Presidente Bottega di Geppetto nell’inchiesta degli Innocenti

21 maggio 2019 | 16:35
Share0
Presidente Bottega di Geppetto nell’inchiesta degli Innocenti
Presidente Bottega di Geppetto nell’inchiesta degli Innocenti
Presidente Bottega di Geppetto nell’inchiesta degli Innocenti

Falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. Con questa accusa, Aldo Fortunati è finito a processo, con un ruolo apparentemente secondario, nell’ambito di un’inchiesta che riguarda, tra l’altro, i lavori di ampliamento e ristrutturazione del museo dell’Istituto degli Innocenti di Firenze dedicato all’infanzia. Fortunati è direttore dell’area educativa dell’Istituto e in questa veste dovrebbe essere finito nella vicenda ma è anche presidente del Centro di ricerca e documentazione sull’infanzia La Bottega di Geppetto, istituzione del comune di San Miniato.

Rinviata a processo è l’ex direttrice generale dell’Istituto Annamaria Bertazzoni, con le accuse di abuso d’ufficio e di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. A processo andrà anche Alessandro Romolini, supporto del responsabile unico del procedimento (Rup), accusato di concorso formale in falso ideologico. Il gup ha inoltre assolto il direttore dei lavori Carlo Terpolilli che aveva chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Secondo le indagini, Bertazzoni aveva affidato a uno studio associato di architetti la progettazione esecutiva dei lavori e, dopo aver individuato degli errori, invece di attivare le procedure di soluzione, avrebbe approvato due varianti, con ulteriori spese a carico dell’Istituto degli Innocenti per circa 650mila euro. L’ex direttrice avrebbe inoltre disposto proroghe temporanee di due contratti di appalto con motivazioni, secondo le indagini false.

In particolare in questa vicenda a interessare il territorio samminiatese è la posizione di Aldo Fortunati, avendo da anni un incarico di rilievo in un ente partecipato dal comune di San Miniato, la Bottega di Geppetto. Sulla sua posizione però l’avvocato Patrizia Di Pasquale che insieme ad altri colleghi rappresenta il collegio difensivo del Fortunati, ha voluto precisa: “La posizione del mio assistito è assolutamente tangenziale e marginale al processo che vede alla sbarra gli altri due imputati. La Procura, infatti, contesta a Fortunati di non aver dichiarato un rapporto di natura privatistica al tempo dei fatti, niente a che vedere con la vicenda degli ampliamenti del museo. Quindi in sostanza una posizione assolutamente diversa. Del resto noi che rappresentiamo il nostro cliente abbiamo sempre sostenuto che lui quella dichiarazione non era tenuto a farla. Mi meraviglia – ha concluso il legale di Ponte a Egola, – che si parli adesso del ruolo processuale del Fortunati, quando in realtà in questa vicenda abbiamo già ottenuto da tre gradi di giudizio, il decadimento delle accuse di peculato, ben più gravi, che in un primo momento erano state contestate dalla procura fiorentina al nostro assistito. Sicuramente il giudice durante il dibattimento capirà che la posizione del Fortunati è assolutamente diversa”.