





“Ogni animale ha bisogno di qualcuno che racconti la sua storia”. Appuntamento mattutino in sfida al freddo questa mattina di fronte ai macelli di San Miniato, a La Catena, per gli attivisti di The Save Movement, organizzazione animalista nazionale che da qualche tempo si sta radicando anche in Toscana e in provincia di Pisa.
Presidio pacifico quello di stamattina, osservato con discrezione anche dalle forze dell’ordine, al quale hanno preso parte circa una decina di attivisti ‘a caccia’ di camion in entrata al piccolo stabilimento di macellazione in via Guerrazzi. Il nostro obbiettivo è sensibilizzare la popolazione verso la profonda sofferenza che ogni giorno viene inflitta ad animali che non hanno niente di diverso da quelli che ci fanno compagnia nelle nostre case – dice Simone Scampoli, uno dei portavoce dell’organizzazione che, proprio in questi giorni, ha aperto due gruppi di lavoro a Pisa e Livorno. – Sono animali terrorizzati, che hanno sempre avuto un solo tipo di rapporto con l’uomo. Fotografiamo, raccontiamo, ma cerchiamo anche di tranquillizzarli e far vivere loro un tipo di esperienza diversa”.
Di qui il senso dell’azione di questa mattina, durante la quale gli attivisti stavano di fronte all’entrata per rallentare o fermare eventuali camion di bestiame, chiedendo agli autisti di fermarsi un attimo per fare foto e controllare le condizioni degli animali. “Facendo azioni come queste ci si accorge di come spesso gli animali siano anche in condizioni terribili – continua Scampoli. – Animali già morti, feriti. Che senso ha oggi tutto questo? In un momento in cui al fabbisogno delle persone potrebbero rispondere cibi di origine vegetale?”. Fotografare, tranquillizzare gli animali, ma anche parlare: c’è anche questo fra gli obbiettivi del movimento. “All’interno dei macelli non ci sono lavoratori a caso – dicono gli attivisti. – Molti lavoratori stranieri, persone che non hanno trovato altro e fanno lavori che spesso i più non vogliono più fare. Persone soggette più di altri lavoratori, per la cruenza del mestiere, a problemi psicologici, alla depressione o a palliativi come l’alcool e le droghe. Persone alle quali cerchiamo costantemente di toccare il cuore, parlare, convincere a cambiare lavoro e non prestarsi a tutto questo”.
Durante la mattinata, pochi ingressi: “Questo di San Miniato è un piccolo macello – dicono gli animalisti – in una mattina sono entrati solo due mezzi. Uno portava un cavallo, un altro un cinghiale già morto. Prossimamente però ripeteremo l’esperienza in uno stabilimento più grande della zona”.
Nilo Di Modica