
di Nilo Di Modica
“Un ricorso per ristabilire un diritto, negato ai cittadini a cominciare da coloro che appena un anno fa si erano messi in gioco per il proprio comune, senza successo”. Sono queste le parole con le quali il consigliere ed ex candidato sindaco della lista ‘Santa Maria a Monte di tutti’ Sergio Coppola, ha presentato questa mattina un ricorso al Tar contro il Comune.
Al centro del contendere alcune delle pregiudiziali contenute nel regolamento delle consulte per poter candidarsi alle prossime elezioni delle consulte di zona: il non essere stati candidati negli ultimi 5 anni e non far parte di organismi all’interno di partiti o associazioni politiche. Nello specifico, ad essersi candidati e non essere stati accettati dalla commissione elettorale sono stati Claudio Remorini e Fabio Antichi, entrambi già candidati alle elezioni amministrative del 2018 senza successo ed impegnati anche all’interno di associazioni (Antichi nell’Arci, Remorini nell’Anpi).
“Com’è ovvio, il ricorso al Tar è nominale, quindi ringrazio innanzitutto Fabio e Claudio per essersi messi a disposizione – continua Coppola. – Quello che facciamo lo facciamo per ristabilire un diritto, perché non è accettabile che una persona che ricopre incarichi volontariamente all’interno di organizzazioni politiche o partiti non sia accettabile come candidato ad un elezione per la composizione di una consulta di quartiere. Come non è accettabile che non siano candidabili persone che si sono messe a disposizione appena un anno fa per elezioni amministrative. I candidati alle comunali lo scorso anno erano 78, sono entrati in 17, perché mai quei 61 che hanno dimostrato interesse e impegno per il bene comune non possono misurarsi con altri candidati per far parte di un organo nel quale, lo ricordo, non si entra per guadagnare qualcosa ma solo per la voglia di fare la propria parte?”.
Al centro del ricorso, su piano squisitamente legale, una doppia contraddizione riconosciuta dai legali della lista di Coppola “Santa Maria a Monte di tutti”, la prima relativa al regolamento stesso, la seconda con la Costituzione. “L’esclusione di coloro che sono stati candidati alle elezioni del Sindaco e del Consiglio Comunale negli ultimi cinque anni e l’ulteriore previsione di incompatibilità di coloro che, alla data di scadenza della presentazione della richiesta di inserimento nell’elenco dei candidati per l’elezione dei rappresentanti della Consulta di Località di appartenenza, rivestono cariche di componenti delle segreterie di partito e/o movimenti politici contrasta con il principio della finalità di ‘ampia partecipazione dei cittadini all’amministrazione del territorio comunale’, citata nel Regolamento delle consulte stesse – si legge nel ricorso. – Tale esclusione è inoltre inammissibile sotto il profilo della disparità di trattamento in considerazione del fatto che alcuni cittadini in quanto abbiano concorso, in precedenza, alle elezioni amministrative senza essere stati eletti, risulterebbero esclusi dall’esercizio di diritti assicurati, invece, e protetti dal legislatore. La decisione di escludere alcune categorie di soggetti, sempre per gli avvocati della lista di opposizione si caratterizza come “violazione dell’art. 49 della Costituzione secondo cui ‘tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale’ tutelando la libertà di associazione e riconoscendo un fondamentale ruolo partecipativo ai partiti politici che, invece, la previsione regolamentare di cui si discute penalizza illogicamente ed ingiustamente”.
“Avremmo voluto evitare di fare questo ricorso – continua il consigliere di opposizione – Tant’è che a febbraio avevamo richiesto formalmente al sindaco di iniziare una discussione per la modifica del regolamento in autotutela. Una modifica che avrebbe potuto promuovere la maggioranza stessa proprio su quei punti di incaiddabilità contenuti nel regolamento. La sindaca come al solito ha preferito ignorarci e al momento non ci sono giunte risposte. Ecco che siamo stati costretti a ricorrere”.