Tasse, al Comune mancano più di 3 milioni di euro

28 giugno 2019 | 07:31
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Tasse, al Comune mancano più di 3 milioni di euro

Il comune di Montopoli Valdarno vanta più di 3 milioni di euro di crediti verso i propri cittadini e le aziende del territorio. Una cifra importante se confrontata con il totale delle entrate che oscilla, a seconda degli anni, tra i 9 e 13 milioni di euro. Nel bilancio 2018 la cifra si è attestata più verso i 9 milioni di euro che non verso i 13, come accadeva in passato. Per l’esattezza, il comune di Montopoli potrebbe avere nel proprio bilancio 3.217.163 euro in più, se solo avesse riscosso tasse e servizi a domanda individuare dai propri cittadini morosi nel corso degli anni.

Che la cifra dei crediti fosse interessante, se ne era accorto anche il revisore dei conti nella sua relazione finale al bilancio 2018 dove consigliava all’ente “di osservare una politica rigorosa dei crediti tributari, anche in funzione del peso dell’accantonamento al fondo crediti dubbia esigibilità in modo da ridurre le situazioni di insolvenza e di dubbia esigibilità”. Crediti resi dubbi nella loro esigibilità perché accumulati, come confermato dallo stesso sindaco Giovanni Capecchi, nel corso degli ultimi 15 anni di cui circa 500mila si sono creati nel solo 2018. A contribuire a creare la dubbia esigibilità di questi soldi da parte del comune infatti non c’è solo la vecchiaia del credito, ma anche il fatto che probabilmente, come si è potuto intuire dalla parole del sindaco in consiglio comunale, per una parte di questi non sarebbero stati fatti i decreti ingiuntivi che ne rinnovano l’esigibilità, ma quanti siano questi ultimi durante il consiglio non lo ha saputo spiegare neppure il sindaco, che ha rimandato la questione a quando i tecnici della ragioneria potranno essere presenti. Una situazione simile, se si vuole fare un parallelismo con le dovute proporzioni, a un’azienda che ha accumulato crediti che ora non sa se potrà riscuotere, ma che intanto nel bilancio comunale continuano a rimanere tali, soldi di cui il comune non ha la reale disponibilità e che anzi in qualche modo deve garantire con le proprie risorse.
A fare scoppiare la ‘bolla’ sui crediti di dubbia esigibilità è stato il consiglio comunale convocato con urgenza dal sindaco di Montopoli per ieri 27 giugno, per poter usufruire del decreto del governo gialloverde convertito il legge proprio nella giornata di ieri e adottato con voto unanime di tutto il consiglio comunale. Si tratta del decreto impropriamente conosciuto come ‘rottamazione ter’ che permette ai cittadini di andare a pagare solo il capitale senza gli interessi sui debiti verso le amministrazioni locali e che è applicabile solo ai soldi che i cittadini e le aziende devono al Comune fino al 2017 a condizione che l’ente abbia fatto tutti gli adempimenti, a cominciare dai decreti ingiuntivi e i vari solleciti, altrimenti c’è il rischio che il comune quei soldi non li possa riscuotere in realtà. E proprio qui per Montopoli nasce il primo problema: ovvero il comune, secondo quanto riferito da Capecchi, non sa quanti siano questi crediti ancora esigibili. Dei 3 milioni e 200mila euro totali infatti quelli che teoricamente potrebbero rientrare nella rottamazione ter sono circa 2milioni e 700mila euro composti da Imu, vecchia Ici, tari, Icp (la tassa sulla pubblicità) non rientrano in questi i debiti scaturiti dai servizi a domanda individuale come mense e trasporti.
I provvedimenti oggetto del decreto, ora legge, si applicano alle notifiche che vanno da 2000 al 2017 e i comuni che decidono di servirsi di questo strumento devono farlo entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto, cioè dal 30 aprile. Gli atti notificati nel 2018, anche se riferiti ad anni precedenti, non rientrano in quella che in gergo si chiama rottamazione ter. Il consiglio comunale di Montopoli in Valdarno, ha votato la misura all’unanimità. Tuttavia, quello che sembra un volontario adempimento amministrativo, non è esente da difficoltà, emerse in consiglio. Oltre alle difficoltà tecniche, relative al conteggio dei crediti e alla detrazione degli interessi, ce ne sono di ordine sociale. Come è emerso, infatti, molto spesso si tratta di famiglie che sono rimaste vittime della recente crisi e che non hanno potuto pagare. Non si tratterebbe necessariamente di ‘furbetti’ o di evasori incalliti.
