





“Mi mancherete, mi mancheranno i miei cittadini perché vi ho voluto bene”. Questo il saluto che Vittorio Gabbanini, sindaco di San Miniato per dieci anni consecutivi ha dato in occasione del bilancio di fine mandato negli spazi della Casa culturale di San Miniato Basso ieri, mercoledì 27 marzo. Insieme a lui, a fare un bilancio delle cose fatte, c’era la sua squadra di sempre, quella con cui è partito dieci anni fa: Giacomo Gozzini, Chiara Rossi, Gianluca Bertini e David Spalletti (Marzia Fattori era assente per impegni istituzionali). Gabbanini, nel passare in rassegna i vari temi non si è astenuto dal rispondere sottotraccia ad alcune critiche mosse dalle opposizioni.
“La squadra ormai è consolidata anche se io non sono stato un sindaco facile – ha detto – Siamo stati soprattutto, e sfido chiunque a dire il contrario, persone oneste. Quando sono arrivato il comune aveva 22 milioni di debiti, ora sono 4”. Poi spiega la vicenda del project financing: “Sul Project financing abbiamo deciso di rateizzare perché c’è una procedura in corso e ancora non sappiamo come finirà. Il bilancio del comune è solido, possiamo pagare il debito senza grossi problemi. L’opposizione che adesso ci attacca, a suo tempo ci spronava a fare l’arbitrato con la San Miniato Gestione”. Sull’annosa questione della M3 proprio ieri è arrivata la risposta a una interrogazione parlamentare posta dalla deputata Susanna Cenni, in cui il Ministero prende atto di quanto deciso dal Tar e lo ribadisce. Ossia, che gli impianti di sicurezza della M3 di Ponte a Egola, azienda che tratta il poliuretano espanso, rispondono alle norme di legge, secondo la normativa Seveso e successive, quelle previste per le aziende a rischio di incidente rilevante per i rischi rilevanti, e che una decisione ubanistica non può essere applicata retroattivamente. Il comune di San Miniato aveva approvato nel 2015 una variante al regolamento urbanistico che avrebbe imposto all’azienda la delocalizzazione entro 3 anni. Il Tar della Toscana aveva deciso che in questo caso lo strumento urbanistico era illegittimo e lesivo dei diritti dell’azienda, diritti consolidati nel tempo e nello spazio. Non solo il ministero oltre a recepire e fare proprie le disposizioni del Tribunale amministrativo della Toscana ha anche ribadito che la delocalizzazione è solo un’eventualità futura qualora azienda e amministrazione comunale trovino una soluzione di soddisfazione per entrambe oltre a ribadire che i piani di sicurezza sono corretti.
Proprio in merito alla questione M3 Gabbanini ha detto: “Oggi è arrivata una risposta all’interrogazione parlamentare sulla M3. Chi è di Ponte a Egola sa bene che i Cinque Stelle protestavano davanti alla M3, ora però il governo giallo verde dà ragione alla ditta. Abbiamo perso il ricorso al Tar e dobbiamo anche pagare le spese”. Insomma il solito colpo di politica per cercare di nascondere il fatto che il comune di San Miniato aveva inserito nello strumento urbansitico una norma che non ha retto all’analisi del tribunale amminsitrativo al quale legittimamente l’azienda si è appellata per vedere riconosciuto un proprio diritto. Una sitauzione che se da un lato fa sorridere, dall’altro eviedenza come l’azione amministrativa in questo caso non abbia tenuto conto dei principi costituzionali del diritto.
Poi Gabbanini ha continuato con il suo discorso di commiato che spesso pero ha avuto il sapore di una giustificazione non rischiesta, quasi a voler mettere le mani avanti da possibili attacchi degli avversari politici. A chi dice che la sua amministrazione ha governato solo per San Miniato e non per le sue frazioni, Gabbanini risponde numeri alla mano. Secondo i dati forniti dal sindaco in questa legislatura il comune di San Miniato ha speso quasi 10 milioni di cui la maggior parte destinata alla frazione di San Miniato centro storico (4 milioni), al secondo posto Ponte a Egola con 2 milioni e 600mila euro e al terzo San Miniato Basso con 2 milioni e 390mila.
Roffia è conteggiata fuori budget, visto che è costata oltre 14 milioni di euro e dice Gabbanini “è concluso, abbiamo il collaudo e stiamo per trasferire tutto alla Regione”. “Non è vero che la nostra amministrazione non è trasparente, è trasparentissima. Chiunque può venire a parlare col sindaco a tutte le ore tutti i giorni. Dicono che non abbiamo programmazione ma noi ce l’abbiamo, altrimenti non saremmo riusciti a fare tutto quello che abbiamo fatto”. Insomma, la giunta sostiene di lasciare un bilancio sano per la San Miniato del futuro anche se la serata era pensata per parlare delle cose passate. In merito alla San Miniato del futuro è intervenuto Eugenio Giani, presidente del consiglio regionale che ha dato man forte alla candidatura a sindaco di Simone Giglioli, presente in sala. “Quello che è mancato al Pd in questi ultimi anni – ha detto Giani – è l’unità e la compattezza, ma a San Miniato questo problema non sussiste. E vedere come Giglioli stasera era al tavolo del consiglio regionale a difendere gli interessi dei sanminiatesi sul tartufo, mi fa pensare ad un motivato passaggio di testimone. Senza dubbio la storia darà a Vittorio assoluto rilievo nella gestione del territorio”. Poi, Vittorio Gabbanini ha ringraziato le persone che stanno dietro alla macchina comunale e le principali imprese del territorio: dalla Cuoiodepur, definita “fiore all’occhiello ed esempio in tutta Europa” alla Credit Agricole.
E a ribadire che cuoiodepur è un azienda modello, recentente diventata bersaglio di una pesantissima sentenza del tar ora al vaglio del Consiglio di Stato, ci ha pensato il presidente Michele Matteoi: “In trent’anni non c’è mai stata nessuna condanna penale e vi assicuro che quando si tratta di depurazione le indagini sono tante”. Con Massimo Cerbai, il direttore generale della banca che ha spostato la sua direzione regionale da Firenze a San Miniato si è tenuto uno scambio di doni. “La decisione di spostare la direzione regionale a San Miniato – ha detto Cerbai – viene dall’esigenza di continuità con il territorio, perché la banca aveva qui le sue radici”. Poi Cerbai ha ricordato di quando Gabbanini fu per molti anni suo collega in Fondazione e lo ha omaggiato con una targhetta proveniente dagli archivi. In cambio, il sindaco aveva una medaglia d’argento con lo stemma del comune di San Miniato.
Giuseppe Zagaria