Aree umide da salvare: catturati nutrie e 123mila gamberi killer



Più di 123mila gamberi rossi della Louisiana di taglia medio grande sono stati catturati nella Paduletta di Ramone e nel Lago di Sibolla. La popolazione aveva iniziato ad aumentare dal 2000 e ora il monitoraggio ha evidenziato una drastica diminuzione. Il gambero della Louisiana è pericoloso per l’ecosistema perché responsabile della diffusione della “peste del gambero”, malattia letale per i gamberi nativi ed è potenzialmente tossico per la salute umana se consumato qualora proveniente da ambienti inquinati. Significativo anche il risultato ottenuto nel monitoraggio effettuato dopo la cattura delle nutrie nella Paduletta di Ramone, specie altamente invasiva responsabile del deterioramento degli ambienti umidi con preoccupanti impatti sul rischio idraulico provocati dall’escavazione di tane e tunnel sulle arginature dei fossi e dei canali.
Sono due, questi, dei risultati ottenuti dal progetto Life per il controllo delle specie aliene e la tutela degli habitat nelle aree umide interne della Toscana settentrionale e in particolare nei 3 SIC “Padule di Fucecchio”, “Bosco di Chiusi e Paduletta di Ramone” e “Lago di Sibolla” per un importo di 1.374.725 euro, cofinanziato per il 50% dalla Comunità Europea, coordinato dal Consorzio con il partnerariato del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Firenze. La diversità intesa come bene comune, l’ambiente naturale da salvaguardare, ad ogni costo. Pena la perdita dell’identità del luogo e della popolazione. È questo che è emerso durante il convegno finale del Progetto Life “SOS Tuscan Wetlands” che si è tenuto martedì 19 febbraio all’Auditorium “La Tinaia” del Complesso di Fattoria Corsini a Fucecchio. A parlarne autorevoli esponenti del mondo scientifico italiano che monitorano costantemente l’ecosistema che ci circonda. Le specie aliene che si moltiplicano costituiscono una seria minaccia alle specie autoctone, una vera e propria invasione che, se non tempestivamente arginata, crea danni ambientali che non si esauriscono nell’immediato ma che si protrarranno nel tempo con effetti devastanti.
I numeri raggiunti dalle azioni effettuate nel corso del progetto sono importanti. Per favorire la riqualificazione degli ecosistemi forestali sono stati eseguiti tagli selettivi di pioppete e successiva piantumazione di specie tipiche, ripristinate praterie umide e creati piccoli stagni per gli anfibi. Infine sono state installate 30 bat-box all’interno delle pioppete riqualificate per favorire nel tempo l’insediamento di chirotteri tipici degli ambienti forestali. La problematica affrontata con il Progetto Life “SOS Tuscan Wetlands” è comune ad altri ambienti europei, dove al pari del Padule di Fucecchio, Lago di Sibolla, Paduletta di Ramone e Bosco di Chiusi, si studiano modalità per estirpare le specie aliene che hanno monopolizzato gli ambienti. E tutti i progetti finora attuati concordano sulla improrogabile necessità di interventi immediati e mirati alla conservazione del nostro patrimonio. Ma il problema non si riduce al solo impatto ambientale. I danni provocati dal “degrado alieno” modificano le economie delle aree interessate e le risorse finanziarie che devono necessariamente essere impiegate per risanare l’ambiente raggiungono cifre astronomiche. Per non parlare poi dell’impatto sul sociale, sulle abitudini della popolazione e sulle economie fino a toccare l’ambiente sanitario con nuove contaminazioni che possono colpire non solo gli animali ma anche l’uomo.
“Sono molto onorato – ha detto ilsindaco di Fucecchio Alessio Spinelli – che per il convegno finale del Progetto Life sia stata scelta questa sede, antico palazzo storico dei Principi Corsini che per le loro attività venatorie e di pesca conoscevano molto bene le aree umide di cui stiamo trattando, un collegamento naturale tra il passato e il presente. Consapevoli dell’area che sta cambiando è doveroso intervenite per riuscire a mitigare o rallentare questa trasformazione ambientale. Il nostro Padule di Fucecchio, nella fattispecie Paduletta di Ramone, Lago di Sibolla e Bosco di Chiusi, è un patrimonio inestimabile che, così come ha dato lavoro e risorse di vita ai nostri nonni e i nostri avi, deve continuare ad essere un volano per il futuro dei nostri territori limitrofi e per l’Italia intera. Il Padule di Fucecchio, l’area umida interna più estesa d’Italia, è interessato da un turismo sostenibile in continua crescita e quindi a mio giudizio i soldi impiegati nel progetto per debellare le specie alloctone da questi luoghi sono ben spesi. Auspico che queste attività continuino per il bene della comunità”.
Per il commissario straordinario del Consorzio 4 Basso Valdarno Fabio Zappalorti, “Il Progetto Life “SOS Tuscan Wetlands portato avanti con tenacia e determinazione dal Consorzio 4 Basso Valdarno, dall’Università di Firenze, dai professionisti e dagli esperti di settore dimostra quanto sia importante avere cura del nostro ambiente. Il Padule di Fucecchio potrà preservarsi e mantenere il suo altissimo valore solo se si lavora in questa prospettiva. Il Consorzio ha sempre lavorato per la tutela dell’ambiente e la salvaguardia dei cittadini e continuerà a farlo. La conclusione del Progetto Life non è la fine ma indica quali sono gli studi, i monitoraggi e le attività di manutenzione e gestione ambientale (contrasto alle specie aliene, miglioramenti dell’habitat e valorizzazione della risorsa idrica) che devono essere portati avanti con costanza e lungimiranza”.