




Una serie di pannelli nel comune di Castelfranco di Sotto ricostruiscono, attraverso foto d’archivio e documenti, gli eventi storici che attraversarono il nostro Paese in uno dei suoi periodi più bui, in un preciso e chiaro resoconto dei fatti che ripercorre “Le tragedie del confine orientale” e all’ingresso della biblioteca sono stati selezionati volumi dedicati all’argomento, sia romanzi che dossier storici, per incentivare il pubblico di lettori ad approfondire il tema e saperne di più.
Così Castelfranco di Sotto celebra il Giorno del Ricordo, dedicato alle vittime delle foibe, dell’esilio dalmata, dei campi profughi di italiani per italiani. Castelfranco di Sotto ha scelto di ricordare con due appuntamenti: la mostra “1918-1956 Fascismo Foibe Esodo” della Fondazione Memoria della deportazione al primo piano dell’edificio comunale e una vetrina tematica nella biblioteca comunale. Una storia, quella degli italiani senza patria nella seconda guerra mondiale e subito dopo, che deve essere letta e compresa, non solo per i morti, il sangue, la violenza che ha prodotto ma anche per comprendere la profonda sofferenza di chi d’improvviso non è più a casa in casa sua, non ha più un’identità e guarda il suo mare, la sua collina, la sua montagna per l’ultima volta.
“Il Ricordo è un dovere che va rinnovato in nome della verità – secondo il sindaco di Castelfranco di Sotto Gabriele Toti -. Per sconfiggere aberranti negazionismi storici, per combattere contro le ingiustizie che purtroppo ciclicamente riemergono nella nostra società, per tutelare le nuove generazioni dal pericoloso cancro dell’inciviltà. La Memoria è l’unico antidoto che abbiamo per difenderci da futuri soprusi. Per questo motivo abbiamo deciso di celebrare il Giorno del Ricordo facendo luce sugli eventi storici accaduti non molti anni fa in Istria, una tragedia per molto tempo dimenticata e che ancora oggi viene ricordata in modo strumentale”. Per citare il presidente Mattarella: “Non si trattò come qualche storico negazionista o riduzionista ha provato a insinuare, di una ritorsione contro i torti del fascismo. Perché tra le vittime italiane di un odio, comunque intollerabile, che era insieme ideologico, etnico e sociale, vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni. Tanti innocenti colpevoli solo di essere italiani”.