





Ci sono volute qualcosa come 200 targhe e medaglie per ricostruire una storia lunga 50 anni. Perché la Mostra mercato del tartufo bianco di San Miniato è la storia di un territorio e delle energie che ogni anno trasformano le idee in progetti. Così come al tartufo serve un ambiente intero per crescere sano e profumato, alla Sagra è servito impegno e dedizione per diventare mostra mercato internazionale. Una storia italiana, quella del tartufo a San Miniato, che parla di migrazione, creatività e lavoro duro: un romagnolo migrato a San Miniato insegnò a questa terra il tartufo e un cuoco che aveva lavorato all’estero lo mise per la prima volta in tavola.
Il coraggio di un imprenditore e la lungimiranza di qualche amministratore resero importante la Fiera, cresciuta insieme ai tartufai: ieri sera 22 novembre, in sala per festeggiare le nozze d’oro tra San Miniato e il tartufo, c’era anche il 90enne Giorgio Morelli, tuttora tartufaio e memoria storica del territorio. “Quando Arturo Gallerini trovò il tartufo più grande del mondo – racconta – era il ’54 e pesava 2 chili e 18 tacche (2.520 grammi). Io era già un anno che cavavo”. E c’era lui quando, era l’82, nasce l’Associazione tartufai. “Eravamo 5 – racconta – oltre al presidente. L’associazione naque per volontà del Comune, che si riservó la presidenza per l’assessore Agostino Livi. Il primo obiettivo che ci siamo dati era preservare i terreni ed eravamo contenti, perché fino a quel momento ci sentivamo soli”.
Tanto soli da non parlare con nessuno: che il tartufo più grande mai cavato fosse cresciuto a San Miniato, ai samminiatesi lo aveva detto Umberto Marini di Acqualagna ma nessuno, qui, sapeva da chi. Fino a quel ritrovamento: “Tra le cose di mio babbo in soffitta – racconta Francesca, la figlia del Bego – ho trovato il famoso libretto. Il babbo ci annotava i posti e i periodi in cui aveva trovato di più, per l’anno dopo”. Compreso quel grande tartufo.
“Nonno è morto quando avevo 8 anni – racconta una delle nipoti di Stagnozzo, arrivato a fine ‘800 e primo a cercatore di tartufi a San Miniato -. La nonna diceva sempre che non ne poteva più di questi tartufi e dopo che è morto lui, non ha più voluti mangiare”.
Poi la Sagra, iniziata con quella prima tavolata all’Hotel Miravalle. “Papà gestiva il ristorante dal ’62 – racconta Silvia Tozzi -. Cominció a sperimentare piatti al tartufo e fece i tavoloni e i volantini per far assaggiare crostini e risotto in piazza”. Un’idea che piaque all’ente provinciale del turismo che, tramite la pro loco come racconta Nicoletta Corsi, provò a trasformarla in sagra. “Un’edizione oltre le aspettative – per Corsi -, anche dal punto di vista del budget e forse anche per questo, l’anno dopo non la si ripropose”. E poi venne allargata a Comune e aziende del territorio.
Così che, in pratica, nell’edizione numero 49 si festeggia il 50esimo e il prossimo anno ci sarà spazio per festeggiare l’edizione numero 50. Quella 2019 è la prima da sindaco di Simone Giglioli che in qualche modo, però, nella storia della Mostra Mercato ci resterà: domenica, a causa dell’allerta meteo, la Fiera è stata interrotta. “Una decisione sofferta – ha detto il sindaco – ma necessaria. Per fortuna non è successo il peggio, ma non potevamo rischiare e fare diversamente da così”.
Ieri sera ha debuttato anche l’associazione Sciabolatori di Champagne di San Miniato per il brindisi. Oggi 23 novembre inizia l’ultimo fine settimana di questa edizione.
Elisa Venturi