Circa 100 città nelle Terre di Presepi, sognando San Pietro

8 dicembre 2018 | 19:01
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Circa 100 città nelle Terre di Presepi, sognando San Pietro
Circa 100 città nelle Terre di Presepi, sognando San Pietro
Circa 100 città nelle Terre di Presepi, sognando San Pietro
Circa 100 città nelle Terre di Presepi, sognando San Pietro
Circa 100 città nelle Terre di Presepi, sognando San Pietro
Circa 100 città nelle Terre di Presepi, sognando San Pietro

“Abbiamo chiesto di candidare Terre di Presepi per fare il presepe in piazza San Pietro a Roma”. Lo ha annunciato il coordinatore Fabrizio Mandorlini partecipando all’inaugurazione del presepe artistico di Mario Rossi a San Miniato (Betlemme come San Miniato nel presepe di Maglietta). 

Da ieri (8 dicembre) sono aperti molti dei presepi delle circa 100 città che fanno parte della rete Terre di Presepi, che da cinque anni in questo periodo crea un itinerario ideale tra città, paesi, parrocchie e presepisti muovendo più di un milione di visitatori. E che non si ferma neppure nel resto dell’anno. Perché mettersi in cammino richiede sempre una preparazione. Per chi si vuol fare pellegrino tra le natività, torna la Credenziale del Presepista Pellegrino attraverso la quale si può chiedere di ottenere il timbro che attesta il passaggio dal singolo presepe in un cammino a tappe.
“Terre di Presepi – spiega Mandorlini – è un modo per valorizzare una bella tradizione italiana e al tempo stesso scoprire e apprezzare la bellezza di tante località spesso sconosciute ma che attraverso il presepe si fanno conoscere e con esso l’identità e il patrimonio culturale della propria zona. Quest’anno è stata prodotta una apposita figurina in gesso per il presepe, realizzata da Arte Barsanti di Bagni di Lucca, rappresentante il tartufaio (Il tartufaio nel presepe, il fine settimana a San Miniato). Ogni anno creeremo nuovi personaggi per il presepe di oggi che si rifacciano alla tradizione e ai mestieri tipici dei luoghi.
I presepi sono ancora di più segno di tradizione e di identità per tanti piccoli borghi e paesi, un mezzo per animare e far vivere i luoghi e per ritrovare il senso di comunità. Ecco che andare a visitare i presepi è un modo per riscoprire il rapporto con la natura e sviluppare la ricerca della propria spiritualità”.
Con spazio all’attualità: se nel monumentale presepe di San Romano trova spazio la rappresentazione del ponte Morandi di Genova (San Romano, apre il presepe che “non sta in una foto”), l’incendio dei monti pisani è in quello di Pontedera, nella chiesa di San Giuseppe. La Compagnia del presepe ha infatti recuperato alcuni olivi bruciati sul monte Serra facendoli diventare monito contro l’aridità umana, in un deserto fisico e interiore dell’uomo.
A Petroio (Vinci) sono stati inseriti nel presepe (all’aperto e che occupa un’intera collina) alcuni elementi “leonardiani” a ricordo dei 500 anni della morte del Genio, nella vicina Cerreto Guidi (Firenze) il presepe all’uncinetto più grande d’Italia sarà in compagnia di una serie di esposizioni presepiali tra cui quella itinerante realizzata da Claudio Terreni. A Convalle di Pescaglia il Presepe in grotta sottopone i visitatori a un vero e proprio percorso naturalistico dovendo salire la collina a piedi prima di arrivare alla Natività, mentre a Pescaglia l’itinerario parte dalla chiesa e si sviluppa attraverso le marginette per più di un chilometro. A Ruota (Capannori) sul lato lucchese del Monte Serra, al presepe vivente rappresentato il 26 dicembre, si aggiunge la via dei presepi nel borgo, vie dei presepi che stanno crescendo un po’ ovunque per numero e per importanza.
A Marti e Iano di Montaione, i presepi sono in un itinerario che tocca anche la campagna e a Calci al “presepio che cresce” di Nicosia di Calci e ai presepi Meucci al Museo di Storia Naturale, si aggiunge il presepe artistico al santuario di Tre Colli mentre a Riparbella un suggestivo presepe artistico e meccanico viene riproposto ogni anno dai paesani.