intrattenevano “a lavoro” oltre tempo. In una circostanza, un impiegato italiano che non riusciva a pagare le numerose dosi di cocaina che assumeva si è offerto di intestarsi un’autovettura, appositamente acquistata e pagata dagli spacciatori in un concessionario del luogo, per muoversi con maggiore libertà e di cui periodicamente il cliente – complice provvedeva, dietro adeguato corrispettivo in stupefacente, a regolarizzare tutti documenti di circolazione e assicurativi. Altri clienti, ancora, laddove non avevano la possibilità di pagare la droga nell’immediatezza, lasciavano in pegno il proprio telefono cellulare, o altri oggetti anche di poco valore, che poi venivano restituiti una volta provveduto a saldare il debito. Quale teatro del fenomeno di spaccio sono state individuate alcune aree boschive di Altopascio, laddove gli spacciatori, dal primo pomeriggio sino a tarda notte, erano soliti rimanere nascosti tra la vegetazione, in attesa dei clienti che, prevalentemente in automobile, dopo aver telefonato, venivano avvicinati lungo il ciglio della strada per poi ripartire subito dopo. Un altro luogo di ancor maggiore interesse evidenziato nell’attività è un bar di Altopascio, la cui proprietaria è ai Domiciliari: la 40enne, inizialmente emersa nell’indagine perché consumatrice di cocaina, aveva dichiarato ai carabinieri di essere una “vittima” del fenomeno dello spaccio, in quanto costretta a sopportare la frequente presenza all’interno del suo locale di numerosi cittadini stranieri, alcuni dei quali dediti al consumo e alla cessione di droga, ammettendo tuttavia di aver tollerato la situazione anche per godere di condizioni di favore nell’acquisto dello stupefacente. Ulteriori accertamenti hanno poi invece, consentito di ricostruire un ruolo attivo dell’indagata nella consegna dello stupefacente e nel ritiro delle somme di denaro, grazie a una capacità di organizzazione degli scambi all’interno del locale finalizzata a confondere e celare gli acquisti di cocaina con gli acquisti dei normali avventori. La Procura aveva anche avanzato una richiesta di sequestro preventivo del locale, che però il Giudice per le indagini preliminari non ha inteso accogliere, avendo ritenuto non sussistere più le esigenze cautelari per la specifica misura, una volta tratti in arresto e quindi neutralizzati, i protagonisti dell’attività di spaccio.