Primo Maggio, Lambertucci racconta i diritti negati

29 aprile 2019 | 17:13
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Primo Maggio, Lambertucci racconta i diritti negati

Sono parole dure per il significato implicito che hanno, quelle scritte da Alessandro Lambertucci in preparazione al Primo maggio nel commentare l’azione dell’amministrazione Deidda in merito alla vicenda dei lavoratori comunali del centro raccolta rifiuti (Centro raccolta rifiuti, nuovo tavolo il 20 maggio).

Non solo: Lambertucci denuncia anche altri episodi in cui i diritti di un lavoratore disabile non sarebbero stati pienamente rispettati dal Comune, in questo caso parte datoriale.
Un problema che nasce, secondo l’avvocato santacrocese, nella mancata azione amministrativo politica della giunta Deidda, per tutelare i diritti di questi lavoratori. L’episodio dei lavoratori dell’isola ecologica e del cantiere comunale, dove nel tavolo di trattativa aperto davanti al prefetto di Pisa per cercare di risolvere uno stato di agitazione scoppiato pochi giorni fa e ancora pendente, dove a trattare con la segreteria Cisl sono state direttamente il sindaco Deidda e il vicesindaco Bertelli, non poteva passare inosservata a chi della legge, dei diritti e quindi delle procedure ne ha fatta la propria professione. In questo intervento di introduzione al Primo maggio, il punto di vista di Lambertucci, candidato alle elezioni comunali del prossimo 26 maggio per il centrodestra santacrocese contro Giulia Deidda, il sindaco uscente in cerca di riconferma, va oltre la dialettica politica e sconfina sul terreno dei diritti dei cittadini, in questo caso lavoratori.
Ecco l’intervento di Lambertucci: “Il 25 marzo scorso, durante la mia campagna di ascolto, avevo incontrato alcuni impiegati del cantiere comunale e del centro di raccolta e avevo segnalato tutta la loro rabbia e la loro frustrazione nei confronti dell’amministrazione uscente. Avevo conseguentemente denunciato, sulla mia pagina pubblica, sia le precarie condizioni di lavoro in cui si trovano ad operare i dipendenti comunali che lo scarso livello del servizio a causa della cattiva organizzazione dello stesso da parte dell’amministrazione che, sino a oggi, non ha fatto niente per migliorarne l’efficienza.
Successivamente ho appreso che il Prefetto di Pisa era stato informato dalla Cisl ed era stato indetto uno stato di agitazione sindacale che, dopo circa un mese, ha portato ad un incontro davanti allo stesso Prefetto con il sindaco uscente Deidda e la vicesindaco Bertelli. Incontro durante il quale lo stato di agitazione è stato sospeso fino al 20 maggio, in attesa di poter valutare proposte concrete che dovrebbero pervenire da parte del comune di Santa Croce sull’Arno.
Nella giornata del primo maggio, quando si festeggerà il lavoro e la conquista dei diritti dei lavoratori apparirà emblematica in negativo la situazione di Santa Croce dove, invece, ci si aspetterebbe di trovare un’amministrazione comunale attenta al rispetto delle condizioni di vita e di lavoro dei propri dipendenti, visto lo sbandierato impegno nella difesa dei diritti civili che, solo qualche giorno fa, aveva portato alcuni dei suoi esponenti a partecipare ad una marcia comprensoriale per i diritti umani.
Ci stupisce che, chi si professa difensore dei diritti, poi non sia in grado di mettere i propri lavoratori in condizioni di operare al meglio ed in sicurezza offrendo un servizio efficiente e razionale. A quanto ci è stato riferito la situazione igienico sanitaria del cantiere appare non più sostenibile o procrastinabile, i locali che l’amministrazione ha messo a disposizione dei lavoratori sarebbero al loro interno in condizioni di forte degrado, malsani e in condizioni tali da pregiudicarne, molto probabilmente, anche il requisito di abitabilità e, per di più, sembrerebbero esser stati compiuti atti di discriminazione nei confronti della Rsu eletta nelle file della Cisl che non sarebbe mai stata convocata al tavolo delle trattative impedendogli, così, la possibiltà di far sentire anche la propria voce (merita ricordare che l’attività sindacale è prevista come diritto costituzionale dall’articolo 39 della Carta ndr).
La Deidda e la Bertelli (sindaco e vicesindaco di di Santa Croce sull’Arno ndr) si sarebbero limitate a commentare che i bilanci sono magri e che hanno scelto di dare la precedenza ad altre cose invece che alle condizioni di lavoro dei propri dipendenti ma, se in tutti questi anni, avessero fatto una politica seria e più attenta alla programmazione degli interventi, destinando risorse mirate ad organizzare in modo adeguato il lavoro e ad efficientare i mezzi necessari per svolgere un adeguato servizio, si sarebbero potuti evitare grandi sprechi che hanno poi portato alla situazione attuale.
Purtroppo, a questa amministrazione manca una governance capace di visioni sistemiche, strategiche, con obiettivi di interesse pubblico e generale e con modelli di ordinamento spaziale efficaci e questo è il segno più evidente di un fallimento totale e dell’incapacità di governare i processi di sviluppo di un territorio e di programmazione dei servizi offerti.
Occorre, invece, porre più attenzione a tutte le istanze che provengono dalle varie componenti della società civile che svolgono un ruolo importante nella nostra città e occorre investire nella voglia di ascoltare perché solo con l’ascolto si può evitare di pregiudicare i diritti di quelle situazioni che meritano, invece, maggior tutela. Nella giornata del lavoro, penso, per esempio, anche al lavoro dei disabili e all’episodio che mi è stato riferito da chi ha svolto uno stage di vari mesi alla biblioteca comunale di Santa Croce che, poi, non sarebbe stato retribuito, da chi di competenza, per il monte orario svolto nel mese di agosto. In quella occasione, questa persona con disabilità avrebbe lavorato senza che qualcuno si fosse minimamente preoccupato di informarla che nel mese di agosto la società della salute Empolese Valdarno Inferiore, sembrerebbe in base a disposizioni regionali, non le avrebbe potuto corrispondere alcun compenso.
Allo sconforto del lavoratore che, oltre a non percepire la retribuzione, ha dovuto rinunciare anche ad un periodo di riposo estivo, gli incaricati dell’amministrazione, invece di cercare di risolvere in qualche modo la situazione, visto che si tratta comunque di pochi euro, gli avrebbero detto di considerare il suo lavoro come se avesse svolto opera di volontariato. Nessuno si è, quindi, attivato facendo in modo che la situazione, anche con la società competente, venisse in qualche modo risolta senza dover pregiudicare necessariamente la persona che si trova in situazione di disabilità e di bisogno.
Credo che chi ha la presunzione di promettere una Santa Croce ancora più bella e ancora più giusta debba sempre ricordare che occorre mettere in campo azioni concrete a difesa della giustizia e dei diritti e non vuote parole che, poi, immancabilmente, vengono smentite dai fatti e dalla realtà che ci circonda”.