Laura e Rocío si ritrovano dopo un anno sulla Francigena

6 agosto 2019 | 15:46
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Laura e Rocío si ritrovano dopo un anno sulla Francigena
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Laura e Rocío si ritrovano dopo un anno sulla Francigena
Laura e Rocío si ritrovano dopo un anno sulla Francigena
Laura e Rocío si ritrovano dopo un anno sulla Francigena
Laura e Rocío si ritrovano dopo un anno sulla Francigena

Una cuce bambole nel suo laboratorio creativo, l’altra è un avvocato. Una vive in un paesino di 600 abitanti in provincia di Siviglia, l’altra vive nella metropoli di Madrid. Una crede nella giustizia divina, l’altra in quella dei tribunali. A prima vista è difficile dire cos’è che ha unito Rocío de Paz e Laura Pinto, due pellegrine spagnole che hanno scelto Santa Maria a Monte e San Miniato per ritrovarsi.

La loro storia assomiglia a quella di un film in cui l’azione è scandita in tempi diversi, ma alla fine è il destino – direbbe chi ci crede – a prevalere sugli eventi della vita. Solo un cammino, o meglio due, potevano unire due persone così diverse. Laura e Rocío si sono conosciute per caso un anno fa lungo il cammino di Santiago. Una serie di coincidenze e di notti passate nello stesso albergue (i dormitori dei pellegrini) hanno fatto si che le due si conoscessero e, nei pochi giorni che restavano prima di arrivare a Santiago, facessero due o tre tappe insieme. Poi qualche boccale di birra insieme a fine giornata e niente di più. Fin qui la loro è un’esperienza come un’altra: un incontro di quelli che si ricordano per sempre ma che sarà difficile ripetere. Questo pensavano le due ragazze spagnole finché Rocío non ha scoperto le colline toscane e la via Francigena. Covava il desiderio di andare già da un anno, quando alla fine ha deciso di scrivere a Laura dopo molto tempo e di chiederle di fare il tratto toscano del percorso che porta a Roma insieme a lei. Laura non ci ha pensato due volte e in pochi giorni erano a Santa Maria a Monte, dove hanno alloggiato prima di iniziare a camminare da San Miniato. “Non ci siamo viste per un anno – hanno spiegato le due ragazze – ma è come se tutto quel tempo non fosse passato. Ci siamo viste solo per pochi giorni a Santiago eppure ci conosciamo come fossimo sorelle”. Ma le differenze tra le due non mancano: “Io sono un amante della creatività e della fantasia”, si definisce così Rocío de Paz. “Io credo nella giustizia e sento la necessità di difenderla” questo invece lo spirito che muove Laura Pinto nella sua professione. “Io credo solo in quello che non si vede” spiega Rocío con la sua visione spirituale e filosofica della vita, “Io credo solo in quello che si vede” risponde Laura con la razionalità e il sarcasmo che la contraddistinguono.
Così due personalità quasi opposte hanno deciso di partire per un secondo cammino a distanza di un anno, passato senza mai vedersi o sentirsi e hanno deciso di partire dalla Toscana, da San Miniato in particolare. “Della Toscana conosco solo quello che abbiamo visto – spiega Rocío de Paz riferendosi a Santa Maria a Monte, San Miniato e Pisa – sono colpita dall’amore e la cura che avere per i fiori e la bellezza della vegetazione. Tutto qui è rilassante: il rispetto per la storia che ho percepito è enorme. Qui ogni paese ha un centro storico e si vede lo sforzo per mantenere il ricordo e l’amore per la natura che avete”. Un punto di vista diverso quello dei pellegrini che vengono da fuori che permette di cogliere la vera essenza di quello che abbiamo nei nostri comuni e troppo spesso sottovalutiamo o diamo per scontato. La meraviglia sul volto di chi vede per la prima volta il territorio indica che la capacità attrattiva è ancora forte. “Io vivo in una città frenetica – ha detto Laura, da Madrid – una città in cui non esiste l’ospitalità, nessuno ti vede, nessuno ti saluta. Qui, invece, è come se foste una grande famiglia: siete generosi, aprite le porte e ci fate vedere la parte migliore. Io che vivo con stress permanente qui posso pensare e respirare: questo è quello che cerco quando vado in vacanza”. Notoriamente quello di chi visita è un occhio ingenuo, inesperto, naturalmente capace di cogliere solo il meglio e forse, proprio per questo, da invidiare.

Giuseppe Zagaria