Acqua putrida in lungarno Guicciardini: “Inascoltata da anni”

28 agosto 2019 | 09:30
Share0
Acqua putrida in lungarno Guicciardini: “Inascoltata da anni”
Acqua putrida in lungarno Guicciardini: “Inascoltata da anni”
Acqua putrida in lungarno Guicciardini: “Inascoltata da anni”
Acqua putrida in lungarno Guicciardini: “Inascoltata da anni”
Acqua putrida in lungarno Guicciardini: “Inascoltata da anni”
Acqua putrida in lungarno Guicciardini: “Inascoltata da anni”

“Dopo quattro anni mi sono persa d’animo: spero solo che qualcuno di vergogni e ci venga finalmente ad aiutare”. A parlare senza ormai nessuna aspettativa è Maria Marrucci, signora residente a San Romano di San Miniato, sul lungarno Guicciardini. Da qualche anno a questa parte, infatti, si è formato un rigagnolo d’acqua putrida che ristagna e attira insetti e moscerini a frotte e produce un odore sgradevole. A distanza di due anni dalla prima denuncia su Ilcuoioindiretta.it della signora Marrucci, le cose non sono migliorate. Anzi, è aumentata l’esasperazione.

Mostra ancora i pinzi, che la ricoprono dalla testa ai piedi provocandole prurito e irritazione. Non sono zanzare, ma moscerini. Quella che descrive la donna è un’odissea burocratica, tra carte, telefonate e uffici che non ritengono il problema di loro competenza e quindi rimandano l’utente da un ente all’altro, senza però riuscire a trovare una via d’uscita. La burocrazia è una “gabbia di acciaio” diceva Max Weber, uno dei padri fondatori della sociologia, descrivendo il senso di imprigionamento che si prova quando si rimane incappati in rigide procedure e adempimenti che ormai sono imperanti. “L’Arpat dice che non è di sua competenza – racconta Marrucci – eppure è lei che dovrebbe rilevare i cattivi odori. L’Usl dice che dobbiamo fare una lettera al comune e poi intervengono ma ancora nessuno è venuto. Anche la polizia idraulica l’ho chiamata, ma non è venuta. Qualcuno è venuto molto tempo fa, non ricordo nemmeno chi, e ha cambiato alcuni tubi, ma alla fine il problema non è stato risolto”. Ad aprire il ristagno d’acqua sono stati i cingoli dei trattori che hanno sfalciato la vegetazione e hanno aperto un piccolo sentiero per l’acqua. Dal muretto che separa la strada dal fiume, il corso dell’acqua viene poi fermato dalla vegetazione e inizia il ristagno. Quella della signora Marrucci è la penultima casa prima della parte montopolese di San Romano e la donna non ha potuto fare a meno di fare paragoni: “Noi avevamo anche chiesto di essere messi nel comune di Montopoli – spiega ancora Marrucci – e sarebbe meglio stare di là perché qui nessuno si preoccupa, nessuno ci aiuta. San Miniato è un comune troppo grande e troppo spesso le frazioni sono lasciate indietro. A Montopoli invece quando ci fu un problema per alcuni tubi del metano questi furono subito risolti, nella parte di là vengono spesso a tagliare l’erba mentre qui a volte sono gli incaricati di Montopoli che tagliano anche un pezzo nel comune di San Miniato”. Poi l’appello al sindaco Simone Giglioli: “Adesso è cambiato il sindaco e spero che lui ci ascolti e ci venga incontro”.

Giuseppe Zagaria