Ciclopista dell’Egola e Interporto del futuro

28 novembre 2019 | 17:37
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Ciclopista dell’Egola e Interporto del futuro

“La struttura in cemento armato del primo edificio visibile dalla strada di accesso verrà demolito e sostituita da un nuovo capannone. Il grande capannone esistente su via Marco Polo sarà completato e frazionato in più unità e, infine, l’area edificabile prospiciente il parcheggio pubblico lato Egola verrà utilizzata con una nuova costruzione. Non sono previsti volumi da lasciare inutilizzati”. Lo ha detto il sindaco di San Miniato Simone Giglioli rispondendo a una interpellanza sull’Interporto di San Donato. La questione è stata sollevata dal gruppo consiliare Cambiamenti nel consiglio comunale di ieri 28 novembre.

I consiglieri comunali Manola Guazzini e Matteo Squicciarini hanno sollevato dubbi sulla società nuova proprietaria, “di recente costituzione che sembra in realtà un’aggregazione di varie partecipazioni societarie e che dichiara l’intenzione di mantenere la destinazione d’uso attualmente prevista per attività di tipo logistico. Questa destinazione appare difficilmente compatibile con la situazione dello svincolo di San Donato della FiPiLi, sia in direzione di Ponte a Egola che in direzione di Santa Croce sull’Arno e in particolare del ponte carrabile sulla ferrovia: tutti manufatti che già oggi appaiono sottoposti a un volume di traffico molto superiore a quello che sarebbero strutturalmente in condizione di sopportare, con forti rischi per la sicurezza degli automobilisti e dei ciclisti e con la necessità di continui rattoppi. Questa situazione potrebbe essere ulteriormente aggravata qualora venisse realizzata, in prossimità dell’Interporto ma all’esterno di quell’area, la previsione di un grande impianto logistico al servizio della grande distribuzione e ribadiamo la necessità di cancellare la previsione urbanistica che ne consentirebbe la realizzazione”. Con l’interpellanza, quindi, hanno chiesto al sindaco “di prendere rapporti con le istituzioni competenti per porre la questione di una indispensabile ristrutturazione degli svincoli della superstrada e della Bretella anche con l’inserimento di percorsi pedonali e ciclabili che svolgano una funzione di ricucitura tra le due frazioni di San Donato e Ponte a Egola. Ai fini di questa ricucitura, solleviamo inoltre l’esigenza di un intervento sull’area dell’Interporto sia con gli strumenti della regolamentazione urbanistica che attraverso la ricerca di accordi con la nuova proprietà per ridurre i rischi di congestionamento, riqualificare l’area, individuare spazi comuni e destinazioni di possibili volumi che non saranno usufruiti”.
Nella sua lunga e articolata risposta, rispetto ai carichi di traffico il sindaco ha detto che “le problematiche sono state già evidenziate alla Regione Toscana e alla Provincia di Pisa, adesso si devono valutare le soluzioni più adeguate da adottare e fare in modo che la Regione Toscana inserisca gli interventi che i tecnici riterranno necessari per il miglioramento della sicurezza stradale nel Programma pluriennale degli investimenti sulla viabilità di interesse regionale. Detto questo, non si ritiene che l’inserimento in queste importanti viabilità di piste ciclabili e pedonali possa essere la soluzione al problema, al contrario aumenterebbero le criticità legate alla sicurezza”.
Rispetto all’Interporto ha poi reso noto che “La società sta lavorando attivamente per superare tutti i problemi derivanti dal lungo fermo post procedura fallimentare della precedente proprietà, in particolare con il completamento e la messa in esercizio delle casse di compenso lungo l’Egola ai fini della mitigazione del rischio idraulico. L’obiettivo è quello di valorizzare l’area mantenendo l’attuale destinazione”. E, quanto alla proposta di ricucitura delle frazioni di San Donato e di Ponte a Egola, con aree verdi e percorsi ciclopedonali, Giglioli ha detto che “l’obiettivo, condivisibile e già presente nelle previsioni del vigente strumento urbanistico, risulta tuttavia di non semplice soluzione per la presenza di due infrastrutture di trasporto quali la ferrovia e la superstrada che tagliano il territorio e separano senza soluzione di continuità, salvo sovrappassi e sottopassi, i due centri abitati. Escludendo per le ragioni di sicurezza sopra esposte il cavalcavia della Sp 44 Santa Croce Ponte a Egola e il sottopasso di via Romaiano per le ridotte dimensioni e l’utilizzo prevalente di mezzi diretti o provenienti dalla zona industriale di Romaiano, l’unico punto di collegamento ‘sicuro’ è quello del sottopasso della via Arginale lungo il torrente Egola. L’impegno dell’amministrazione comunale è quello di verificare la fattibilità tecnica dell’intervento perché lo strumento urbanistico prevede già la valorizzazione in continuità delle aree marginali poste lungo l’Egola per aree verdi e percorsi pubblici ciclopedonali, il cosiddetto Parco dell’Egola”. Un percorso ciclopedonale lungo il torrente Egola, nell’idea dell’amministrazione Giglioli, che però precisa: “Occorre ovviamente un progetto di fattibilità tecnica ed economica, come previsto dal codice degli appalti, che valuti anche possibili alternative e dia la misura degli investimenti necessari. L’obiettivo è quello di collegare la dorsale della Ciclopista dell’Arno, che passa da San Donato e sarà realizzata il prossimo anno, con la ciclopista dell’Egola il cui primo tratto è costituito appunto dal suddetto collegamento”.
Ulteriore questione sollevata da Cambiamenti è quella della previsione urbanistica che consentirebbe la costruzione del Penny Market al di fuori dell’area dell’Interporto, da ritirare secondo Guazzini e Squicciarini “per evitare un ulteriore impatto da traffico e da inquinamento nella zona dello svincolo di San Donato”.
“E’ intenzione dell’amministrazione comunale – ha chiarito il sindaco – confermare tale previsione nel nuovo piano strutturale e piano operativo”. Perché, in sintesi, “Con l’Interporto che a breve completerà l’intero insediamento, con la richiesta di nuovi insediamenti legati sia alla logistica che ai trasporti, con la ragionevole prospettiva di miglioramento della situazione di rischio idraulico del nostro territorio (in particolare dopo il collaudo di Roffia, ndr), appare immotivato e perfino illogico eliminare una previsione urbanistica, peraltro convenuta con Regione Toscana e Provincia di Pisa”.