“Abbiamo dovuto mettere delle impalcature di protezione per il rischio che potessero cadere parti di intonaco. Il santuario del Santissimo crocifisso era già stato oggetto di un restauro interno, ma avevamo il desiderio di sanare la situazione anche esterna”. E già che ci deve mettere mano, la diocesi di San Miniato ha deciso di riportare alla bellezza originaria anche lo scalone, “piazza esterna” del municipio e via di collegamento caratteristica di una città segnata dalle chiese.
“Quella scala è in degrado e rischia di essere pericolosa. Stona in un posto significativo e turistico come è quello”. Il restauro conservativo della scalinata in pietra e delle statue, affidato al restauratore Massimo Moretti, sarà finanziato per 90mila euro dalla Fondazione Carismi e da Crédit Agricole. L’ultima fase del recupero dell’esterno del Santuario, cioè copertura e facciate, per un costo di quasi 400mila euro, sarà co finanziato dalla Diocesi e dalla Conferenza Episcopale Italiana con i fondi provenienti dall’8X1000 alla Chiesa cattolica. Moretti aveva già lavorato su quella scala: “Restaurai un angelo che era caduto in seguito ad atti vandalici. Nel tempo alcuni restauri sono stati fatti, ma a cemento. La peculiarità dello scalone è l’utilizzo di materiali diversi che rende variegato il metodo di recupero. Poi ci sono muschi, licheni, alghe e scheggiature sugli scalini. Il lavoro non sarà breve perché le fasi di consolidamento prevedono l’utilizzo di prodotti con lunghi tempi di maturazione”. Una volta riportata alla vita, la scalinata dovrà sperare di non subire altri danneggiamenti. “Non ci abbiamo pensato – ammette il vescovo -, ma l’unica soluzione che mi viene in mente è una telecamera”. Suggerimento già girato al Comune di San Miniato tramite l’assessore Marzia Fattori dal presidente della Fondazione Gianfranco Rossi: “Abbiamo dato al Comune 90mila euro per 3 anni per le telecamere, magari possono metterne una lì”. (E.ven)