Come spiega Giovanni Capecchi, “Si tratta di dare un’opportunità a chi deve pagare di mettersi in regola”. Poi, Silvia Squarcini, capogruppo di Montopoli del cambiamento (centrodestra), lo ha incalzato dicendo: “Mi risulta dal bilancio 2018 che il comune ha crediti per 2 milioni e 800mila, i crediti in questione vengono da questo fondo? Noi – spiega Squarcini – siamo favorevoli a questo decreto che viene dal governo che ci rappresenta e avevamo questa proposta anche nel nostro programma elettorale. Oltre a questa misura, proporremo anche il baratto amministrativo per chi non può permettersi di saldare il conto”. “Per adesso – ha risposto Capecchi – è difficile fare un computo dei potenziali crediti esigibili che si andrebbero a recuperare perché mancano i dati sulle tasse comunali come Tari, Tares, Imu, Ici e in questi rientrano anche le multe”.
“Il decreto dà la possibilità ai cittadini di non avere sanzioni sulla somma che devono – ha detto Maria Vanni di Progetto insieme –. Senza dubbio è auspicabile provare questa strada. Ma queste esigibilità a quali famiglie corrispondono? Spesso sono famiglie che comunque non potranno pagare. Poi perché arrivare a 3 giorni dalla scadenza?”.
Un consiglio forse un po’ fumoso sui numeri, vista l’assenza di un tecnico della ragioneria secondo Capecchi, che non ha mancato di accendere un dibattito politico tra i vari gruppi. Squarcini infatti ha commentato dicendo: “Montopoli del cambiamento (di questo problema ndr) ne aveva parlato in campagna elettorale, ritenendolo un decreto utile, in quanto la ingente cifra creditoria risultante dal bilancio ci aveva preoccupato. Il sindaco Capecchi ha voluto precisare che già nel 2017 il comune aveva aderito ad un decreto per la riscossione agevolata delle entrate comunali non riscosse ma non ha fornito dati riguardo alla cifra recuperata grazie a quel decreto. Di fronte alla nostra richiesta di fornire una rendicontazione di previsione, di quanto questa amministrazione andrà effettivamente a recuperare dei debiti accumulati dai contribuenti in questi anni, anche in questo caso, non ci è stato risposto se si parla di poche centinaia di euro o di decine di migliaia. Come si può fare una delibera senza avere questi dati? Attendiamo una più attenta analisi nei prossimi mesi, al più tardi alla scadenza del 29 settembre 2019 in cui dovranno essere presentati gli accordi con i contribuenti morosi”.
Al di là della politica, cosa potranno fare i cittadini per usufruire di questa finestra che permette di mettersi in regola senza pagare sanzioni e interessi lo ha spiegato a fine consiglio comunale il segretario dell’ente: “Questa possibilità non è un obbligo per i comuni – ha spiegato –. La procedura è semplice e viene spiegata nel regolamento in maniera accessibile a tutti. Entro il 30 settembre gli enti dovranno raccogliere tutte le istanze di adesione e poi, entro i 60 giorni successivi, queste verranno esaminate e il comune comunicherà qual è l’ammontare della somma dovuta. Il pagamento ha due opzioni: un’unica rata entro la fine di dicembre o diviso in rate fino al 2021. Se il cittadino, deciderà di non aderire alla scontistica, il credito rimane al comune e il debitore perde la possibilità di agevolazione. Se poi ci sono problemi di famiglie in difficoltà entreranno in gioco i servizi sociali”.
Il comune entro 15 giorni dall’approvazione del regolamento dovrà pubblicare sul sito istituzionale la modulistica per la presentazione delle istanze ed entro 30 giorni si attiverà per pubblicare e pubblicizzare le disposizione contenute nel regolamento.

Giuseppe Zagaria
Gabriele Mori