Sei gruppi in Consiglio comunale, Lapi si dimette – Foto

27 giugno 2019 | 19:31
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I consiglieri comunali eletti a San Miniato hanno votato per la prima volta. Esattamente come prima del 26 maggio, Vittorio Gasparri è il presidente del consiglio comunale, con Michele Altini a fare da vice. Gasparri aveva sostituito Simone Giglioli che si era dimesso dall’incarico dopo aver sostituito Francesco Lupi alla guida del Pd (San Miniato, Gasparri presidente del consiglio comunale). Dopo i saluti ai nuovi e anche ai veterani e i ringraziamenti agli elettori, Gasparri ha richiamato i doveri dei consiglieri, concludendo con un richiamo a tolleranza e rispetto. Un saluto, un abbraccio e anche un lungo applauso è andato a Stefano Pappagallo, assente per un “impedimento fisico dal 2 giugno”.

L’augurio del sindaco Giglioli è “di essere quanto prima tra noi”. C’è per la prima e ultima volta in aula, invece, il dottor Renzo Lapi (Ha curato quattro generazioni, Renzo Lapi va in pensione), capogruppo di Uniti si può che ha annunciato le proprie dimissioni. “Dopo tanti anni – ha detto – torno in consiglio comunale. Non avevo minimamente pensato a candidarmi. L’ho fatto, però, perché c’era un accordo: non avrei accettato nessuna carica istituzionale in cambio”. Perché “Sono convinto che arrivato a un certo punto, con tanti incarichi ricoperti alle spalle, si debba passare il testimone ai più giovani, capaci di mettere impegno e passione in quello che fanno”. Al suo posto in consiglio entrerà Cristiano Mori. “Non abbandonerò – ha aggiunto Lapi – il mio impegno civico, concentrandomi su sanità e volontariato per esempio”. 
Gli altri capogruppo sono Marco Greco del Pd, Roberto Ferraro per la Lega, Manola Guazzini per Cambiamenti, Michele Altini per Forza Italia, Lucio Pizza per i Riformisti per San Miniato.
L’intervento del sindaco Giglioli
“Dopo una campagna elettorale lunga e combattuta, la maggioranza dei sanminiatesi ha scelto, ancora una volta, quella parte politica che governa il nostro comune da oltre settantanni, seppure con i più diversi caratteri che il tempo ha trasformato e rinnovato. Quella parte politica che vive la democrazia e il progresso come apertura, come accoglienza, come partecipazione, come libertà. I sanminiatesi hanno scelto ancora una volta di stare da questa parte e hanno pensato che io fossi la persona più adatta a rappresentarla, questa parte. Di ciò li ringrazio. Tutte. Tutti. A partire dai cittadini che hanno votato me e le liste in mio appoggio: il Partito democratico, i Riformisti per San Miniato, la lista Uniti si può.
Saluto con grande rispetto anche chi non mi ha votato, a cominciare da chi ha sostenuto il candidato del centrodestra Michele Altini, il quale ha condotto una campagna elettorale corretta, arrivando per la prima volta al ballottaggio e, pur perdendo, è riuscito a dare una lezione di stile molto importante per la democrazia del nostro territorio. Se queste sono le premesse, penso che il rapporto con l’opposizione da lui rappresentata sarà franco, positivo e nell’interesse di tutti.
Permettetemi di ringraziare anche la candidata Manola Guazzini, che con le sue liste civiche ha ottenuto un bel risultato. Anche con lei e col suo gruppo sono fiducioso in una futura e concreta collaborazione. Non solo perché appena cinque anni fa, io e Manola, avevamo in tasca la stessa tessera di partito, abbiamo fatto insieme la campagna elettorale per Vittorio Gabbanini, siamo entrati insieme nella stessa maggioranza di questo Consiglio, lei addirittura come assessore ma, più che altro, perché guardando ai programmi con i quali ci siamo presentati ai cittadini, è apparso evidente a tutti come alcuni punti del programma delle sue liste fossero assai affini al nostro programma democratico, che ha ottenuto la maggioranza dei voti dei sanminiatesi, sia al primo che al secondo turno.
