





Da anni vive a San Miniato. Ma Domenico Conforte, per questa estate, ha scelto di tornare in terra lucana, dove è nato, per esporre in ben tre mostre. A Sant’Angelo alle Fratte la mostra è dal 6 al 15 agosto, a Bella dal 9 agosto al 25 e – curata dall’associazione Recupero Tradizioni Ruotesi -, a Ruoti dal 11 agosto al 1 settembre.
Conforte è il “Pittore tra due lune”: nei suoi quadri convivono infatti l’essenza della Toscana e quella della Lucania, la terra delle origini, della sua infanzia e adolescenza, dove Domenico è stato contadino e pastore, accanto all’amato nonno, prima di cominciare il cammino dell’espressività, andando a frequentare l’Istituto d’Arte a Salerno e poi l’Accademia di Firenze, dove è stato allievo di Afro, Vinicio Berti, Domenico Viggiano (anche lui di origine lucana). In realtà per Domenico Conforte, nato e cresciuto fra Ruoti e Bella e residente a San Miniato, quelle due lune forse non esistono, sono un solo astro, nel cielo che rimane lo stesso, a far sognare i popoli di tutto il pianeta.
L’omaggio che gli fa la sua terra di Lucania è ora particolarmente gradito perché ha il senso di un riconoscimento. Dai suoi inizi a oggi c’è una vita di mezzo, un’arte che si è profondamente evoluta, ha incontrato altri colori e contenuti. Ma è anche restata la stessa, mantenendo l’interesse costante per la natura, anche quando negli ultimi anni ha voluto incontrarsi-scontrarsi con l’universo mitico della Grecia antica, forse meglio della Magna Grecia, che ha toccato appunto le sue terre, evocando divinità vicine al mondo delle piante e delle cose. Quasi che la pittura di Conforte risponda ad una sorta di richiamo panteista, dove l’arte e il pittore assomigliano ai ritmi lenti ed evocativi della vita agreste e della pastorizia. Il canto che si ascolta appunto nei suoi quadri più recenti è di grande delicatezza, si svolge sui toni cromatici dell’azzurro, dei verdi, dei gialli del grano e solo raramente del rosso delle ferite e del dramma. Sono quadri pieni di luce, di energia, di un uomo appagato, di un dio Pan che vive in simbiosi con la natura, che ne conosce grandezza e limiti, eros e thanatos, amore e morte, come nelle storie più belle.