A San Donato è caccia al medico: Bianchi è in pensione

31 gennaio 2019 | 18:48
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A San Donato è caccia al medico: Bianchi è in pensione

di Nilo Di Modica

E’ caccia al dottore a San Donato. Anzi, a un fondo che renda il luogo appetibile a un nuovo medico. Questo il problema che da qualche tempo gli abitanti della frazione, cerniera produttiva fra Ponte a Egola e Santa Croce sull’Arno, devono affrontare a seguito del pensionamento per raggiunti limiti d’età del medico di famiglia che per anni e anni aveva visitato anche i sandonatesi a pochi passi da casa. 

Frazione fra le pià grandi e produttive del comune, per decenni si è servita da Massimo Bianchi, che pur essendo titolare nel Centro Medico di Ponte a Egola ha sempre portato avanti il servizio anche nella vicina San Donato, all’interno di un locale di sua proprietà. Condizione favorevole per i tanti, spesso in su con l’età, che da sempre si servivano vicino a casa e senza andare in Valdegola, ma che adesso è messa in crisi dalla sostituzione. “Dopo molto tempo sono dovuto andare in pensione, dopo i 70 anni l’Asl toglie la convenzione – spiega Bianchi –. Chiaramente quello che facevo io era su base volontaria: non ero costretto a tenere un ambulatorio anche a San Donato e forse ci rimettevo. Essendoci pazienti anziani che non potevano spostarsi più di tanto sono andato avanti”. Situazione non inusuale di questi tempi, se si pensa che il dibattito sul radicamento territoriale del servizio sanitario nelle frazioni più periferiche è proprio in questi giorni impazza sull’altra sponda dell’Arno, a Santa Croce, dove la frazione di Staffoli lamenta una copertura scarsa e dove presto, dicono fonti vicine all’Asl, la cosa potrebbe ripetersi anche in altre località delle Cerbaie. Più paradossale, quasi incredibile per i tanti residenti della frazione sandonatese, è che qualcosa del genere accada da loro, in quella che certo non è una piccola porzione del comune. Ed ecco scattare subito il passaparola con preoccupazioni al seguito circa il futuro del servizio. “Il medico subentrato a me lo ha fatto sempre a Ponte a Egola, portando avanti un ulteriore ambulatorio in un altro luogo del comune – dice Bianchi –. E’ nelle sue facoltà decidere se fare o meno ambulatori in luoghi diversi. Io lo facevo in un locale mio, che probabilmente venderò”.
Di qui l’appello di molti affinché di venga incontro ai medici ponteaegolesi “con qualcosa in mano”, uno stabile pubblico o un affitto calmierato. Soluzione che il comune da parte sua non promette, ma sulla quale starebbe in qualche modo lavorando di concordo con l’Asl. “Purtroppo o per fortuna San Donato è da sempre un luogo che attrae nuovi residenti dai paesi vicini – spiega David Spalletti, assessore al sociale che da qualche tempo si è occupato di monitorare la situazione con l’Asl –. Questo fa si che in una frazione che teoricamente avrebbe i numeri, di fatto sia legata alla disponibilità di altri dottori di fare ambulatorio in loco perché sono molti i residenti che si sono ‘portati dietro’ il medico da altri posti. Molti, pur abitando a San Donato, si rivolgono già a Ponte a Egola o a medici di altri comuni, a cominciare da Santa Croce. Stiamo vagliando con l’Asl se vi possano essere soluzioni”. A complicare il tutto il fatto che al momento nel comune vi siano in tutto già 9 medici di famiglia, non tutti giunti al massimale dei 1500 pazienti. San Miniato non è “zona carente” e quindi al momento l’ipotesi di un nuovo medico ad hoc per la piana è escluso.


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