La responsabilità che sento è grande. È una grande responsabilità essere l’erede di una tradizione politica, è una grande responsabilità succedere a importanti amministratori che nel tempo hanno fatto di San Miniato una realtà bella e forte. Ne voglio ricordare due, anche per il legame territoriale che a loro mi unisce: Nello Baldinotti, sindaco degli anni ’60 e 70, amministratore lungimirante e capace, anche lui legato alle frazioni “basse” dove sono cresciuto (San Miniato Basso e La Scala) e Pier Luigi Tonelli, l’unico Sindaco, prima di me, ad essere espressione della Valdegola. E anche questa è una responsabilità, essere Sindaco vivendo nella frazione più piccola del Comune, Balconevisi, una frazione di bosco. Ma credo che il bosco ci possa insegnare molto: il bosco che culla una nostra preziosa risorsa come il tartufo bianco, il bosco che ogni giorno ci insegna a rispettare il nostro ambiente, la nostra natura, il nostro ossigeno. Quindi la nostra vita.
Quanto ai sindaci più recenti, non mi limito a ringraziarli. Se mi consentono, se ne avranno tempo e voglia, io mi permetto di invitarli: Alfonso Lippi, Angelo Frosini, Vittorio Gabbanini, venitemi a trovare, qualche volta.
Perché se è vero che la mia generazione è ora che cammini con le proprie gambe è anche vero che le nostre gambe saranno più forti se ogni tanto riceveranno un vostro consiglio. Anche questa, in fondo, è una grande responsabilità, quella di essere il sindaco più giovane degli ultimi cinquant’anni. E spero che l’età mi permetta comunque di essere un sindaco della tradizione e della continuità ma, soprattutto, un sindaco del futuro.
Come si dice in certe occasioni: sarò il Sindaco di tutti. Una frase di rito, ma spesso vuota ai fini pratici. Io vorrei fare una promessa più concreta, reale e misurabile: io sarò il Sindaco di tutti i consiglieri, come minimo. E la porta del mio ufficio per voi sarà sempre aperta, al di là del vostro gruppo d’appartenenza.
Quanto ai cittadini, vorrei essere principalmente il sindaco di tutti quelli che avranno un problema da risolvere, ma anche di quelli che avranno un’eccellenza da esprimere. Perché sta in questo la grande forza della sinistra, in Europa come a San Miniato: qui non si lascia indietro nessuno ma nemmeno si stoppa chi ha fiato per correre, e la nostra amministrazione saprà intervenire sui bisogni ma saprà anche valorizzare le capacità.
Per questo ambizioso obiettivo, come peraltro ho già
detto in campagna elettorale, due saranno i pilastri, le priorità, le fissazioni della nostra azione: lavoro e scuola. Perché il lavoro è l’attività principale per lo sviluppo ed il progresso della nostra società, per la liberazione delle persone dal bisogno e perché la scuola è il luogo principale dove si formano i cittadini e le cittadine, dove nascono e crescono le eccellenze, dove ognuno può individuare e coltivare le proprie inclinazioni naturali. Per entrambi questi temi abbiamo progetti e proposte, che già dal prossimo consiglio inizieremo ad affrontare.
In campagna elettorale ho parlato molto anche di sicurezza. Di sicurezza stradale, di sicurezza del territorio e nel territorio. Per far questo dovremo avere la capacità di amministrare con un doppio sguardo: uno sguardo al piccolo, anche al più piccolo problema della più piccola frazione. A Romaiano come al Pinocchio, all’Isera come ai Casotti, tutti dovranno avere la stessa, medesima attenzione. E dovremo avere, però, anche uno sguardo più grande, uno sguardo che vada oltre i nostri confini. Dovremo impegnarci sempre di più a collaborare con i comuni a noi più vicini, a progettare il futuro in modo condiviso e rilanciare politiche capaci di coniugare solidarietà ed efficienza, sviluppo e difesa dell’ambiente, partecipazione e visione di area vasta. Perché, prima o poi, tutti dovremo convincerci, al di là dei giusti orgogli “patriottici”, che San Miniato, Montopoli Val d’Arno, Santa Croce sull’Arno e Castelfranco di Sotto sono un’unica, grande città di 100mila abitanti.
Permettetemi di chiudere con due brevi ringraziamenti.
Il primo è per voi cittadini, che stasera siete in tanti qui presenti al questo primo consiglio comunale. Spero vorrete tornare anche ai prossimi. Perché la partecipazione è il sale della democrazia. Calamandrei diceva: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.”. Ecco, io mi permetto di aggiungere che oltre al pellegrinaggio e al ricordo c’è anche l’azione, c’è la concretezza di tutti i giorni. E allora, per onorare la Costituzione: partecipate, venite ai Consigli comunali, fate volontariato nel sociale, nello sport, nella cultura. Informatevi, impegnatevi, partecipate.
