
“Nei dieci anni di attività di Frida, sono aumentate le donne che si sono rivolte a noi ma questo non vuol dire che è aumentata la violenza. La violenza c’è sempre stata, è aumentata la consapevolezza”. Lo racconta Elisa Forfori, presidente dell’associazione Frida, che a San Miniato e sul comprensorio del Cuoio è vicina alle donne vittima di violenza e ai loro figli. Di recente Frida, nata nel 2008 a San Miniato, ha inaugurato la casa di accoglienza confiscata alla mafia per donne e bambini che hanno subito violenza (Frida cambia casa: contratto fino al 2020. Servono i mobili). Nel corso dei suoi dieci anni di vita, l’associazione ha aperto sportelli di ascolto a Castelfranco di Sotto, Fucecchio, Ponte a Egola, Santa Croce sull’Arno, Capanne e Montopoli in Val d’Arno.
Garantendo una presenza capillare sul territorio, perché nessuna si senta sola e nessuna resti indietro. I numeri infatti parlano chiaro: le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza sono in aumento. “Da quando siamo nate, oltre 600 donne si sono rivolte a noi – continua Forfori –. In media registriamo 120 o 130 interventi all’anno”. In un panorama nazionale che fa paura: sono 106 le donne uccise per mano di un uomo nel 2018. Una ogni 72 ore, una trovata morta proprio a San Miniato (Omicidio suicidio: l’ultimo incontro sotto casa di lei finisce in tragedia. Calciatore del Tuttocuoio spara alla ex e si toglie la vita). Per questo occorre impegnarsi nella prevenzione e intervenire prima che la violenza di genere degeneri in tragedia. Domani, domenica 25 novembre, è indetta la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Una giornata di manifestazioni in tutta Italia organizzata per sensibilizzare alla violenza di genere. Quello della violenza di genere è un tema complesso e delicato, che tocca la dimensione interiore delle donne e che può causare loro gravi danni. Per questo motivo, è necessaria una rete di mobilitazione e attivismo sia a livello centrale che periferico. Una rete che diffonda la cultura del rispetto e l’accettazione dell’altro, perché è solo così che si può sperare di fermare questa tremenda scia di sangue. La cosa che più suscita rabbia è il fatto che, nella maggior parte dei casi, siano le persone care ad esercitare violenza. Gli uomini che vivono o che hanno vissuto a stretto contatto con le vittime, quegli stessi uomini che prima erano affabili e gentili e poi sono diventati violenti e pericolosi. La mano che prima accarezzava, poi ha picchiato. Forfori rende bene l’idea di questo paradosso: “Il 99 per cento delle donne che si rivolgono a noi hanno subito maltrattamenti in famiglia. Poi la violenza non si ferma a quella fisica, può essere di qualsiasi tipo: psicologica, economica, verbale”. La realtà di Frida è una realtà che funziona proprio per la rete di collaborazione che ha creato con gli enti territoriali. L’associazione collabora con i servizi pubblici come gli ospedali, in caso di codici rosa e grazie al numero verde 1522 attivato dai centri antiviolenza di tutta Italia. Frida è un’associazione disciplinata dall’intesa Stato Regione e organizza seminari e incontri nelle scuole per avvicinare le giovani generazioni al tema della violenza di genere. Un’adeguata diffusione della conoscenza del fenomeno è già un passo avanti per la prevenzione. “Le donne che decidono di rivolgersi a Frida lo fanno tramite il passa parola o tramite i link sui social network, ma soprattutto grazie alla rete di collaborazioni che abbiamo stretto con gli enti – aggiunge la presidente –. Oggi siamo a Roma, alla manifestazione nazionale organizzata dal movimento Non una di meno e siamo in rappresentanza non solo di Frida, ma anche di D.i.re, donne in rete contro la violenza e Tosca, il coordinamento toscano dei centri antiviolenza regionali”. Una volta che la donna vittima di violenze di genere si è rivolta a Frida, troverà un percorso specializzato e modellato in base all’esperienza personale. Non ci sono dei percorsi standardizzati, ma ci sono interventi che vengono ponderati in base alle esigenze individuali. “L’associazione offre colloqui con operatrici specializzate, consulenza psicologica e legale, orientamento per il reinserimento lavorativo. Questo è tutto volto a rafforzare la donna, la sua stessa identità, i suoi desideri, i suoi bisogni e le sue risorse. In breve, riguarda l’empowerementdella donna”. In quest’ottica, Forfori ricorda l’iniziativa nazionale per la fuoriuscita delle donne dalla violenza: fino al 26 novembre si può donare al 45593 per costituire un fondo di risorse utili al contrasto del fenomeno. “Frida – conclude Forfori – è un’associazione che si basa sulla relazione donna donna, ma agisce una sensibilizzazione universale con gli incontri e gli eventi pubblici che organizza. Noi ci definiamo un laboratorio sociale che cerca di promuovere innanzitutto un cambiamento culturale”.
Giuseppe Zagaria