Tartufo, cala l’Iva ma non il prezzo di mercato

3 gennaio 2019 | 16:52
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Tartufo, cala l’Iva ma non il prezzo di mercato

Qualcuno le chiama “mancette” altri invece esultano per i micro provvedimenti inseriti nella manovra di bilancio 2019 approvata e controfirmata pochi giorni fa dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sono piccoli dettagli che passano inosservati sulla scena nazionale, ma sono importanti per alcuni settori, come quello del tartufo, ad esempio. L’Iva sul pregiato fungo ipogeo dimezza, passando dal 10 al 5 per cento con l’intento di rendere più competitivi i prodotti del made in Italy. In altri Paesi, infatti, l’Iva sul tartufo era già equiparata agli altri prodotti agricoli, incentivando così l’export e disincentivando il mercato nero, che fino ad ora in Italia la fa da padrone. Secondo i sostenitori della manovra – tartufai e commercianti – in questo modo chi lavora con il tartufo ha interesse nel dichiarare quello che guadagna. Secondo altri, l’equiparazione del fungo ai beni di prima necessità è un insulto per chi non può permettersi certi prodotti che rientrano nella categoria di lusso.

A chiarire alcuni dubbi su quali saranno – se ci saranno – i cambiamenti del mercato del tartufo è Renato Battini, presidente dell’Associazione tartufai di San Miniato. “Indicativamente sembra una buona normativa, fatta così come richiesta dalle associazioni, ma ancor è presto per sbilanciarsi. Non sappiamo come sarà applicata e quali saranno i risultati e non l’abbiamo ancora valutata. A tal proposito è già in programma per la prossima settimana una riunione dell’Uratt, l’unione regionale delle associazioni tartufai della Toscana per discutere del provvedimento”. Per chi sperava di riuscire a mangiare più tartufo, invece, ci sono brutte notizie. Purtroppo, il prezzo non calerà perché come spiega Battini “il prezzo dipende dalla quantità trovata e la quantità varia da stagione a stagione. Quindi va bene la sistemazione fiscale come disincentivo al mercato nero, ma io credo che questo non influisca sul prezzo e di conseguenza nemmeno sul numero di acquirenti”. Rimane un bene di lusso, dunque, quel pregiato fungo che si trova sotto terra. Per chi compra non cambia niente, può solo sperare in un clima favorevole e in una stagione fortunata.