Un ultimo ringraziamento è per due “ragazzi”, fatemi passare il termine. Vorrei rivolgere un particolare benvenuto a Matteo Squicciarini e a Marco Greco, i due consiglieri più giovani (e peraltro tra i più votati). A voi, che siete nati negli anni novanta, dopo la caduta del muro di Berlino, vi vorrei segnalare una poesia del poeta rivoluzionario russo Vladimir Majakovskij che inizia col verso “L’avvenire non viene da solo. Agguantalo per le ali, o giovane.”. E si conclude, sempre rivolto ai giovani, con un invito altrettanto forte: Scuotete l’abito dei giorni stantii.
Marco, Matteo, vi invito a fare vostre le parole del poeta. Anzi, invito tutti a farlo”.
Scusandosi, poi, Giglioli ha ricordato di essersi dimenticato di Ilenia Falaschi, aggiunta e salutata a parte.
L’intervento di Manola Guazzini
“Dalla collocazione di opposizione che gli elettori ci hanno assegnato, e che faremo tutto quanto è in nostro potere per onorare fino in fondo, sentiamo di aver svolto prima e durante la campagna elettorale un ruolo democratico importantissimo. Continueremo a svolgerlo in questo Consiglio Comunale. E non lo svolgeremo solo qui: cercheremo di consolidare e ampliare la nostra base associativa, di farci collettori di proteste e di proposte, e, nella misura in cui ne saremo capaci, vogliamo ricostruire un legame tra questa sede istituzionale, le consulte, il tessuto associativo e partecipativo del nostro Comune, che si è in larga misura spezzato.
Ci siamo voluti presentare come la vera novità politica di queste elezioni comunali, dicendo che a San Miniato c’era bisogno di una profonda discontinuità rispetto a un sistema di potere che si è venuto consolidando nel tempo: una vera discontinuità che non poteva che essere alternativa al PD e alla destra, e poteva nascere solo da un’iniziativa civica radicata, forte e autonoma: quella che per quasi due anni abbiamo lavorato a costruire.
Che questo bisogno non ce lo siamo inventati noi ci sembra sia stato pienamente confermato dall’esito del voto: circa 3400 voti raccolti da due liste civiche e da una candidata sindaco che si sono mossi quasi a mani nude, sono un miracolo. Che il Comune di San Miniato sia per la prima volta nella sua storia arrivato al ballottaggio ci sembra un dato politico rilevantissimo, con cui il sindaco ha evitato di fare i conti sia prima sia dopo il ballottaggio.
E c’è poi un dato che emerge su tutti gli altri se si cerca di analizzare il voto del Comune di San Miniato: tra il primo e il secondo turno ci sono stati quasi quattromila votanti in meno. Al di là dei flussi che sicuramente si sono verificati, i due contendenti hanno confermato tutti e due i voti del primo turno, incrementandoli Giglioli di 84 e Altini di 164.
E’ evidente che c’è una fetta consistente di elettori del Comune di San Miniato che non si è sentita rappresentata da nessuno dei due candidati al ballottaggio, non ha individuato in nessuno di essi il cambiamento che riteneva necessario, e non li ha trovati abbastanza diversi l’uno dall’altro neanche per essere spinta ad andare a votare ‘contro’.
Ci sembra del resto un dato più generale che tra primo e secondo turno le amministrazioni di centrosinistra della Provincia di Pisa siano state tutte riconfermate, mentre sarebbero state tutte o quasi perse sulla base del voto delle Europee. Questo ci parla di una tenuta del radicamento sociale (se si vuole essere positivi) o di certi legami di interesse (se si vuole essere oggettivi). Non ci parla assolutamente di una ripresa di egemonia culturale. Il modello amministrativo su cui si fonda il governo delle nostre zone, in alcuni casi a partire dal dopoguerra, in altri dagli anni ’70, non produce più idee, ha quasi esaurito la sua riconoscibilità, si riduce nel migliore dei casi a una piatta amministrazione dell’esistente, nel peggiore a un rapporto opaco con gruppi d’affari e di interessi. Ed è evidente che, se non c’è una svolta profonda, sarà sempre più difficile porre argini alla destra.
Nel programma di Giglioli non c’era la minima consapevolezza di queste esigenze di discontinuità: c’era al contrario la rivendicazione totale dell’eredità degli ultimi 10 anni, e anche nelle dichiarazioni programmatiche di stasera non ci sembra sia cambiato niente
Come Lista CambiaMenti abbiamo saputo costruire un argine, e abbiamo raccolto 3400 voti che non si sono in gran parte riconosciuti né nell’una né nell’altra delle due proposte arrivate al ballottaggio, sulla base di un programma fondato su innovazioni vere, a partire dalla trasparenza e dal recupero della centralità del Comune. Ed è su questa base che faremo, con i nostri due consiglieri comunali un’opposizione senza sconti, cominciando col pretendere una piena valorizzazione del ruolo del consiglio comunale e un corretto rapporto tra Giunta e Consiglio.
