
Con Damasco Colombai, venuto meno all’affetto dei suoi cari nella giornata di oggi sabato 3 agosto a 87 anni, se ne va una delle personalità più significative dei cattolici impegnati nella società civile pisana. Egli infatti è stato tra i protagonisti di quella formidabile stagione di confronto sociale e politico che caratterizzò la seconda metà del secolo scorso. Personalità schietta e vivace, in politica lo contraddistinse quella che con un neologismo si definirebbe coopetition, cioè dare vita con gli avversari politici ad un’azione amministrativa che è allo stesso tempo collaborazione e competizione. Per questo si considerava “schierato sulla frontiera, ma fedele alla consegna”.
Nato a Pontedera nel 1932, dove la famiglia Colombai aveva un’azienda di lavorazione dell’alluminio, si trasferì poco dopo a Santa Maria a Monte. Per la sua formazione, così come per quella di tanti suoi coetanei, fu fondamentale la figura di monsignor Umberto Gazzini, proposto di Santa Maria a Monte nel periodo bellico ed negli anni ’50. Giovanissimo aderì alla Democrazia Cristiana. La pubblicazione “Quarantesimo della DC pisana 1944-45/1984-85” lo colloca tra i promotori del movimento cristiano-democratico. Fu protagonista di epiche campagne elettorali, negli anni in cui aspro era il confronto ideologico. Privilegiò sempre il rispetto dell’avversario, al punto che negli anni successivi ebbe modo di riconoscerlo come “duro ma leale avversario. Consigliere comunale dal 1962 al 1976, fu capogruppo della DC Operaio alla Piaggio di Pontedera tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60, fu attivo nel sindacato, nonché membro del consiglio provinciale, regionale e nazionale delle Acli.
Negli anni del boom economico avviò un’impresa artigiana. Ma fu la volta dell’alluvione del 1966: la sua attività che aveva sede a Ponticelli, rimase sommersa dalle acque dell’Arno. Quel terribile 4 novembre mise a dura prova il futuro della sua impresa, come quella di tanti altri. Si fece perciò promotore di iniziative politiche che garantissero sostegno alle imprese per riavviare i cicli produttivi. Questo impegno gli valse l’attestato della Camera di Commercio di Pisa come “riconoscimento dell’opera di sostegno svolta in favore delle aziende della provincia di Pisa colpite dall’ alluvione del 4 novembre 1966”.
Ha rivestito inoltre prestigiosi incarichi nell’ambito della Cassa di Risparmio di San Miniato: è stato commissario di sconto, socio, quindi sindaco revisore e consigliere della società San Genesio. E’ stato tra l’altro segretario della squadra di calcio di Santa Maria a Monte nel periodo in cui si affermava la classe di Romano Fogli e tra i fondatori del gruppo folkloristico “La Montesina” nel 1973.
Gli sono poi stati conferiti i gradi onorifici di cavaliere, ufficiale e commendatore dell’Ordine Al Merito della Repubblica Italiana.
Profondamente legato alla moglie Giuliana Cetti, scomparsa repentinamente nel 2013, ha vissuto dopola scomparsa della consorte nel ricordo di una unione durata 56 anni.
Lascia il figlio Renato, la figlia Maria Chiara, i nipoti Diana, Daniele e Dario, il genero Valfredo Pellegrini e la nuora Pina Esposito Ziello.