





“Una persona che davvero ha dato tanto in tutti gli ambiti della sua vita. In quello familiare come nel lavoro. Un lavoro che era la sua seconda famiglia, così come questa parrocchia era da sempre la sua seconda casa”. Padre Valentino Ghiglia ha voluto aprire così l’ultimo saluto all’amico Nilo Maffei (leggi qui Una mano sempre tesa, San Romano oggi piange Maffei), citando subito le realtà a cui era da sempre legato: la famiglia, il lavoro in conceria, insieme alla comunità paesana e parrocchiale di San Romano, all’interno della quale era stato uno dei fondatori della Misericordia e del Carnevale.
Realtà che oggi pomeriggio, 2 luglio, si sono riunite in un grande abbraccio collettivo, ritrovandosi in piazza della Costituzione, di fronte all’abitazione di Maffei, prima del breve corteo fino al santuario della Madonna di San Romano. In una chiesa colma di lacrime e di affetto c’erano gli amici di una vita, c’erano tanti compaesani sanromanesi e i volontari della Misericordia e del Carnevale, ma soprattutto c’erano i vertici e i dipendenti della conceria Incas di Castelfranco, la “seconda famiglia” di cui Maffei era uno dei soci nonché un punto di riferimento insostituibile. Un’esperienza, quella nel lavoro, ricordata anche da Padre Valentino in una lunga e commossa omelia. “Una volta mi aveva accompagnato a farmi vedere dove lavorava, mostrando una capacità di discernimento incredibile nello scegliere le pelli” ha raccontato, ricordando anche l’inossidabile legame con la moglie Siriana: “Era come se fossero una cosa sola” ha aggiunto il frate, sottolineando poi l’infaticabile impegno per la riuscita del Carnevale: “Si preoccupava che nessun bambino restasse in disparte, voleva che tutti si divertissero”. Ad accompagnarlo nell’ultimo viaggio, infatti, c’erano anche i labari della Misericordia e dell’Associazione Carnevale, insieme al sindaco Giovanni Capecchi e all’assessore Alessandro Varallo in rappresentanza dell’amministrazione di Montopoli, a dimostrazione dell’impegno speso fino all’ultimo per la sua comunità.
“Eri una persona gentile, sempre col sorriso. Adesso so che sarai sempre con noi”, ha detto la nipote dall’altare con la voce rotta dal pianto, prima di lasciare la parola al ricordo di Valter Ceccatelli, presidente del gruppo Incas: “Ognuno di noi ha un suo personale ricordo di Nilo, ma io voglio solo dirgli a nome di tutti grazie – ha detto Ceccatelli -. Grazie per averci trasmesso il valore del senso di appartenenza ad un gruppo, ad una comunità, perché l’Incas era e rimarrà per sempre la tua Incas, per te quasi una seconda famiglia. Il tuo modo di fare nei confronti dei tanti giovani che ti hanno affiancato era a tratti burbero, severo, se non addirittura minaccioso, ma non era altro che il tuo modo di spronarli, DI educarli e farli crescere. Così facendo eri da esempio e dono per loro. Quasi tutti hanno capito che era il tuo modo di stargli accanto e infondo di volergli bene”.
Giacomo Pelfer