Già non ci sembra un bel segnale che si arrivi alla prima convocazione del Consiglio a oltre un mese dal primo turno e a quasi venti giorni del ballottaggio. La scelta che Giglioli ha fatto di non presentare una proposta di Giunta contestualmente alla propria candidatura a Sindaco, al contrario di quanto avevamo fatto noi, ha avuto come effetto una lunga fase di contrattazione sugli assetti, in cui chi ha contribuito alla vittoria di Giglioli ha presentato il conto e in cui certamente ci saranno stati dei premiati e dei delusi. Ci sembra difficile da credere che il fatto che, dopo oltre due settimane dal ballottaggio, la proposta di Giunta non sia ancora completa, sia da attribuire a sopraggiunti problemi personali. A questa incompletezza della proposta si somma, se non ricordo male, la mancata osservanza di ben due impegni che Giglioli aveva assunto pubblicamente nel corso della campagna elettorale e della campagna per il ballottaggio: quello di separare la figura del Sindaco da quella dell’assessore all’Urbanistica, e quello di attingere i nomi dei componenti della Giunta dall’ambito delle liste che lo avevano sostenuto. Guarda caso, la mancata osservanza di questi due impegni sottolinea, in entrambi i casi, punti di continuità con la gestione precedente. Ci pare anomalo che la composizione, oltretutto incompleta, della Giunta sia stata resa nota solo poche ore fa, ben una settimana dopo quanto è avvenuto negli altri Comuni della provincia dove, analogamente a San Miniato, il nodo dell’elezione del Sindaco si è risolta solo nel ballottaggio del 9 giugno. La composizione della Giunta è competenza esclusiva del Sindaco e non ci riguarda, anche se pensavamo che qualche tentativo di attenuare l’immagine di continuità ci sarebbe stato e proprio non pensavamo che ci saremmo ritrovati in Giunta per la terza volta consecutiva chi è stato assessore al bilancio in entrambi i mandati Gabbanini. Una cosa del genere apparirebbe un condizionamento eccessivo del passato sul presente e sul futuro anche se non ci fosse stata nessuna ombra, e invece ricordiamo che qualche ombra c’è stata.
Riguarda tutti i consiglieri, invece, e riguarda tutti i cittadini di San Miniato, il fatto che le questioni politiche poste dal voto all’area del Pd non si siano espresse in un dibattito pubblico e trasparente e che invece di questo ci sia stata una trattativa di potere che ha ulteriormente ritardato il riavvio del normale funzionamento di questa Amministrazione. Ne è spia, tra l’altro, il fatto che, pur avendo eletto consiglieri, né l’una né l’altra delle due liste che hanno appoggiato il PD in campagna elettorale esprima la figura del vicesindaco, come di solito avviene nelle giunte di coalizione, e come è avvenuto anche a Ponsacco e Pontedera.
Noi cercheremo di controllare uno per uno gli atti della Giunta e chiederemo che non siano sottratte alla discussione del Consiglio scelte che in passato hanno prodotto debiti fuori bilancio, scelte poco trasparenti nell’assegnazione di lavori e servizi, e perfino scelte strategiche.
Vogliamo che il Consiglio riprenda a discutere e a esprimere indirizzi sulle deleghe che attualmente il Comune conferisce a enti, consorzi e aziende che operano in ambiti importantissimi, come le politiche della salute, la gestione della rete idrica e dei rifiuti, il servizio di trasporto pubblico, la sistemazione idrogeologica del territorio.
Visto che tutti hanno affermato la priorità della dimensione comprensoriale, chiediamo che il Consiglio sia investito della discussione su come si intende costruire una concreta iniziativa istituzionale sul tema, a partire dall’omogeneità delle maggioranze nei quattro Comuni del Valdarno. E’ evidente che questa questione non si potrà risolvere con le relazioni tra sindaci, tra Assessori e con alcune rappresentanze sociali, ma dovrà riguardare i Consigli nell’insieme della loro rappresentatività politica.
