La Croce è tornata. Vescovo: “Ci impegniamo a rispettarla”

1 dicembre 2018 | 10:46
Share0
La Croce è tornata. Vescovo: “Ci impegniamo a rispettarla”
La Croce è tornata. Vescovo: “Ci impegniamo a rispettarla”
La Croce è tornata. Vescovo: “Ci impegniamo a rispettarla”
La Croce è tornata. Vescovo: “Ci impegniamo a rispettarla”
La Croce è tornata. Vescovo: “Ci impegniamo a rispettarla”
La Croce è tornata. Vescovo: “Ci impegniamo a rispettarla”

“E’ un giorno importante per la comunità, perché recuperare una croce ci fa pensare all’importanza che questo segno ha come messaggio di salvezza. Se noi esponiamo il crocifisso, vuol dire che ci impegnamo a rispettarlo, cercando di guardare ai crocifissi del nostro tempo: sono i poveri, sono gli immigrati che rischiano la vita in mare, sono coloro che perdono il lavoro. Rifiutare i crocifissi di oggi vuol dire rifiutare Cristo”. Lo ha detto il vescovo di San Miniato Andrea Migliavacca, scoprendo questa mattina (1 dicembre) il crocefisso in legno tornato sotto l’arco di Castruccio a Montopoli Valdarno.

Un ritorno che ha il sapore della riscoperta, grazie all’accurato intervento di restautro messo in atto dall’associazione Arco di Castruccio. “C’è grande soddisfazione da parte mia, non solo per l’inaugurazione di stamani ma anche e soprattutto per la grande partecipazione che mai mi sarei aspettato” ha detto Marzio Gabbanini, responsabile artistico dell’associazione, salutando le tante persone arrivate per vedere il nuovo ‘volto’ del Crocifisso. Un’opera risalente agli anni ’40 dell’Ottocento, affissa alle myura del celebre Arco di Castruccio ma resa ormai irriconoscibile dal tempo e dell’incuria. Da qui la sfida dell’Arco di Castruccio, che ha potuto contare sulla disponibilità e il sostegno della Soprintendenza di Pisa. “Devo ringraziare anche la popolazione di Montopoli – ha proseguito Gabbanini – a partire dalle persone qui vicine che ci hanno offerto il loro aiuto. Sono vent’anni che vivo a Montopoli e questa disponibilità mi ha davvero commosso”. Presente alla cerimonia, oltre al vescovo Migliavacca, anche quasi tutta la giunta comunale con in testa il sindaco Giovanni Capecchi. 
“Quando siamo partiti – ha ricordato la presidente dell’Arco di Castruccio Roberta Salvadori – pensavamo che i tempi sarebbero stati molto più lunghi. Invece, grazie alla dottoressa Ristori della Soprintendenza abbiamo trovato una dispionibilità che non ci aspettavamo. Alla fine ce l’abbiamo fatta e ne siamo fieri e orgogliosi”.
E’ stata quindi la dottoressa Mariagrazia Ristori a illustrate storia e simbolismo del crocifisso montopolese: “Quanto abbiamo iniziato sembrava di dover intervenire su un oggetto di basso valore artistico – ha spiegato -. Invece, andando avanti nell’indagine ne abbiamo rispoperto la simbologia. Questa croce é riferibile agli anni compresi fra il 1840 e il 42, mentre il suo autore é molto probabilmente il religioso francese Baldassarre Audibert che arrivò in Toscana negli anni ’40 dell’Ottocento, disseminando questi crocifissi soprattutto nelle provincie di Pisa e di Pistoia. Queste croci sono dette ‘del mistero’ o ‘della passione’, perché rappresentano la passione di Cristo con oggetti di vita comune che in realtà richiamano gli strumenti del supplizio sulla croce. È probabile che all’inizio i simboli fossero di più, ma ancora oggi possiamo vedere la veste di Gesù, il gallo, il velo della Veronica al centro e il cartiglio con la scritta Inri, mentre sull’asse orizzontale si vedono i chiodi, il martello e la scala. Ad una popolazione rurale e contadina queste croci, poste anche nei luoghi della vita quotidiana, significavano un modo per ricordare il messaggio della passione. Restaurare un oggetto come questo, oggi, é anche un modo per riaffermare l’identità di Montopoli”.

Giacomo Pelfer