





Recentemente sul centro specialistico erano state sollevate delle critiche in merito alle liste d’attesa e al fatto che non sarà un centro universitario. A complicare la situazione, la decisione di lasciare il centro da parte di Massimiliano Marcucci, figura di riferimento per tutti coloro che conoscono il Cesat. “Quando noi come gruppo consiliare proponemmo degli studi protesici all’interno del centro – ha spiegato Simone Testai, attuale consigliere comunale e candidato nella lista di Ramello -, l’amministrazione disse che volevano seguire le direttive dell’Asl. Ma queste direttive consistevano nel non fare diventare il Cesat un centro di eccellenza ma di farlo diventare un polo di smaltimento delle liste. Così il prof Marcucci è andato via e con lui la sua equipe. Ora al Cesat si opera su tutto ciò che riguarda protesi non solo parti specializzate e va da sé che così si perde l’eccellenza. Ora quello che viene chiamato turismo sanitario si sposta altrove, soprattutto se i professionisti vanno via. Così questo ospedale verrà chiuso e noi non avremo un punto di primo soccorso né di eccellenza ma avremo un carrozzone che ci è costato un milione di euro. Con Sabrina contiamo di fare tornare l’eccellenza a Fucecchio sbattendo i pugni sul tavolo nelle sedi opportune. Eccellenza che con questa gestione scellerata se ne sta andando”.
Gestione che secondo Mugnai, deputato ed ex consigliere regionale di opposizione, corrisponde alla gestione della sanità di tutta la regione di Enrico Rossi. Mugnai, dopo aver sottolineato l’importanza dell’eco mediatico e dei giornali e il ruolo di denuncia che spetta al sindaco, ha spiegato la sua visione delle cose: “La sanità è uno dei temi che ha fatto saltare la fiducia dei cittadini toscani con la sinistra – ha spiegato Mugnai – Gestita con logiche clientelari, per anni è stata raccontata come un modello da esportare ma poi anche per prestazioni semplici ci sono liste d’attesa lunghissime. Noi di Forza Italia tra i candidati abbiamo un sacco di medici e infermieri perché dall’interno vedevano l’inefficienza e hanno deciso di metterci la faccia per migliorare il servizio. I medici professionisti se ne vanno dal servizio pubblico non per guadagnare di più, ma per andare dove lavorano meglio”.
“Si scelgono primari con logiche clientelari si fanno lavorare cooperative perché poi arrivano soldi al partito democratico, sprecando anche denaro pubblico – continua Mugnai – La Regione, con Rossi in testa, ha deciso di non aggredire gli sprechi e dal 2015 con l’accorpamento delle Asl si vanno a tagliare i servizi. In Toscana si paga il ticket più alto di tutta Italia. In un centro sanitario ti fanno aspettare mesi per la risposta ma poi nello stesso centro sanitario se vai all’intramedia il giorno dopo hai le risposte. L’intramedia dovrebbe essere un servizio su base volontaria, invece non si investe per ridurre le liste di attesa perché così i cittadini sono costretti ad andare all’intramedia a pagamento”.