Due “campanili” diventati comune, quello di Santa Maria a Monte

29 novembre 2018 | 12:49
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Due “campanili” diventati comune, quello di Santa Maria a Monte
Due “campanili” diventati comune, quello di Santa Maria a Monte
Due “campanili” diventati comune, quello di Santa Maria a Monte
Due “campanili” diventati comune, quello di Santa Maria a Monte

Il campanilismo è un tratto che caratterizza il nostro Paese a tutti i livelli: dalla competizione fra le regioni, passando per le province, fino ad arrivare nei Comuni. Proprio qui, a livello micro, con il minor grado di astrazione e il maggior grado di particolarità, il campanilismo si conserva e si riproduce nei secoli. Certamente, la competizione cambia forma, cambia il modo in cui viene posta in essere e in cui si manifesta, ma rimane intatta nell’idem sentire. È grazie alla contrapposizione che si origina il senso di appartenenza dei gruppi e questo senso di appartenenza, fondato su miti, credenze e rappresentazioni sta alla base dell’identità popolare.
Santa Maria a Monte festeggia il 150esimo anniversario dall’annessione del comune di Montecalvoli, prima ente autonomo. Per l’occasione, ricercatori, storici e studiosi locali hanno deciso di intraprendere in percorso di ricerca storica negli archivi del vecchio comune di Montecalvoli e di raccontare la storia dell’unificazione dei due borghi avvenuta nel lontano 1868.

I risultati della ricerca sono stati riportati nel volume “1868-2018. 150 anni di Santa Maria a Monte e Montecalvoli. Storie di due castelli uniti in un Comune”, scritto da Paolo Morelli, professore e grande esperto di storia locale, Patrizia Marchetti e Mariano Boschi, ricercatori e storici ed edito da Tagete Edizioni di Michele Quirici, che ha dato anche un suo contributo nella stesura del libro. Il volume sarà presentato domenica 2 dicembre alle 16,30 nella sala consiliare del palazzo comunale, alla presenta degli autori, dell’editore e con un intervento di Ilaria Parrella, sindaca del comune che compie gli anni. “Il 2 dicembre non è una data casuale – spiega Boschi – è il giorno esatto in cui è stato emesso il Regio decreto che sancì la soppressione del comune di Montecalvoli e la sua aggregazione a quello di Santa Maria a Monte. È stata un’aggregazione che io nel libro definisco ‘sofferta’: Montecalvoli ci mise circa un anno a deliberare l’annessione”. Il lavoro di Boschi si concentra sullo studio degli atti e delle deliberazioni dei due comuni e del consiglio provinciale fiorentino, sotto cui ricadevano i due paesi. Questa ricostruzione ci consente di comprendere meglio il territorio che oggi vediamo e viviamo, consente di ricostruire le dinamiche di trasformazione nei vari ambiti, da quello urbanistico a quello politico istituzionale. Questo libro dà la possibilità di capire come siamo arrivati a quello che abbiamo oggi entrando nella psicologia dell’epoca, passando per aneddoti e racconti che ci consentono non solo di ricostruire i processi dalle carte, ma anche di conoscere la ratio che stava alla base delle scelte, la mentalità. Le credenze e le usanze popolari, gli atteggiamenti e le azioni dei nostri avi. È grazie a lavori come questo che possiamo ricostruire anche le dinamiche del campanilismo toscano. “La prima autorizzazione che Santa Maria a Monte ha deliberato su Montecalvoli riguardava il gioco della palla. I montecalvolesi prima si rivolsero al loro vecchio Municipio, il quale, non poteva fare altro che rimandare a Santa Maria a Monte. Il comune unificato, forse per ingraziarsi i nuovi cittadini subito concesse il gioco della palla”. “Noi collaboriamo sempre con grande onore con i santamariammontesi – dice l’editore Quirici –, questo volume non è altro che il proseguimento di un percorso iniziato da anni. Tratta del matrimonio di due borghi vicini ma distanti nel sentire, il libro apre con un saggio di Paolo Morelli sull’epoca medievale e poi seguono approfondimenti sulla storia moderna di Montecalvoli. Poi Mariano Boschi e Patrizia Marchetti si sono concentrati sull’800. Io, invece, ho fatto un capitolo su aspetti meno conosciuti: i notabili. I notabili, in un paesino come Montecalvoli, erano solitamente tre: il sindaco, il sacerdote e il dottore. Ci sono delle perle sui sacerdoti che ha avuto Montecalvoli, poi ancora sull’alluvione del 1855 e su un’epidemia di morbillo che ha colpito il borgo”. Gli autori ancora non svelato tutti i segreti contenuti negli archivi e nel libro, ma assicurano che ci sono eventi di cui stupirsi. “È la prima volta che si estraggono documenti dall’archivio di Montecalvoli – spiega Marchetti – quindi aspettatevi argomenti inediti. Il libro è corredato da immagini e cartine del tempo prese dagli archivi. Il motivo dell’unificazione dei comuni è legato all’unificazione d’Italia: dopo la nascita del Regno d’Italia fu emanata una circolare che andava progressivamente a chiudere tutti i comuni al di sotto dei 1500 abitanti. Inoltre, un altro motivo riguardava esigenze legate alla vita pubblica: Montecalvoli aveva ed ha ancora un palazzo comunale in piazza del Comune, ma dopo un’analisi costi benefici tra una ristrutturazione o una costruzione ex novo, fu deciso di costruire un palazzo nuovo a Santa Maria a Monte, tra il 1868-70. Per quanto riguarda la mia parte, ho scritto un capitolo sulla Guardia civica nazionale, giovani che si arruolavano volontariamente e che venivano equipaggiati dal Municipio. Sostanzialmente, è il corpo che ha portato ai nostri vigili urbani. È particolare il fatto che Montecalvoli, pur essendo un comune a corto di risorse, ha contribuito all’acquisto di fucili per la spedizione dei Mille”. Oggi Santa Maria a Monte non ha una piazza intitolata al Comune, mentre Montecalvoli ce l’ha. “La piazza dove si trova oggi il palazzo comunale – spiega Boschi – si chiamava in origine piazze della Madonna, poi del Municipio e oggi della Vittoria”. Il suo contributo lo ha dato anche Ilaria Parrella, attuale sindaca del comune, che ha richiesto uno studio sul tema e ha scritto un’introduzione al volume. “Al di là del libro, quello che conta è lo studio che c’è dietro. L’ho chiesta io la pubblicazione perché un libro è qualcosa che rimane rispetto alle mostre. Poi su Montecalvoli si è sempre scritto poco e questo era un modo per valorizzare il comune unificato. Ricordare i 150 anni è un modo per ricordare due storie distinte, continua ad esserci un sano campanilismo tra Santa Maria a Monte e Montecalvoli, ma non sveliamo tutto perché la presentazione è domenica. Ringrazio gli autori e la Tagete edizioni che ha deciso di accettare questa nuova sfida”. Domenica, al termine della presentazione, i presenti saranno accompagnati nella visita guidata ad una mostra allestita con i disegni in copia anastatica dei progetti elaborati per la costruzione del Palazzo comunale.

Giuseppe Zagaria

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