





“I pastori siete voi. Voi tutti, personaggi di questo presepe che anche quest’anno presento e che è dedicato ai sanminatesi e a San Miniato”. Dopo un mese e mezzo di lavoro, il presepe di Mario Rossi è stato inaugurato anche quest’anno “grazie al sostegno del comune che ha messo a disposizione gli spazi”. San Miniato come Betlemme nelle parole di “Maglietta”, che nella sua creazione esposta nella saletta accanto all’ingresso dell’Hotel Miravalle ha inserito numerosi riferimenti a San Miniato in un presepe dai personaggi a grandezza naturale. “Betlemme è spesso luogo di scontri: la terra di Gesù è terra di violenze e il presepio contiene anche questa tragicità perché è il racconto di una famiglia che non trova posto né porte aperte” ha aggiunto, durante la presentazione, il vescovo mons. Andrea Migliavacca.
“E fa pensare alla chiusura che oggi accoglie tanti che attraversano il Mediterraneo” ha continuato Migliavacca, presente all’inaugurazione insieme all’autore Rossi, al sindaco Vittorio Gabbanini e alle autorità locali, oltre al presidente del consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani. “Le sofferenze del mondo hanno però una promessa di futuro: quel bambino che aspettiamo, che è annuncio di gioia e luce che arriva nella sofferenza. San Miniato diventa così il luogo dell’Avvento e dell’accoglienza, aspettando quel bambino portatore di amore in ogni casa”.
Con il presepe è stata anche inaugurata una stele a fianco del palazzo del comune di San Miniato. San Miniato fu fiorentina per secoli, dal 1370 al 1925, quando in occasione della nascita della provincia di Livorno a Pisa fu strappata la costa e venne “risarcita” con questa porzione del territorio fiorentino” ha commentato il presidente del consiglio regionale Giani. “Trov bello quindi che si voglia ricordare questa storia, incarnata nel leone, nel Marzocco fiorentino che un tempo simboleggiava il vicariato della città di Firenze nel territorio, quel circondario che qui aveva San Miniato come punto di riferimento. Non a caso il Marzocco stava ben visibile accanto al palazzo del comune”. “Il presepe nella cultura toscana è assolutamente significativo” ha aggiunto Giani. “Mentre albero di natale è qualcosa di nordico, il presepe invece è qualcosa che richiama alla volontà di insegnare, rappresentare, testimoniare quei valori che intessono la nostra cultura. Ma al tempo stesso è qualcosa che ogni anno porta in sé qualcosa della nostra storia concreta e della nostra attualità: personaggied eventi tutti nostri che finiscono nel presepe”.
“una tradizione, quella dei presepi, che non è mai mancata durante il mio governo – ha agginto il sindaco Vittorio Gabbanini poco prima del taglio del nastro, avvenuto alla presenza anche del coordinatore di Terre di PresepiFabrizio Mandorlini, che ha annunciato: “Ci siamo, come creatori dei presepi riuniti attorno alla manifestazione, a creare uno dei prossimi presepi in Piazza San Pietro, il presepe del Papa”.
Nilo Di Modica