Cominceremo a porre fin dalle prime sedute del Consiglio questioni difficili e a cui pretenderemo di avere risposte precise: ad esempio, come si intende gestire la questione M3? Come si intende affrontare il tema del controllo dell’afflusso di rifiuti dall’esterno della zona al nostro territorio? Quale strada si intende assumere sul Liceo? Si intende o no correggere la variante urbanistica che consentirebbe di insediare a San Donato una nuova struttura del Penny Market al di fuori dell’area dell’Interporto? E infine, visto che sui temi dell’antifascismo e dell’inclusione Giglioli ha insistito molto soprattutto nelle due settimane della campagna per il ballottaggio, ci piacerebbe capire se se ne riparlerà il 25 aprile 2020 o se avremo qualche segnale concreto prima.
Quindi il mio è un augurio di buon lavoro e un in bocca al lupo al nuovo Sindaco ed alla Giunta, fatto però da chi ha la consapevolezza di dover svolgere col massimo rigore la funzione democratica del’opposizione”.
Nella prima seduta, quella di ieri sera, Guazzini ha presentato due interpellanze: una sul piano di protezione civile delle M3 di Ponte a Egola, l’altra sulla Tari.
L’intervento di Roberto Ferraro
“I risultati elettorali hanno indicato un chiaro desiderio dei cittadini di vedere realizzato un forte cambiamento nella gestione del Comune. I segnali in tal senso sono stati netti. Per la prima volta il sindaco è stato eletto al ballottaggio, per la prima volta il Pd non ha la maggioranza assoluta e passa dal 54% al 37%. La Lega pur presentandosi per la prima volta raccoglie quasi il 27% dei consensi ed è quindi il secondo partito del Comune.
La Lega non disattenderà la fiducia che gli ha riconosciuto l’elettorato e porrà ai primi posti della propria agenda di lavoro gli argomenti che i cittadini durante la campagna elettorale hanno sottolineato, sollecitandone la risoluzione.
Ci occuperemo della sanità, argomento fortemente sentito dai cittadini ma trascurato dalla politica locale. Cercheremo di comprendere i motivi ed i vantaggi della scelta fatta dal Comune di San Miniato di gravitare nell’ambito della struttura sanitaria di Firenze ed Empoli. Cercheremo di verificare se la promessa fatta anni fa, secondo la quale la chiusura dell’ospedale di San Miniato avrebbe regalato ai cittadini un nuovo, grande ed efficiente ospedale ad Empoli, sia stata mantenuta.
Affronteremo il grosso problema dell’utilizzo delle risorse finanziarie comunali, che tutti dichiarano dover essere gestite con oculatezza, secondo i dettami del buon padre di famiglia. Principi eccellenti ma che in passato hanno trovato scarsa realizzazione. In questo contesto vorremo comprendere la dinamica economico-finanziaria del Project financing, ed in particolare come sia stata possibile una sanzione di 10 milioni a fronte di un contratto di valore inferiore e come sia stato possibile che dopo la negativa esperienza della collaborazione con il Consorzio Etruria in occasione del project financig, si sia ricorso due anni dopo al medesimo costruttore anche per realizzare la Farmacia comunale, con la conseguenza che anche tale appalto è finito nel nulla, con una perdita per le casse comunali di centinaia di migliaia di euro.
Dedicheremo attenzione al grosso problema del bacino di Roffia, che dopo venti anni di lavori e venti milioni di euro spesi ad oggi non si è ancora compreso se il rischio idraulico del sito è stato circoscritto.
Ci occuperemo della sicurezza di tutte le scuole, verificheremo sa le somme stanziate per la loro manutenzione sono sufficienti e se le strutture sono in linea con una ragionevole situazione di sicurezza. Cercheremo di capire a che punto è la vicenda del liceo Marconi, e quali provvedimenti cautelari sono stati assunti dalle competenti Autorità amministrative a seguito della disastrosa vicenda dell’edificio acquistato a 7 milioni di euro e frettolosamente abbandonato poco dopo per motivi di sicurezza.
Avremo cura di verificare la situazione degli impianti sportivi comunali, i costi di gestione, la loro manutenzione, la loro effettiva agibilità e se vi è stata proporzionalità tra costo dell’impianto e suo utilizzo effettivo.
Particolare attenzione dedicheremo a tutti coloro che si trovano in stato di necessità. Cercheremo di garantire che gli aiuti e le attenzioni dedicate ad essi dalle autorità pubbliche siano adeguate alle singole situazioni, e in quantità e qualità tale che nessun cittadino italiano debba sentirsi di serie b”.
Michele Altini ha ringraziato il sindaco “per le parole nei miei confronti, estendibili a tutti i candidati del centrodestra”. Ha rivendicato una campagna elettorale corretta che, ha detto, rispecchia il mio lavoro all’opposione finora e anche da ora in poi.