Maleodoranze, 7500 litri di sostanze potenzialmente pericolose

31 marzo 2019 | 11:08
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Maleodoranze, 7500 litri di sostanze potenzialmente pericolose

Alla fine quella che era sembrata una banale fuga di gas è diventata una vicenda di rilievo per la protezione dell’ambiente di San Miniato. Le maleodoranze percepite dai cittadini in via Chico Mendes nella zona industriale di Ponte a Egola, nella sera di venerdì 22, non erano causate da metano, ma da 7500 litri di una sostanza chimica contenuta in 30 fusti, una sostanza di cui la momento non si conosce ancora la natura chimica e le potenziali pericolosità, ma il comune non esita a ipotizzare che si possa trattare di rifiuti pericolosi o speciali.

Dopo l’intervento dei vigili dei fuoco in via Chico Mendes a Ponte a Egola nella serata del 22 marzo (leggi qui), il comune e l’autorità giudiziari sono intervenute. In primo luogo mettendo sotto sequestro l’area da cui provenivano le maleodoranze e poi con un’ordinanza con cui si intima al proprietario del capannone dove sono stati rinvenuti i rifiuti speciali o pericolosi di fare un serie di operazioni per la messa in sicurezza e lo smaltimento.
Come emerge dai documenti emessi dal Comune nel capannone (in via di recupero da parte di un’azienda che vorrebbe impiantare nel sito una parte della propria attività produttiva) sono stati rinvenuti 30 fusti metallici da 250 litri l’uno contenenti la sostanza maleodorante. Proprio da questi fusti nella serata del 22 marzo si sarebbe liberata la forte maleodoranza in un primo momento scambiata per l’odore di un idrocarburo alifatico, che aveva messo in agitazione la popolazione, tanto da richiedere l’intervento dei vigili del fuoco e di Arpat. Proprio dall’indagine dei vigili del fuoco e dagli atti trasmessi dal comando di Pisa, al Comune, ad Arpat e all’autorità giudiziaria, è scattata l’ordinanza emessa da sindaco Vittorio Gabbanini che di fronte a una situazione potenzialmente pericolosa per la salute pubblica e tenuto conto della leggi dello Stato e della regione Toscana in materia di sanità pubblica e di tutela ambientale, ha emesso un decreto con cui ha intimato l’immediata messa in sicurezza del sito, ora sotto sequestro da parte dell’autorità giudiziaria, per prevenire possibili danni ambientali ad aria, acqua o suolo. Non solo nell’ordinanza il sindaco ha anche dato prescrizioni precise per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti contenuti nei bidoni, che evidentemente in quel capannone non dovevano esserci. Il Comune ha anche chiesto attraverso i carabinieri di San Miniato, a cui sono stati trasmessi tutti gli atti, di poter accedere come municipio alla struttura per un sopralluogo dei tecnici, cosa che è stata accordata dalla procura di Pisa a seguito del sequestro.
Ora il proprietario o gli aventi diritto, come precisa l’ordinanza del sindaco, visto che la proprietà del capannone potrebbe essere distinta dai soggetti che vi operano all’interno per il recupero dell’area produttiva, avranno 10 giorni di tempo per elaborare un piano per la classificazione chimica dei 7500 litri di sostanza rinvenuta nei fusti, per la rimozione e lo smaltimento a termini di legge, il tutto sotto la vigilanza di Arpat Pisa e dei carabinieri in qualità di polizia giudiziaria, attraverso una relazione dettagliata da trasmettere in via preventiva perché sia approvata dalle autorità competenti e al termine dei lavori. (g.m.)