





“E’ la festa dei nostri ragazzi, ma anche di San Miniato”. Così il dirigente dell’Istituto Cattaneo Alessandro Frosini ha aperto la festa che ha consegnato i diplomi agli ultimi maturi. Quelli che hanno frequentato la quinta superiore in “Un anno non facile per noi – ha ricordato il preside -, che pure non siamo abituati a lamentarci. Gli spazi sono un problema e noi abbiamo fatto di tutto per risolvere quel problema. I nostri ragazzi sono spesso descritti come chiassosi e vivaci. Come è giusto essere alla loro età. Ma in due anni di disagi non hanno perso un’ora di lezione in proteste”. E oggi sono lì, in un auditorium gremito, orgogliosi del loro percorso di studi e pronti a guardare in faccia la vita.
I ragazzi, tocco sulla testa ed un po’ d’emozione, in fibrillazione sono in fila per guadagnare il palco ed il diploma, intanto il prof chiede: “Congratulazioni! Avete trovato lavoro?”. La risposta è un coro di si, e dall’esame di stato son passati solo pochi mesi. Sta tutta in questa immagine il modello vincente del sanminiatese Istituto Cattaneo che ieri mattina ha celebrato se stesso e i suoi ragazzi in occasione della consegna degli oltre 131 diplomi dell’anno 2017/2018. Giovani promesse dei vari indirizzi e settori, dal conciario e chimico al turistico, dalle relazioni internazionali all’aziendale, hanno sfilato uno per uno per chiudere il loro percorso alla presenza delle autorità, fra cui anche il sindaco Vittorio Gabbanini ed il presidente della provincia di Pisa Massimiliano Angori, il vescovo Andrea Migliavacca, dei conciatori e della Crédit Agricole.
“Secondo il calcolo di un nostro fidato collaboratore oggi sfruttiamo per oltre il 90% dell’orario scolastico il 92% degli spazi della nostra scuola – ha dichiara il preside Alessandro Frosini, senza risparmiare qualche stoccata alla Provincia sulla situazione strutturale dell’Istituto, da tempo in attesa di più ampi spazi. – Per fare più e meglio qualcuno ci dovrà venire incontro”. Parole che Angori ha accolto ricordando lo stato di crisi che attraversa le province. Fra le novità del prossimo anno annunciate dal preside, anche un passo avanti verso la individualizzazione della formazione. “I ragazzi sceglieranno una materia in più rispetto al proprio indirizzo, fra le più svariate, lo sport o le umanistiche. Se frequentata con assiduità sarà valutata” ha continuato il preside, che prende un impegno: “sappiamo di non avere molti rivali sul rapporto con le aziende, il prossimo passo sarà investire affinché i ragazzi possano anche scegliere l’università”.
Un ribaltamento degli stereotipi a cui ci ha abituato la crisi, se vogliamo, che parla per bocca dei tanti ragazzi presenti. “Molti di loro appena escono ricevono dalle 4 alle 8 offerte in pochi mesi, grazie alla nostra concertazione continua con le aziende – ci spiega il vicepreside Roberto Finocchi. – Quindi molti di loro si fermano subito”. Chi prima o chi dopo, dove prima e dopo si calcolano in mesi, dopo il diploma sono quasi tutti in fase di assunzione. Ragazzi come Leonardo Rossetti o Ninua Giogi, entrambi diplomati per il settore conciario, che dicono: “ci hanno chiamato le aziende poco dopo il diploma. Prima uno stage, poi un altro. Qualcuno il praticantato, ma alla fine siamo entrati in azienda”. O ragazze come Ginevra Montevidoni, settore chimico, che come fosse la cosa più normale del mondo dice: “a me le aziende cercavano già in quinta. Ho aspettato il diploma”. Storie di studio ma anche di riscatto dalle difficoltà che la vita spesso mette in mezzo alla strada per il futuro, come accaduto a Luciana Bregaj, ex studentessa diplomata nel 2013 dopo un gravissimo incidente che la vide lottare fra la vita e la morte, scelta quest’anno dall’associazione “Noi del Cattaneo” per il Premio Grifoni. «Una delle nostre ragazze, che sembrava spacciata e invece ha vinto con la sua tenacia, oggi la vedete qui con la sua famiglia, il suo lavoro – ha ricordato la presidente dell’associazione Donatella Olivo. – La vita è anche questo».
Nilo Di Modica